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Gerarchia dei rifiuti: cos’è, come funziona e perché è importante

Scopriamo insieme cosa si intende esattamente con gerarchia dei rifiuti e perché è importante conoscere questo concetto.
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Oggi più che mai sentiamo la necessità impellente di abbracciare il modello dell’economia circolare, quello in cui le risorse vengono utilizzate in modo tale che nulla vada sprecato. In questo rinnovato contesto, sentiamo anche la necessità di introdurre una gerarchia dei rifiuti ben definita: stiamo parlando, in sostanza, di una classificazione delle azioni da compiere per la loro gestione, stabilendo priorità in base alla sostenibilità ambientale. Scopriamo insieme qualcosa in più riguardo a questo argomento così interessante e al contempo complesso.

Indice contenuti

Cosa si intende con gerarchia dei rifiuti

Ecco tutto quello che devi sapere riguardo alla gerarchia dei rifiuti: scopri come funziona questa piramide e perché è importante.
Una grande discarica a cielo aperto

Con gerarchia della gestione dei rifiuti ci si riferisce ad un quadro concettuale di riferimento ideato con l’obiettivo di orientare e classificare le decisioni relative alla gestione dei rifiuti sia a livello individuale che organizzativo. Si tratta di una soluzione che massima priorità alla prevenzione della creazione di rifiuti, seguita dal riutilizzo, dal riciclo, dal recupero e infine (come ultima spiaggia) dallo smaltimento.

Questa gerarchia ci aiuta a ripensare il nostro rapporto con i rifiuti basandoci su cinque priorità, ordinate in funzione di ciò che è meglio per l’ambiente e che viene spesso rappresentata come una piramide invertita a cinque livelli.

Mettere in pratica la gerarchia dei rifiuti

Il principio di base, per sintetizzare, è che meno rifiuti vengono prodotti, meglio è. Siamo consapevoli del fatto che molte delle nostre attività generano naturalmente determinate quantità di scarti, ma questo non significa che questi volumi non possano essere ridotti.

La priorità massima viene dunque data in questo contesto alla prevenzione. È possibile evitare i rifiuti per esempio non utilizzando affatto un determinato materiale in fase di produzione? In alcuni casi si, basta avere determinate accortezze o trovando, se necessario, delle soluzioni alternative. Un altro elemento importante è costituito dal concetto di riduzione: sarebbe infatti consigliabile utilizzare il minor quantitativo di materialI possibili sia in fase di progettazione, sia in quella di produzione. C’è poi il tema del riutilizzo: è importante porsi dei quesiti rispetto alla possibilità di riutilizzo futuro dei materiali in altre fasi del processo produttivo, o anche in un altro ambito. Quando poi i materiali vengono effettivamente utilizzati è importante chiedersi se è possibile riciclarli (completamente o in parte) per trasformare i rifiuti generati in altri prodotti.

Quando un ulteriore riciclo non è praticabile o possibile, sarebbe meglio provare a recuperare dell‘energia o dei materiali dai rifiuti attraverso processi come la digestione anaerobica (un processo biologico in cui i microrganismi decompongono la materia organica in assenza di ossigeno) o l’incenerimento.

Se, infine, nessuna delle altre opzioni è praticabile, i materiali che non possono essere riutilizzati, riciclati o recuperati per l’energia dovranno essere destinati alla discarica o inceneriti (senza recupero energetico). Quest’ultimo, tuttavia, è un metodo insostenibile di gestione dei rifiuti, poiché i rifiuti in discarica possono continuare ad avere un impatto ambientale negativo.

La gerarchia della gestione dei rifiuti sostituisce dunque il classico approccio tradizionale che per molto tempo abbiamo seguito, quello delle “tre R” (riduci, riutilizza e ricicla), ampliandolo in un processo a cinque fasi, dove le azioni preferibili sono collocate nella parte superiore e quelle meno preferibili in fondo alla piramide invertita.

La direttiva UE

Il principio della gerarchia dei rifiuti si inserisce perfettamente nel quadro normativo delineato dalla Direttiva quadro sui rifiuti dell’Unione Europea, che stabilisce i concetti e le definizioni di base relativi alla gestione dei rifiuti, incluse le definizioni di rifiuto, riciclo e recupero.

La Direttiva Quadro sui Rifiuti delinea alcuni principi fondamentali per la gestione dei rifiuti. Essa infatti richiede che i rifiuti siano gestiti:

  • senza mettere in pericolo la salute umana e danneggiare l’ambiente;
  • senza rischi di sorta per l’acqua, l’aria, il suolo, le piante o gli animali;
  • senza causare disturbo attraverso rumori o odori;
  • senza impatti negativi sul paesaggio o su luoghi di particolare interesse.

La Direttiva chiarisce in aggiunta quando i rifiuti cessano di essere tali e diventano materie prime secondarie, e come distinguere tra rifiuti e sottoprodotti. Non dimentichiamo inoltre il fatto che includa il principio del “chi inquina paga” e la “responsabilità estesa del produttore”.

Ogni fase del processo, spiegata

Scopriamo insieme che cosa si intende con gerarchia dei rifiuti e perché questo approccio è importante dal punto di vista della sostenibilità.
Una montagna di rifiuti

Vediamo ora più nel dettaglio ogni singolo gradino dell’ideale piramide sopracitata.

Riduzione

Massima priorità alla diminuzione dei rifiuti, limitando l’uso di materie prime vergini e incentivando il risparmio di risorse. Azioni chiave includono scegliere materiali con meno imballaggio, evitare prodotti usa e getta, e ottimizzare le scorte per ridurre sprechi.

Riutilizzo

Riutilizzare i materiali nella loro forma originaria riduce i costi e l’impatto ambientale. Esempi pratici sono ricaricare cartucce, usare stoviglie durevoli, riutilizzare imballaggi e donare attrezzature usate.

Riciclo

Trasformare materiali di scarto in nuovi prodotti, richiedendo risorse aggiuntive. Il riciclo efficace necessita di infrastrutture idonee per la separazione e la raccolta.

Recupero

Quando il riciclo non è possibile, si può recuperare energia dai rifiuti attraverso processi come incenerimento, la sopracitata digestione anaerobica e la pirolisi.

Smaltimento

Ultima risorsa, riservata ai materiali che non possono essere né riutilizzati né recuperati. L’invio in discarica o l’incenerimento senza recupero energetico sono metodi insostenibili, da evitare il più possibile.

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Alberto Muraro

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