Nei Paesi più caldi e soleggiati, la cucina solare è nota come metodo di cottura alternativo. Fornelli e forni solari sono ancora poco conosciuti ai più, ma stanno acquisendo via via maggiore popolarità. In fin dei conti, cucinare in questo modo presenta numerosi vantaggi, sia economici sia nutrizionali. L’approfondimento che segue è adatto tanto ai completi neofiti quanto a chi sia già ferrato su questo tipo di cottura; vedremo infatti alcuni tipi di forni solari e spiegheremo quali siano i loro vantaggi e le loro caratteristiche.
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Come funzionano i forni solari
La cucina solare si basa su un triplice principio: concentrare, catturare e conservare i raggi solari. La cosiddetta regola delle 3 C è quella su cui si basa l’intera filosofia di questo tipo di cottura. Vediamone le tre fasi nel dettaglio:
- Concentrazione: In questo primo step, gli specchi dei fornelli e dei forni solari ricevono i raggi del sole e li riflettono verso il piatto in preparazione. L’accumulo di raggi aumenta la temperatura del contenitore grazie all’azione dell’infrarosso. Perché l’operazione vada a buon fine occorre un’esposizione diretta, dal momento che le nuvole filtrano l’irradiazione necessaria al riscaldamento.
- Cattura: L’utilizzo di un contenitore sottile scuro – dettaglio piuttosto importante, dal momento che il colore nero imprigiona i raggi solari, mentre il bianco li riflette, come fosse uno specchio – cattura il calore e ha la capacità di cederlo alle preparazioni, agendo come un fornello a gas o induzione di quelli comunemente utilizzati in cucina.
- Conservazione: Il calore deve essere conservato per l’intera durata della cattura. Per farlo si sfrutta il principio dell’effetto serra. I forni solari possono essere a scatola oppure a concentrazione. Quelli del primo gruppo, più semplici e realizzabili anche in autonomia, cuociono a temperature relativamente basse, mentre quelli del secondo, ben più efficienti, possono anche superare temperature di 200 gradi centigradi.
Dal punto di vista ambientale, i forni solari rappresentano una soluzione sostenibile. Trasformando in calore la frazione infrarossa della luce solare, costituiscono una cottura pratica e intelligente, che non richiede l’accensione di alcun fuoco.
Forme e tipologie: un fornello per ogni gusto
Cucinare grazie al sole è una tecnica di cottura particolarmente diffusa nelle nazioni meno benestanti, dove è più complicato avere accesso a gas o energia elettrica. Per questo motivo, in Africa e Asia sono considerevolmente più abili nello sfruttamento dell’irradiazione per fini alimentari.
Possiamo dividere la famiglia dei forni solari in quattro diverse tipologie, due di queste sono chiuse e due aperte.
Forni solari chiusi
- Fornelli a scatola. Economici e molto diffusi, si compongono di una scatola ricoperta da coperchio in vetro. Tipicamente, il box è in sughero. Si posiziona il cibo al suo interno e, a scatola chiusa, si lasciano penetrare i raggi solari attraverso il vetro. Essi riscaldano l’interno grazie all’accumulo di calore nella lamiera che riveste l’intero parallelepipedo. Una volta penetrato, il caldo aumenterà gradualmente senza essere espulso per via del materiale isolante, ad esempio il sughero, di cui si compone il fornello solare.
- Fornelli tubolari. Altro prodotto tra i più diffusi, nel mondo della cucina solare, è il tubo di cottura. Esso si contraddistingue per la sua praticità estrema. Il funzionamento è simile a quello di un thermos e il rivestimento interno presenta un doppio strato vetrato e uno singolo in metallo. Il cibo viene inserito nell’apposito cassetto tubolare e poi infilato all’interno del cilindro per riscaldarlo. Non esiste alcun rischio di bruciatura dal momento che la superficie esterna resta sempre fredda.
Forni solari aperti
- Forni a pannelli solari. Questa tipologia di cucina solare è più ingombrante rispetto alle due viste in precedenza. È costituita da uno o più specchi riflettenti che direzionano i raggi verso il punto nel quale si collocherà la pentola, che ha un ruolo fondamentale essendo l’elemento preposto alla trasformazione della luce in calore. Per massimizzare l’effetto, la pentola viene chiusa all’interno di un apposito sacchetto di cottura riutilizzabile che amplifica la ricezione dell’infrarosso e ne impedisce la dissipazione. Di consueto, questo accessorio viene fornito assieme al forno solare.
- Fornelli parabolici. La migliore base di cottura possibile, che rappresenta al momento la più avanzata tecnologia per la cucina solare esistente. L’ampia superficie lucida del riflettore, a forma di parabola, cattura i raggi del sole e li concentra per rifletterli sul piatto o la pentola di cottura. Maggiore è il diametro della parabola, più elevato è il calore. In una singola giornata estiva, un forno solare parabolico è in grado di sfornare pane per ore.
Utilizzo e accessibilità
La cucina solare è adatta anche ai neofiti. I sistemi chiusi, principalmente quello a scatola, sono realizzabili in completa autonomia a partire da materiali semplici ed economici. Per utilizzare scatole, tubi e fornelli a pannelli non serve alcun tipo di preparazione specifica, basta prestare la stessa attenzione che dedichiamo ai piatti serviti in casa e non commettere leggerezze quando il piatto, o la pentola, diventano caldi. Diverso è il discorso per i forni solari parabolici, veri e propri concentratori di calore che possono raggiungere temperature ustionanti. È bene che essi vengano usati soltanto da esperti.
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