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Fitotecnologie per bonificare suoli e acque: la natura al servizio dell’ambiente

Una piantina verde che spunta dal suolo. Le fitotecnologie utilizzano piante per bonificare suoli e acque contaminati in modo ecocompatibile e sostenibile.
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Le fitotecnologie rappresentano una risposta innovativa ed ecocompatibile per la bonifica di suoli e acque contaminati, soluzioni sostenibili che favoriscono il recupero ambientale e la riqualificazione dei territori.

Le fitotecnologie sono soluzioni ecologiche innovative per la bonifica dei siti contaminati, che sfruttano le potenzialità delle piante e dei processi biologici naturali per decontaminare il suolo, le acque e migliorare la qualità dell’ambiente. Le applicazioni pratiche delle fitotecnologie riguardano l’utilizzo di tecniche che combinano scienze ecologiche e biotecnologie per affrontare i problemi derivanti dall’inquinamento ambientale. In un contesto globale di crescente urbanizzazione e industrializzazione, le fitotecnologie sono strumenti fondamentali per la gestione sostenibile dei territori e la riqualificazione degli ambienti naturali degradati.

L’urgenza della bonifica dei siti contaminati

Discarica che ha bisogno di bonifica. Le fitotecnologie utilizzano piante per bonificare siti contaminati, come discariche, in modo ecocompatibile

Negli ultimi due secoli, l’urbanizzazione e l’industrializzazione hanno trasformato radicalmente il paesaggio e i territori, con impatti significativi sul suolo e sulle risorse naturali. La crescente richiesta di spazi urbani e industriali ha portato all’inquinamento di numerosi siti, dai cosiddetti “Siti di interesse nazionale” alle discariche non conformi alla normativa europea, che necessitano urgentemente di interventi di bonifica.

Come si legge nel rapportoIl ruolo delle fitotecnologie applicato alle criticità ambientali e alla riqualificazione funzionale delle aree degradate” di Paolo De Angelis, professore e ricercatore accademico presso l’Università degli Studi della Tuscia, in Europa, si stima che esistano circa 2,8 milioni di siti potenzialmente contaminati, e oltre 650.000 sono già registrati come contaminati. In Italia, la situazione è altrettanto grave, con circa 166.055 ettari di terreni da bonificare, circa il 4% dell’intero territorio, una superficie che aumenta considerevolmente quando si considerano anche le vecchie discariche di rifiuti urbani e industriali.

Il problema non riguarda solo la salute ambientale, ma anche la qualità della vita delle persone che vivono in prossimità di queste aree. Il recupero e la bonifica di questi terreni sono dunque una priorità per proteggere la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e garantire la sostenibilità degli ecosistemi urbani.

Cosa sono le fitotecnologie e perché sono considerate soluzioni ecocompatibili

Le fitotecnologie sono l’insieme di tecniche che utilizzano le piante per il trattamento di suoli, acque e atmosferiche contaminati. Una delle motivazioni principali per cui le fitotecnologie sono considerate soluzioni ecocompatibili risiede nella capacità delle piante di interagire in modo naturale con l’ambiente, depurando senza l’uso di sostanze chimiche e senza impattare negativamente sul contesto circostante. Le piante depuratrici non solo rimuovono le sostanze inquinanti, ma possono anche contribuire a migliorare la biodiversità e favorire il recupero ecologico di ambienti degradati.

I vantaggi ambientali, economici e paesaggistici

Terreno che ha bisogno di bonifica. Le fitotecnologie impiegano piante per purificare aree contaminate.

L’uso delle fitotecnologie per la bonifica dei siti contaminati o fitorisanamento offre numerosi vantaggi, sia dal punto di vista ambientale che economico e paesaggistico. Sul piano ambientale, le piante agiscono in modo naturale per ripulire i terreni e le acque contaminati, senza l’uso di sostanze chimiche o tecnologie costose. Inoltre, queste tecniche contribuiscono a ridurre il riscaldamento urbano e contrastare la perdita di biodiversità.

Dal punto di vista economico, il fitorimedio, o phytoremediation, è meno invasivo e relativamente a basso costo, poiché non richiede grandi infrastrutture o processi chimici complessi. Inoltre, i benefici a lungo termine, come il miglioramento della qualità dei suoli e delle acque, possono contribuire a valorizzare le aree bonificate, rendendole utilizzabili per attività agricole, residenziali o turistiche.

Le fitotecnologie ambientali si applicano anche alla prevenzione dell’inquinamento, in quanto consentono di bloccare il trasferimento di contaminanti in ecosistemi più vulnerabili, e migliorano in questo modo la qualità dell’aria.

Infine, il fitosanamento offre vantaggi anche a livello paesaggistico, trasformando aree degradata in spazi verdi, che possono essere utilizzati dalla comunità per attività ricreative, educative o sociali. In contesti urbani, queste tecniche contribuiscono alla creazione di “infrastrutture verdi”, che migliorano la qualità della vita e la resilienza delle città.

Tecniche principali di fitobonifica

Le principali tecniche di fitobonifica utilizzano diverse strategie per trattare i contaminanti presenti nei suoli e nelle acque. Le più comuni sono le seguenti.

Fitodepurazione

La fitodepurazione è una delle tecniche più diffuse nel campo delle fitotecnologie e si riferisce all’uso di piante per trattare e purificare le acque contaminate. Questo processo sfrutta la capacità delle piante di assorbire, accumulare o trasformare sostanze inquinanti come metalli pesanti, nutrienti in eccesso (come azoto e fosforo) e composti organici. Le piante depuratrici vengono generalmente coltivate in ambienti acquatici o in substrati di terreni contaminati, contribuendo così a depurare sia le acque superficiali che quelle sotterranee.

Fitorimediazione

La fitorimediazione è una tecnica che utilizza piante per rimuovere, stabilizzare o degradare contaminanti presenti nel suolo o nelle acque. Le piante possono essere selezionate per la loro capacità di assorbire e immagazzinare metalli pesanti o altre sostanze tossiche, contribuendo al recupero dei siti inquinati. Questa tecnica è particolarmente utile per bonificare aree industriali o agricole che sono state contaminati da pesticidi o metalli pesanti.

Fitoestrazione e fitostabilizzazione

La fitoestrazione è un processo attraverso cui le piante assorbono e accumulano metalli pesanti e altre sostanze inquinanti nel loro apparato vegetativo attraverso le radici, che possono essere successivamente rimosse. Questo processo è particolarmente utile per decontaminare terreni che contengono metalli pesanti come piombo, cadmio e mercurio, in quanto le sostante inquinanti vengono eliminate dal suolo con la potatura.

La fitostabilizzazione, d’altro canto, si riferisce alla capacità delle piante di stabilizzare i contaminanti nel suolo, impedendo che questi si diffondano nell’ambiente circostante. Mentre la fitoestrazione rimuove fisicamente i contaminanti, la fitostabilizzazione riduce la mobilità e la biodisponibilità di sostanze tossiche: l’inquinante viene trattenuto nelle radici, bloccandolo così in forme innocue.

Fitorizodegradazione e fitovolatilizzazione

La fitorizodegradazione è una tecnica che sfrutta le radici delle piante e il metabolismo vegetale per degradare contaminanti organici come pesticidi, solventi e idrocarburi. Questo processo avviene grazie all’attività enzimatica che si sviluppa nelle radici delle piante, che facilitano la trasformazione dei contaminanti in composti meno dannosi.

La fitovolatilizzazione, invece, è un processo in cui le piante assorbono contaminanti volatili come solventi organici e li rilasciano nell’atmosfera in una forma meno tossica. Questa tecnica è particolarmente utile per trattare composti volatili e gas inquinanti.

Grazie alla loro capacità di integrare processi biologici naturali, queste tecniche non solo purificano l’ambiente, ma migliorano anche la qualità della vita, riducendo i costi e gli impatti negativi associati a metodi tradizionali di bonifica. Con il loro potenziale, le fitotecnologie si configurano come una risorsa indispensabile per un futuro più verde.

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Rosaria De Benedictis

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