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Finanza sostenibile: ecco i nuovi indicatori Ispra

Finanza sostenibile: ecco i nuovi indicatori Ispra
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Elaborati dai ricercatori di Ispra 29 indicatori, costruiti sulla base di metodologie e informazioni consolidate a livello internazionale, necessari per determinare l’impatto ambientale di ogni singola attività, quindi orientare la finanza verso la sostenibilità.

Portano la firma di Ispra, l’Agenzia di ricerca ambientale in capo al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE), le prime linee guida sulla rendicontazione della sostenibilità, una sorta di bussola nella selva di indicatori e dati ambientali usati per dimostrare la propria sostenibilità. Bussola diventata fondamentale, soprattutto alla luce delle nuove sfide lanciate dal nuovo Green deal europeo. Anche alla finanza, insomma, si chiede di essere sostenibile, e il lavoro di Ispra serve a mettere un punto fermo.

La stessa Commissione Ue già nel 2018 aveva pubblicato un “Piano d’Azione per la finanza sostenibile“, in cui venivano delineati impegni e misure da implementare per la realizzazione di un sistema finanziario in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale, passo fondamentale verso l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Tale Piano è stato successivamente aggiornato ed integrato con la pubblicazione della Strategia per finanziare la transizione verso un’economia sostenibile nel luglio del 2021.

Il Rapporto per una finanza sostenibile

Il nuovo documento di Ispra, dal titolo “La sfida ambientale per la finanza sostenibile. Metodologie, informazioni e indicatori ambientali”, spiega come produrre un’informazione ambientale aiutando le aziende e gli operatori finanziari a districarsi con facilità e metodo nel complesso mondo della sostenibilità ambientale, adattandosi alle evoluzioni normative europee sulla rendicontazione di sostenibilità. Il documento, infatti, dà seguito alle indicazioni di lavoro che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha assegnato all’ISPRA, in particolare per lo sviluppo di attività di supporto all’implementazione di norme in materia di finanza sostenibile, ed è coerente con quanto portato avanti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’ambito del tavolo nazionale sulla finanza sostenibile.

Potendo contare sull’enorme mole di dati e informazioni statistiche ambientali raccolte dall’intero Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) formato dalle Agenzie Regionali e delle Province Autonome, i ricercatori di Ispra hanno messo a punto 29 indicatori necessari per determinare l’impatto ambientale delle diverse attività. Le metodologie proposte dall’Istituto, basate su standard riconosciuti a livello europeo e internazionale, mirano a rendere le imprese comunque autonome nella realizzazione del proprio bilancio green e a consentire il confronto delle proprie performance ambientali con quelle delle di altri operatori.

Uno strumento a disposizione di aziende e operatori finanziari

Come spiegano i curatori del rapporto, gli indicatori prodotti contribuiranno a sostenere aziende e operatori nel colmare quel gap “dell’ultimo miglio”, cioè la misurazione del proprio livello di sostenibilità, producendo un’informazione basata su dati scientificamente validi, quindi corretta e attendibile, utile per contrastare, appunto, il greenwashing.

Andando più nel dettaglio, ogni scheda indicatore contenuta nel documento contiene una descrizione analitica di come arrivare a generare l’informazione ambientale richiesta. Sono quindi indicate le procedure metodologiche, le modalità di computazione e le fonti informative pubbliche, in alcuni casi anche degli applicativi web da consultare per accedere all’informazione geo-referenziata e procedere ad un’autovalutazione a partire dalla localizzazione geografica. Ad esempio, nell’ambito della gestione dei rifiuti, il documento non solo indica in che modo devono essere classificati e la normativa di riferimento, ma fornisce anche gli strumenti per individuare il dato e arrivare all’informazione finale. Ancora, per l’inquinamento atmosferico sono stati elaborati dei fogli di calcolo con fattori di emissione per settori e sottosettori tecnologici, in modo da poterle calcolare a partire dai dati di attività (produzione e consumo).

In più, il documento fornisce l’indicazione per analizzare i rischi fisici derivanti da frane e alluvioni: attraverso un toolkit appositamente realizzato sulla piattaforma IdroGeo, l’azienda che opera in un determinato territorio può procedere, dunque, a una prima autovalutazione effettuando l’indagine sul sito di interesse: basta inserire le coordinate geografiche per rilevare la propria esposizione a rischi idraulici o franosi.

L’antidoto al greenwashing?

Insomma, la transizione ecologica non è pranzo gratis ma, al contrario, necessita di ingenti risorse economiche e finanziarie, necessarie per decarbonizzare, gradualmente, l’economia, rendendola al contempo desiderabile e praticabile per tutti, nessuno escluso. E una finanza davvero sostenibile passa necessariamente dalla possibilità che possa essere certificata con criteri scientifici e ufficiali, capaci di stabili il più oggettivamente possibile cosa è sostenibile e cosa non lo è, oppure lo è solo in parte. Il greenwashing è sempre dietro l’angolo e una finanza veramente sostenibile potrebbe diventarne il perfetto antidoto.

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