Sappiamo molto bene come il settore della moda e dell’abbigliamento sia uno dei più inquinanti in assoluto: è dunque necessario, oggi più che mai, trovare delle alternative realmente sostenibili. Da questo punto di vista vale la pena citare il cosiddetto EPR tessile: in questo articolo vi spiegheremo di cosa si tratta e in che modo sta rivoluzionando il comparto in un’ottica green.
Indice contenuti
- EPR Tessile: cos’è
- Cosa comporta la politica EPR
- Perché la politica EPR è importante
- Lo stato dell’arte in Italia
- Ecotessili
- Cobat tessile
- Re.crea
- Unirau
- Erion Textiles
- Re.text
EPR Tessile: cos’è
Per implementare sistemi di raccolta differenziata dei tessili su larga scala, è indispensabile un finanziamento specifico, costante e adeguato per coprire i costi complessivi della gestione di tutti i tessili scartati, non solo di quelli con un elevato valore di riutilizzo. L’EPR rappresenta dunque uno strumento politico essenziale per garantire queste risorse.
Grazie alla politica EPR (l’acronimo fa riferimento nello specifico ai termini inglesi Extended Producer Responsibility) viene assegnata ai produttori la responsabilità di raccogliere, selezionare e reimmettere sul mercato i loro prodotti una volta scartati dai consumatori. Se ben strutturata, questa politica può migliorare significativamente l’equilibrio tra costi e ricavi per attività come la raccolta separata, la selezione, il riutilizzo, la riparazione e il riciclo dei tessuti dismessi. Inoltre, l’EPR offre maggiore trasparenza e tracciabilità nei flussi globali di materiali e stimola investimenti infrastrutturali necessari per riutilizzare e riciclare su ampia scala.
Cosa comporta la politica EPR
Con una policy simile si mira di conseguenza a migliorare la gestione dei rifiuti e a ridurre l’inquinamento, incentivando le imprese a sviluppare prodotti e processi produttivi più sostenibili e facilmente riciclabili. Per rispettare questo modello, le aziende devono dimostrare il loro impegno verso l’economia circolare attraverso iniziative come programmi di riutilizzo, riacquisto e riciclaggio. Sebbene molte imprese siano già da diverso tempo orientate verso pratiche più ecologiche, l’EPR sottolinea che i migliori risultati ambientali si ottengono quando i produttori, piuttosto che le amministrazioni locali, assumono in prima persona la responsabilità dei costi legati alla sostenibilità, dalla scelta delle materie prime fino allo smaltimento e al recupero dei prodotti a fine vita.
Perché la politica EPR è importante
La necessità di adottare l’EPR nel settore tessile – tra gli altri è emersa di fronte a una crescente crisi dei rifiuti urbani, soprattutto nei maggiori centri abitati e nei Paesi in via di sviluppo. L’espansione dell’e-commerce e le aspettative sempre più elevate dei consumatori in termini di varietà e rapidità delle consegne hanno contribuito a un significativo aumento dei rifiuti urbani, che, secondo le stime, raggiungeranno 3,40 miliardi di tonnellate entro il 2050. Nonostante l’80% dei materiali smaltiti in discarica sia tecnicamente riciclabile, solo il 20% viene effettivamente recuperato.
Purtroppo però i problemi non finiscono certo qui. A complicare ulteriormente la situazione ci sono i crescenti volumi di rifiuti industriali e pericolosi, che stanno spingendo sia le aziende che i governi in giro per il mondo a ripensare radicalmente le modalità di utilizzo e produzione dei beni. Le imprese più innovative stanno quindi rivedendo i loro processi di progettazione, optando per materiali eco-compatibili e imballaggi sostenibili e adottando modelli di economia circolare, sia in risposta sia in previsione di normative ambientali più stringenti.
Lo stato dell’arte in Italia
Nel nostro Paese possiamo vantare ad oggi un totale di 6 consorzi attivamente impegnati nella promozione della gestione sostenibile dei rifiuti e nella realizzazione di un sistema EPR (Extended Producer Responsibility). Queste realtà condividono tutte la missione di trasformare il settore tessile italiano in un esempio ammirevole di economia circolare, con particolare attenzione a sostenibilità ambientale, tracciabilità e innovazione. Vediamoli insieme.
Ecotessili
Fondato da Federdistribuzione nel 2021, si tratta del primo consorzio italiano dedicato alla gestione EPR nel tessile. Mappa le categorie di prodotti tessili coinvolti, operando all’interno del Sistema Ecolight.
Cobat tessile
Parte di Cobat sotto Innovatec, è una realtà che si occupa di raccolta e riciclo tessili su scala nazionale, con sistemi informatici avanzati per la tracciabilità. Offre formazione tramite la Cobat Academy su economia circolare e sostenibilità.
Re.crea
Iniziativa della Camera Nazionale della Moda Italiana, coinvolge brand di alta gamma come Prada e Moncler. Fondato nel 2022, si dedica al riciclo tessile con collaborazioni accademiche internazionali, tra cui il MIT e il Fashion Institute of Technology.
Unirau
Evoluzione del consorzio CONAU, unisce cooperative per la raccolta e valorizzazione di rifiuti tessili urbani. Si concentra su riuso e riciclo, con standard etici e normativi allineati a Fise UNICIRCULAR.
Erion Textiles
Consorzio no-profit del sistema Erion, focalizzato su abbigliamento e tessili per la casa. Promuove l’eco-design e l’innovazione, collaborando attivamente con università e piattaforme di ricerca europee come Textiles ETP.
Re.text
Creato da Sistema Moda Italia, opera come hub per il riciclo di tessili e pelletteria. Promuove non soltanto l’economia circolare, ma anche l’utilizzo di un eco-design e di materiali riciclati per i prodotti, con un focus particolare su etica, educazione ambientale e ricerca.