Efficienza energetica, gestione condivisa del verde pubblico, partecipazione della cittadinanza, mobilità sostenibile: il progetto per la riqualificazione di due quartieri periferici di Catanzaro.
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA) in campo per la rigenerazione delle periferie di Catanzaro. Il capoluogo calabrese potrebbe così essere al centro di un piano di riqualificazione urbana che tiene insieme sostenibilità ambientale e sociale e, grazie ai risparmi garantiti dall’efficienza energetica, sostenibilità anche economica.
“La sfida che parte da Catanzaro vale tanto perché unisce, in maniera trasversale, anche altri temi come la coesione sociale, la tutela ambientale, la mobilità e la qualità dell’abitare”, ha commentato la vicesindaca di Catanzaro con delega alla pianificazione territoriale, Giusy Iemma.
Quattro le strategie progettuali su cui si fonda il masterplan del Comune e di ENEA: efficientamento energetico degli edifici residenziali pubblici, valorizzazione delle aree verdi, promozione della mobilità sostenibile, uso degli spazi collettivi per accrescere l’inclusione sociale. Il tutto coinvolgendo cittadine e cittadini grazie al Forum dell’abitare, che permette il dialogo fra la pubblica amministrazione, le associazioni terzo settore, i professionisti.
“Il nostro contributo – spiega Enea a Rigeneriamo il territorio – è di indirizzare come ente tecnico ad una governance della sostenibilità energetica, supportando l’amministrazione ad usare i suoi fondi, e intercettarne altri, per la sua gestione del territorio che risponda alle sfide richieste dalle direttive europee in materia di efficienza energetica”.
Il progetto DeSign
Il progetto si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “DeSign”: un laboratorio urbano multidisciplinare – spiega ENEA – “che vuole dimostrare come le città possano diventare partner fondamentali nella ricerca e innovazione europea. Dopo esperienze positive a Cosenza e Foggia, Catanzaro diventa ora il nuovo centro di sperimentazione di un modello replicabile anche in altre realtà urbane”.
Uno degli obiettivi di “DeSign”, spiega ENEA, è “instaurare un dialogo permanente e strutturato tra le città e il governo per definire le politiche abitative, accelerare e razionalizzare i finanziamenti europei per l’edilizia sociale, trasferire parte dei fondi di coesione direttamente ai governi locali, così da consentire soluzioni rapide e incisive”.
Ricucire il territorio partendo dalle periferie
Il Forum dell’abitare, iniziativa promossa sempre da ENEA nell’ambito di “Italia in Classe A” (campagna di formazione e informazione sull’efficienza energetica promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e realizzata dall’ENEA”) secondo Iemma “ha acceso i riflettori nazionali sulla Calabria mettendo in evidenza gli asset su cui è necessario costruire gli interventi mirati a ricucire il territorio a partire dalle periferie”.
Il masterplan per Catanzaro si concentra infatti sulla riqualificazione dei quartieri periferici Corvo e Aranceto, che, sottolinea ENEA, “risentono di un’urbanizzazione non controllata, di un forte consumo edilizio energivoro, di carenze infrastrutturali e di problemi anche sociali”.
Gli interventi di riqualificazione di Catanzaro
Gli interventi previsti riguardano:
- Efficientamento energetico degli edifici pubblici: il masterplan prevede interventi sull’involucro edilizio degli edifici del comune, tecnologie innovative come l’off site construction, l’adozione di pompe di calore, scambiatori di calore per il condizionamento invernale ed estivo, tetti verdi, il recupero delle acque piovane e il loro riciclaggio. Sarà poi incentivata la produzione di energia elettrica da fotovoltaico attraverso una ricognizione su edifici pubblici e di residenza sociale per identificare le sperfici adatte ad ospitare impianti fotovoltaici. Con l’ipotesi di per dar vita a potenziali comunità energetiche;
- Forestazione urbana e spazi verdi: prevista la piantumazione di nuovi alberi nelle aree residenziali, pensate anche per gestire le piogge sempre più abbondanti. Il progetto include anche la creazione di giardini e orti urbani gestiti in maniera collettiva per farne “luoghi di socializzazione e benessere”;
- Mobilità sostenibile: nel piano è inclusa una rete ciclopedonale per ridurre il traffico e migliorare la vivibilità della città, insieme all’ottimizzazione degli accessi alla metropolitana e a una riorganizzazione complessiva della viabilità anche puntando al paradigma della città in 15 minuti dell’urbanista Carlos Moreno;
- Spazi pubblici per la comunità: il progetto prevede nuovi centri culturali, piazze e luoghi di aggregazione per eventi e attività formative, con un focus sui laboratori di quartiere per rafforzare il senso di appartenenza alla città. ENEA ha immaginato, per gli spazi pubblici, una progettazione climate friendly “con elementi per l’ombra e arredi urbani affinché gli spazi siano accoglienti, funzionali e assicurino il comfort termico delle persone”.
Secondo Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento ENEA Unita efficienza energetica, “si tratta di un approccio che tiene conto sia delle trasformazioni tecnologiche in atto che della dimensione sociale della transizione energetica”.

I fondi
Se il masterplan sembra mettere su carta iniziative innovative ed encomiabili, che ne sarà di questa carta? In altre parole: ci sono i soldi per mettere a terra i progetti? Soldi ci sono, in parte, e provengono in gran parte dal PNRR. ENEA ci spiega ad esempio che Il progetto di mobilità sostenibile per la realizzazione della ciclabile è stato sviluppato a valere di uno stanziamento al Comune (fondi PNRR) di 4,5 MLN di euro: 3 per la pista ciclabile 1,5 per la palestra sociale”.
Quanto all’efficientamento energetico degli edifici “l’Aterp (l’ente che gestisce gli immobili del comune) ha 7,5 milioni di euro dal PNRR, ma non solo sul quartiere Corvo”. Per la forestazione urbana, invece, il Comune si avvarrà ancora “di fondi PNRR e in questi giorni saranno comunicati i dati” sull’entità delle piantumazioni. Ovviamente ENEA, responsabile del progetto, non è responsabile anche dell’effettiva messa a terra dei progetti, dell’utilizzo dei fondi a disposizione e i tempi di realizzazione.