Spesso quando si parla di inquinamento e clima sentiamo soltanto delle brutte notizie e degli scenari apocalittici, ma ogni tanto, per fortuna, spuntano anche delle belle notizie. E le news positive, questa volta, riguardano proprio il nostro Paese: è di pochi giorni fa la notizia secondo cui le emissioni di gas serra in Italia si sono finalmente ridotte. Ecco tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.
Indice contenuti
- Gli ultimi dati
- Un trend in calo a livello macro
- Il 2024, un anno virtuoso
- Come ridurre l’impronta di carbonio
Gli ultimi dati
La conferma è arrivata da Ispra Ambiente, che tramite un comunicato stampa ufficiale ha pubblicato un approfondito report sulla situazione italiana rispetto ai livelli di emissioni di CO2.
L’istituto ha infatti sottolineato come Il trend delle emissioni di gas serra sia in netto calo, e questo grazie alla crescente produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico e l’eolico, e al passaggio a combustibili con un minore contenuto di carbonio. Già nel 2022, in realtà, questi livelli di emissioni risultavano diminuiti del 21% rispetto al 1990.
Tuttavia, nonostante questa tendenza positiva, negli ultimi due anni le emissioni di gas serra in Italia hanno continuato ad aumentare, raggiungendo nel 2022 un totale di 413 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+0,4% rispetto al 2021). In particolare, il settore dei trasporti è responsabile di questo incremento, con oltre il 90% delle emissioni provenienti dal trasporto su strada. Rispetto al 2021, le emissioni dei trasporti sono incrementate del 5%, confermando un trend ininterrotto che, dal 1990, ha registrato un aumento complessivo di oltre il 7%. Questo andamento è in contrasto con la significativa riduzione delle emissioni negli altri settori economici, ad eccezione del settore dei rifiuti, che contribuisce a circa il 5% delle emissioni totali nazionali.
Il rapporto “Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030”, ha messo in evidenza come nel periodo di riferimento, circa la metà delle emissioni nazionali di gas serra sia stata legata ai trasporti (26% del totale), alla produzione di energia (23%), al settore residenziale (18%) e all’industria manifatturiera (13%).
Un trend in calo a livello macro
Ma come si spiegano i dati qui sopra riportati?
Ad oggi parla di un trend in diminuzione delle emissioni di gas serra se prendiamo in considerazione un arco temporale più ampio, come evidenziato dal calo complessivo del 21% rispetto ai livelli del 1990. Abbiamo già anticipato che questo miglioramento generale è attribuibile a fattori strutturali come l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e il passaggio a combustibili meno inquinanti. Tuttavia, negli ultimi due anni si registra anche un’inversione di tendenza, con un incremento delle emissioni totali, in particolare nel settore dei trasporti.
In sintesi, il “trend in diminuzione” si riferisce alla riduzione su lungo termine, mentre l’aumento recente a cui abbiamo assistito sottolinea problematiche specifiche e settoriali che rischiano di compromettere i progressi fatti. Questo dualismo riflette il divario tra i risultati complessivi ottenuti negli anni passati e le difficoltà attuali nel mantenere un calo continuo delle emissioni.
Si pensi, ad esempio, agli obiettivi nazionali fissati dal regolamento Effort Sharing, che richiede una riduzione del 43,7% delle emissioni rispetto al 2005 per settori come i trasporti, il riscaldamento degli edifici, l’agricoltura, i rifiuti e l’industria non-ETS. Il mancato calo delle emissioni nei settori dei trasporti e del residenziale ha purtroppo portato l’Italia a superare i limiti consentiti, sia nel 2021 (+4,6 MtCO2 equivalente) che nel 2022 (+5,5 MtCO2 equivalente).
Il 2024, un anno virtuoso
I dati più recenti a nostra disposizione confermano la tendenza positiva di cui già vi avevamo parlato in questo articolo riferito ai risultati italiani ottenuti nei primi sei mesi del 2024.
Nel primo semestre del 2024, infatti, secondo i dati forniti da ENEA, le emissioni di CO2 in Italia erano diminuite di oltre il 6%, quasi il doppio rispetto al calo medio del 4% registrato nell’Eurozona, grazie alla rapida decarbonizzazione del settore elettrico. A fronte dell’aumento del 25% delle rinnovabili abbiamo assistito ad una riduzione del 38% della generazione da fonti fossili – scesa al minimo storico (con una diminuzione di 10 punti percentuali rispetto al periodo precedente) -, con il carbone che è calato del 60% e il gas del 5% (mentre i consumi di petrolio hanno mostrato un leggero aumento).
Nonostante i buoni risultati raggiunti, c’è ancora molta strada da fare: ad oggi, infatti, fatica ad attecchire nel nostro Paese una vera transizione energetica.
Come ridurre l’impronta di carbonio
Ognuno di noi può contribuire con poche semplici accortezze alla riduzione della nostra impronta di carbonio.
Quando si parla di trasporti, una delle scelte più sostenibili è utilizzare la bicicletta o i mezzi pubblici ogni volta che è possibile. Se si deve usare l’auto, cerchiamo di farlo in modo intelligente, pianificando i nostri spostamenti per ridurre al minimo il nostro impatto ambientale. Per quanto riguarda invece gli spostamenti lunghi, invece, prendiamo in considerazione il treno piuttosto che l‘aereo, sempre se fosse fattibile.
Per quanto riguarda il consumo energetico, abbassare il riscaldamento di appena 1° aiuta a ridurre i consumi senza compromettere il comfort casalingo. Quando ci si fa la doccia, cerchiamo di non prolungarla troppo, e spegniamo sempre l’acqua mentre ci laviamo denti o puliamo i piatti. Infine, ricordiamo di scollegare i dispositivi elettronici quando non li usiamo e di non lasciare il telefono in carica oltre il necessario.