Avete mai sentito parlare di edifici NZEB? NZEB non è nient’altro che un acronimo, di origine inglese, che sta per Nearly-Zero Energy Building, cioè una struttura in grado di generare un quantitativo di emissioni di CO2 inquinanti prossimo allo zero. Possibile? Sì: grazie ad alcune recenti innovazioni è possibile pensare di abitare spazi pensati appositamente per minare il meno possibile al benessere del pianeta Terra. Scopriamo dunque insieme in che modo è possibile raggiungere simili risultati.
Indice contenuti
- Cosa sono gli edifici NZEB
- La nuova normativa
- NZEB per lo sviluppo sostenibile
- Qualche esempio
- Una speranza per il futuro
Cosa sono gli edifici NZEB
Si tratta di una soluzione edilizia introdotta dalla Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) EU/31/2010 (rivista poi nel 2018) da parte dell’Unione Europea. In sintesi, stiamo parlando di tutti gli edifici che saranno costruiti da adesso in poi sul territorio dell’UE e che, per legge, dovranno vantare un’elevata efficienza energetica e un fabbisogno energetico molto basso, coperto principalmente da fonti di energia rinnovabile prodotte sul posto o nelle vicinanze (come quella legata all’installazione di pannelli solari).
La nuova normativa
A partire da maggio del 2024 la Comunità Europea ha deciso di stabilire degli standard molto più stringenti rispetto al passato riguardo alla costruzione di nuovi edifici. Con la Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) (UE/2024/1275), in particolare, si è deciso che a partire dal 1° gennaio 2028, tutti i nuovi edifici di proprietà pubblica e, dal 1° gennaio 2030, tutte le altre nuove costruzioni residenziali e non residenziali, dovranno essere edifici a zero emissioni.
Potrebbe a questo punto sorgere spontaneo un dubbio relativo al vero significato dell’espressione “zero emissioni”? Secondo la direttiva aggiornata, un edificio a zero emissioni è caratterizzato dall’assenza di emissioni di carbonio da combustibili fossili in loco e da una prestazione energetica molto elevata. Le nuove regole mirano ad allineare le prestazioni energetiche degli edifici all’obiettivo dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, mettendo dunque l’efficienza energetica come priorità assoluta.
NZEB per lo sviluppo sostenibile
Sono diversi i modi in cui questi edifici possono concretamente contribuire allo sviluppo sostenibile, un traguardo importante oggi più che mai in un contesto mondiale dove l’attenzione alle tematiche climatiche è altissima.
Prima di tutto, la loro progettazione li rende meno energivori. Esistono molti modi per ridurre la quantità di energia che consumiamo quotidianamente: molti di questi derivano dalle nostre abitudini e comportamenti come consumatori di energia, mentre altri dipendono dalle nostre reali necessità come esseri umani e come dipendenti. Per questo motivo, lavorare con architetti e ingegneri per progettare soluzioni edilizie che possano sfruttare meglio le risorse naturali – come la luce solare, il vento e il calore, tra gli altri – ci aiuterà a ridurre il consumo energetico senza compromettere il nostro comfort e le nostre esigenze.
Le iniziative promosse dall’UE fanno sì che non sarà solo un’opzione, ma un obbligo per i proprietari di edifici utilizzare altre tecniche e materiali che possano garantire una riduzione del consumo energetico, fornendo allo stesso tempo agli occupanti tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere comodamente.
In aggiunta, le iniziative per gli NZEB possono creare un quadro di riferimento importante con strumenti, materiali e tecniche disponibili per la costruzione futura di edifici sostenibili e intelligenti.
Qualche esempio
Sono già numerosi in giro per l’Europa gli esempi di edifici che sono stati progettati appositamente per limitare al massimo i consumi e le emissioni inquinanti.
È il caso dell’Università Tecnica di Sofia, in Bulgaria, un centro di ricerca la cui efficienza energetica è stata notevolmente migliorata, portando a un incremento delle prestazioni energetiche di circa il 45% rispetto alle norme attuali. Per la sua ristrutturazione, a proposito, sono stati utilizzati mattoni e cemento con isolamento termico e finestre con doppi vetri.
Inoltre, a ovest di Copenaghen, nella città di Roskilde in Danimarca, è stata effettuata la ristrutturazione e trasformazione di un edificio residenziale a basso consumo energetico, il Sems Have: in questo caso l’involucro termico è stato migliorato utilizzando pareti con fino a 480 mm di isolamento, 400 mm per il tetto, e con finestre a triplo vetro a basso consumo energetico.
Molto interessante è anche il caso della Maison DOISY, una casa unifamiliare situata nella cittadina francese di Niort che vanta pareti in mattoni e un tetto isolato con lana minerale all’interno; per il suo riscaldamento è stata utilizzata una caldaia a condensazione a gas, distribuita tramite un sistema di riscaldamento a pavimento.
Citiamo infine l’Università di Londra, che di recente ha cercato di ristrutturare le biblioteche per i suoi studenti con un approccio green. L’edificio vanta ad oggi una lastra di cemento sul tetto e mattoni isolanti. Per regolare il comfort termico degli ambienti la struttura sfrutta un sistema basato sul passaggio di acqua calda ma a temperature contenute.
Speranze e prospettive per il futuro
Va da sé che potrebbero comunque essere necessari alcuni anni prima che ogni nuovo edificio raggiunga un reale stato di energia zero e che la maggior parte degli edifici esistenti venga ristrutturata in modo soddisfacente per diventare edifici a quasi zero energia. Tuttavia, risulta evidente come questo tipo di approccio potrebbe essere realmente fondamentale per costruire città del futuro davvero sostenibili.