L’economia circolare, l’idea per cui prodotti e risorse non vanno solo usati e poi gettati ma si possono (e anzi si devono) recuperare e ricondizionare, è un principio importante rispetto al quale stiamo davvero facendo passi da gigante. Il livello di attenzione alla sostenibilità, alle tematiche climatiche e ambientali, non è mai stato così elevato, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che quotidianamente cercano nuovi strumenti per sensibilizzare il pubblico mainstream rispetto ad argomenti che dovrebbero interessare tutti noi. Il 2023, da questo punto di vista, è stato un anno d’oro: sono infatti stati tanti i progetti entusiasmanti che hanno messo al centro l’economia circolare, creando valore economico proteggendo e ripristinando al contempo le risorse naturali.
Ecco alcune delle iniziative legate all’economia circolare più interessanti lanciate in questi ultimi mesi.
Plastic Free Movida
Senza dover per forza prendere un aereo e girare il mondo, vale certamente la pena citare prima di tutto Plastic Free Movida (PFM), un’importante iniziativa nata dall’associazione LessGlass e sviluppata insieme a greenTO nella città di Torino. L’obiettivo di PFM è ridurre il consumo di plastica usa e getta aumentando il livello di consapevolezza delle persone rispetto agli sprechi di questo materiale. In sostanza, si tratta di un sistema integrato tra i vari locali della città, che permetterà di usare in modo inedito i bicchieri rigidi, lavabili e riutilizzabili: grazie ad esso sarà possibile infatti prendere un bicchiere in un locale riconsegnandolo, senza alcun problema, in un altro dei locali aderenti.
Zero Waste City di San Francisco
San Francisco è diventata una metropoli pioniera nell’ambito dell’economia circolare con il suo progetto “Zero Waste City”, traducibile in italiano come “Città senza rifiuti”. L’obiettivo di questo progetto davvero molto ambizioso è ridurre per quanto possibile la quantità di rifiuti inviati alle discariche, attraverso il riciclaggio, il compostaggio e il riutilizzo (anche creativo) dei materiali. Questo programma è rivolto alle aziende, alle istituzioni e a tutti cittadini, con la speranza che un pubblico sempre più nutrito inizi ad adottare pratiche di consumo sostenibile e sostenga iniziative locali di economia circolare.
L’impegno di “The Ocean Cleanup” nei mari del mondo
L’iniziativa “The Ocean Cleanup”, fondata dal giovanissimo attivista e inventore olandese Boyan Slat, si sta occupando in modo lodevole del grave problema della plastica negli oceani del mondo. Utilizzando una combinazione di tecnologie avanzate, questa organizzazione sta raccogliendo e riciclando tonnellate di plastica che fluttuano nei nostri oceani, per trasformarla in prodotti durevoli e sostenibili. Questo progetto non solo protegge gli ecosistemi marini, ma valorizza le potenzialità economiche legate al riutilizzo della plastica gettata come rifiuto. Il primo prodotto creato proprio grazie al progetto è stato un paio di occhiali da sole con la plastica recuperata e riciclata dai rifiuti della Great pacific garbage patch: il 100% del ricavato del prodotto è andato alla no-profit per permetterle di portare avanti la sua operazione di pulizia e avviare nuovi progetti. Basti pensare che i proventi di un singolo paio di occhiali permettono la pulizia di un’area di oceano delle dimensioni di 24 campi di football.
The Circular Apparel Innovation Factory
Il settore dell’abbigliamento è uno dei più inquinanti al mondo, ma il progetto “The Circular Apparel Innovation Factory” sta cercando di portare un importante cambiamento proprio da questo punto di vista. Questa iniziativa ha riunito designer, produttori e ricercatori per cercare di sviluppare soluzioni innovative per l’abbigliamento sostenibile. L’obiettivo è sperimentare nuovi materiali riciclati, design modulari e strategie di produzione a basso impatto ambientale per creare un settore dell’abbigliamento più circolare ed eco-friendly possibile.
Il concetto dell’urban mining
La città può essere vista come una fonte preziosa di materie prime-seconde proprio grazie all’economia circolare. Attraverso i progetti di “urban mining”, o “miniera urbana”, si recuperano metalli pregiati da dispositivi elettronici dismessi. Ciò non solo contribuisce a ridurre la dipendenza dalle risorse minerarie, ma riduce anche il rischio di inquinamento da rifiuti elettronici. Basti pensare che secondo le stime del The Global E-Waste Monitor 2020 nel 2030 potremmo raggiungere circa 75 milioni di tonnellate di questo tipo di rifiuti, ossia 9 chilogrammi pro capite di prodotti all’anno. La cifra nel 2050 potrebbe inoltre aumentare fino a raggiungere le 120 milioni di tonnellate.
The E-Waste Recycling Hub in India
Attraverso il progetto “The E-Waste Recycling Hub” l’India si sta attivando per affrontare in modo sostenibile il tema dei rifiuti elettronici. Questa iniziativa si basa su centri di riciclaggio dell’e-waste, creando posti di lavoro a livello locale e riducendo il rischio di inquinamento da questo tipo di scarti, i cui effetti possono essere devastanti sia a livello ambientale sia da un punto di vista della salute pubblica. Tra i prodotti che The E-Wast Recycling Hub si impegna a recuperare, e ove possibile a ricondizionare, troviamo computer, stampanti, smartphone, macchine fotografiche e pezzi di console di videogame.