L’Earth Hour, la mobilitazione per il futuro del Pianeta del 25 marzo, arriva all’indomani della pubblicazione dell’ultimo rapporto sul clima dell’Ipcc: 3,5 miliardi di persone vivono in contesti altamente vulnerabili al cambiamento climatico. Ma l’inversione di rotta è ancora possibile.
L’Earth Hour, la grande mobilitazione internazionale per un futuro sostenibile in programma il 25 marzo, arriva a ridosso della pubblicazione del nuovo rapporto scientifico sul clima del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) dell’Onu. Che sottolinea come nella seconda decade di questo secolo si sia toccato il record storico di emissioni climalteranti e che 3,5 miliardi di persone (quasi la metà degli abitanti della Terra) vivano in contesti altamente vulnerabili al cambiamento climatico. L’Ora della Terra è l’evento ideato da WWF che dal 2007 unisce le persone di tutto il mondo nel gesto simbolico di spengere le luci per un’ora, a rappresentare la forza di un’azione condivisa per salvare il Pianeta. Alle 20.30 del 25 marzo di quest’anno verranno spente anche le luci del Colosseo.
Neutralità climatica: primo passo è ridurre i gas serra del 43% entro il 2030
Più di un secolo di utilizzo di combustibili fossili e di uso iniquo e non sostenibile dell’energia e del suolo hanno portato a un riscaldamento globale di 1,1°C ed eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi, che hanno causato impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone in ogni regione del mondo. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e frenare il riscaldamento globale, in modo che non superi di un grado e mezzo i livelli pre-industriali, occorre secondo gli esperti dell’Ipcc abbattere le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 e, per farlo, occorre cambiare marcia rispetto al ritmo seguito fino a questo momento. “L’integrazione di un’azione climatica efficace ed equa non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e le persone, ma fornirà anche benefici più ampi”, è la sintesi di Hoesung Lee, presidente di Ipcc. “Il nostro studio evidenzia l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti”.
Raggiungere la neutralità climatica è possibile per IPCC
Il report invita i rappresentanti delle istituzioni a stilare un cronoprogramma credibile per ridurre rapidamente le emissioni in tutti i settori, potenziare gli sforzi per rafforzare la resilienza agli eventi meteorologici estremi e proteggere gli ambienti naturali. “Questo rapporto rappresenta la più completa raccolta di dati scientifici sul clima dall’ultima valutazione, pubblicata quasi un decennio fa” sottolinea Stephanie Roe, responsabile scientifica del Wwf su Clima ed Energia e una delle autrici principali del rapporto. “Alcuni Paesi stanno già ottenendo riduzioni sostenute delle emissioni, ma non sono sufficienti. Con le emissioni attuali ancora al livello più alto della storia dell’umanità, siamo fuori strada e la finestra per limitare il riscaldamento a 1,5°C si sta rapidamente chiudendo”. Per WWF il raggiungimento dei risultati auspicati nel report è possibile: soluzioni per dimezzare le emissioni entro il 2030 sono state identificate in ogni settore e il costo delle energie rinnovabili, come eolico e solare, è sceso fino all’85% nell’ultimo decennio. Inoltre, è stata identificata la necessità di conservare dal 30% al 50% della superficie terrestre, dell’acqua dolce e degli oceani per mantenere la resilienza della biodiversità e dei servizi ecosistemici su scala globale.