Anche l‘estate 2024 è stata, purtroppo, all’insegna degli incendi nel nostro Paese. L’Italia si è confermata quest’anno come il Paese europeo si è registrato il numero maggiore di eventi simili, anche se in altre nazioni (come la Spagna o il Portogallo) le fiamme sono state in grado di distruggere un numero maggiori di ettari. Per fortuna, c’è chi si sta attivando per porre fine a questa piaga: una delle soluzioni alle quali stiamo facendo affidamento sempre più spesso è, a proposito, l’uso del drone antincendio. Vediamo insieme come funzionano questi dispositivi e perché presentano tantissimi vantaggi.
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La tecnologia del drone antincendio
Quello degli incendi boschivi è uno dei problemi più gravi che ci troviamo ad affrontare in Italia e all’estero ed è purtroppo destinato ad aumentare in futuro, a meno che non si riesca ad invertire la tendenza climatica. Al di là degli incendi dolosi, provocati da folli piromani, infatti, sappiamo molto bene come il cambiamento climatico in atto sia uno dei principali fattori di rischio dietro al fenomeno. Tanto più secchi sono le piante e i terreni, tanto più alta è la probabilità che si propaghi il fuoco, spesso con effetti devastanti. Ecco perché un drone antincendio può rappresentare in questo senso una vera e propria manna dal cielo.
I droni sono equipaggiati tra le altre cose con sensori lidar e sistemi di imaging, che consentono loro di valutare rapidamente le situazioni di incendio e raccogliere informazioni vitali in un tempo molto limitato. Sono inoltre dotati di telecamere termiche, capaci di rilevare zone dove la temperatura è molto elevata e punti caldi all’interno di strutture in fiamme, fornendo in questo modo delle informazioni molto preziose ai vigili del fuoco impegnati a combattere l’incendio. La loro prospettiva aerea migliora la consapevolezza situazionale e la pianificazione, e aiuta i vigili del fuoco a prendere decisioni cruciali in modo efficace ed efficiente.
I vantaggi
Alla luce di quanto evidenziato fino a questo punto, risulta piuttosto evidente come uno dei principali punti di forza dei droni antincendio sia il fatto che essi permettono di sorvegliare rapidamente vaste aree colpite dal fuoco. I metodi tradizionali di valutazione dei danni da incendio, infatti, presentano uno svantaggio di non poco conto: spesso richiedono che le squadre a terra ispezionino fisicamente le aree interessate, un processo che può richiedere tempo, senza contare che può mettere in pericolo il personale.
Questo tipo di dispositivi è capace di coprire vaste estensioni di terreno, catturando immagini e video ad alta risoluzione che forniscono informazioni dettagliate sull’estensione dell’incendio e sui danni causati da esso.
Oltre ovviamente a spegnere gli incendi stessi, questi particolari droni possono anche essere utilizzati per operazioni di ricerca e soccorso durante le emergenze. Questa capacità, a dir poco straordinaria, è legata alla presenza di sensori avanzati e telecamere termiche installati su di essi che possono localizzare e identificare rapidamente le persone in difficoltà, fornendo dati importantissimi alle squadre di soccorso. La loro capacità di navigare attraverso terreni difficili e raggiungere aree remote li rende una risorsa davvero insostituibile nelle situazioni di emergenza, dove il fattore tempo è essenziale.
Si ricordi, infine, che gli incendi spesso continuano a divampare anche dopo il tramonto e che una grossa fetta delle operazioni si devono dunque svolgere anche a notte fonda. I droni antincendio sono altresì dotati di potenti fari che illuminano le scene degli incendi durante le operazioni notturne, migliorando così la visibilità per i vigili del fuoco e garantendo di conseguenza lo svolgimento di manovre più sicure in condizioni di scarsa luminosità.
Le sfide del futuro
Per completezza di informazione vale comunque anche la pena evidenziare quali sono gli aspetti negativi legati ai droni antincendio sui quali è ancora necessario lavorare.
Per esempio, è importante ricordare che la maggior parte dei droni vanta una durata della batteria limitata, il che può restringere il tempo operativo sul campo: potrebbe dunque essere necessario ricaricare frequentemente o sostituire le batterie, riducendo la loro efficacia durante incidenti prolungati. C’è inoltre un tema di capacità limitata: rispetto, ad esempio, ai canadair, i droni generalmente possono trasportare meno acqua o ritardante e questo può renderli meno efficaci per incendi su larga scala. Non è inoltre da escludere che un drone possa affrontare problemi tecnici come interferenze GPS, guasti nelle comunicazioni o malfunzionamenti del software, che possono ostacolare la sua efficacia se non addirittura causare incidenti.
Un nuovo paradigma antincendio
Particolarmente interessante in quest’ottica è stato il recente utilizzo di stazioni di attracco per droni, (chiamate anche sistemi “drone-in-a-box”), che in tempi non sospetti sono emerse come strumenti fondamentali per modernizzare ulteriormente queste operazioni di lotta agli incendi. Tali stazioni automatizzate fungono da hub integrati per il dispiegamento, la ricarica, la trasmissione dei dati e l’alloggiamento dei veicoli aerei senza equipaggio (UAV) progettati per combattere gli incendi.
L’integrazione di questi sistemi nelle strategie implementate dai pompieri ha portato a un cambiamento di paradigma totale nella gestione delle emergenze, che include l’uso di piattaforme software avanzate basate sull’Intelligenza Artificiale in grado di raggiungere livelli di efficenza fino ad oggi inediti. Non si tratta di una rivoluzione da poco: intercettando gli incendi in tempo utile e spegnendoli prima che diventino incontrollabili sarà possibile non solo risparmiare milioni di euro di danni ma anche salvare moltissime vite umane.