Semaforo verde da parte del Consiglio Ue alla proposta di Direttiva europea sulla riparazione dei beni, che riconosce ai consumatori il diritto di poter riparare i propri beni invece di smaltirli, detta obblighi per i produttori e regole di gestione. Un sicuro passo avanti verso la transizione ecologica.
Rimuovere gli ostacoli che scoraggiano i consumatori alla riparazione dei beni, come i disagi, la mancanza di trasparenza o la difficoltà di accesso ai servizi di riparazione. È questo l’obiettivo della proposta di Direttiva recante norme comuni che promuovono la riparazione dei beni, nota anche come Direttiva sul diritto alla riparazione, che fa parte della Nuova Agenda dei consumatori e del Piano d’azione per l’economia circolare, e si integra con altre recenti iniziative legislative volte a promuovere il consumo sostenibile. Come la proposta di Regolamento sulla progettazione ecocompatibile, che promuoverà la produzione di prodotti riparabili e la proposta di Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che consentirà ai consumatori di prendere decisioni di acquisto più informate.
Diritto alla riparazione: cosa prevede la Direttiva
La proposta di Direttiva sul diritto alla riparazione è stata presentata dalla Commissione europea il 22 marzo di quest’anno; il 22 novembre scorso il Consiglio europeo ha ufficializzato il mandato negoziale, da discutere con il Parlamento Ue, per definire gli obblighi di riparazione dei produttori; delimitare il perimetro di coloro che devono ricevere le informazioni sui servizi di riparazione a coloro che hanno l’obbligo di riparare i prodotti difettosi; promuovere una piattaforma europea di riparazione online; introdurre un’estensione del periodo di responsabilità del venditore in caso di riparazione. In particolare, il mandato impone ai produttori di eseguire le riparazioni entro un termine ragionevole e, a meno che il servizio non sia fornito gratuitamente, a un prezzo ragionevole, in modo che i consumatori non siano dissuasi dall’esercitare i propri diritti.
Lo scopo principale della nuova legislazione è di allungare la vita dei prodotti. Prima di tutto incentivando i consumatori a ricorrere in modo semplice e organizzato alla riparazione, in luogo dell’acquisto di un nuovo prodotto e lo smaltimento di quello vecchio. Scelta che, allo stesso tempo, dovrebbe incentivare il recupero di professioni legate al settore delle riparazioni all’interno di ciascun Paese; professioni che le delocalizzazioni produttive degli ultimi due decenni hanno praticamente spazzato via. Un modo concreto – sostengono all’unisono la Commissione e il Consiglio europeo – per promuovere modelli di business più sostenibili, con prospettive economiche interessanti.
I nuovi diritti dei consumatori
Grazie alla Direttiva sul diritto alla riparazione, i consumatori avranno a disposizione una nuova serie di diritti e strumenti:
- il diritto di richiedere la riparazione di prodotti tecnicamente riparabili (ad esempio lavatrici o telefoni cellulari);
- il diritto di ricevere dai produttori le informazioni sui prodotti che questi sono legalmente obbligati a riparare;
- un modulo europeo di informazioni sulla riparazione che i consumatori possono richiedere a qualsiasi riparatore, apportando trasparenza alle condizioni e ai prezzi di riparazione;
- una piattaforma di matchmaking per riparazioni online per mettere in contatto i consumatori con i riparatori nella loro zona;
- una proroga di sei mesi del periodo di responsabilità del venditore in caso di riparazione.
Per ridurre la burocrazia per i piccoli riparatori, solo coloro che hanno l’obbligo legale di riparare dovranno fornire, su richiesta, il modulo di riparazione standardizzato dell’Unione europea. Per tutti gli altri riparatori, la fornitura del modulo dovrebbe rimanere facoltativa. Il modulo sarà fornito gratuitamente; al consumatore potrebbe invece essere chiesto di pagare il costo del servizio diagnostico. Secondo la posizione del Consiglio, le informazioni chiave incluse nel modulo saranno valide per 30 giorni, ma consumatore e riparatore possono concordare di estendere questo periodo.
Il Consiglio propone inoltre la realizzazione di una piattaforma online di riparazione europea, per garantire un migliore coordinamento su questo tema, anche se gli Stati membri potranno mantenere le piattaforme nazionali di riparazione online esistenti o crearne di nuove, a patto che soddisfino le condizioni stabilite dalla Direttiva.
In ogni caso, viene salvaguardato il diritto del consumatore di scegliere tra la riparazione e la sostituzione del prodotto difettoso, entro il periodo di responsabilità del venditore. In caso di riparazione, il periodo di responsabilità sarà prolungato di sei mesi dal momento in cui il prodotto viene reso conforme; con la facoltà per gli Stati membri, se lo desiderano, di prolungarlo ulteriormente. Il venditore dovrà informare il consumatore del suo diritto alla riparazione o alla sostituzione del prodotto, nonché della proroga del periodo di responsabilità in caso di riparazione.