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Diritto alla riparazione: cos’è e perché è importante per la sostenibilità

La revisione di un veicolo
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Sarà capitato a chiunque di ritrovarsi con un telefono non più funzionante, o con una parte meccanica di un elettrodomestico staccata, magari dopo la fine del periodo di garanzia. In questi casi non ci si dovrebbe disperare, perché abbiamo ancora la possibilità di avere accesso ad un importante tutela, il diritto alla riparazione, garantito dalla normativa europea attualmente in vigore. Scopriamo insieme che cosa comporta esattamente e perché è così importante anche da un punto di vista della sostenibilità ambientale.

Indice contenuti

Cos’è il diritto alla riparazione

Il diritto di riparazione protegge i consumatori che possono fare aggiustare i loro prodotti rotti anche fuori garanzia: ecco perché è importante.
La batteria di uno smartphone

Allungare la vita dei prodotti che utilizziamo quotidianamente è possibile proprio grazie al diritto alla riparazione. Si tratta di una tutela importantissima alla quale gli eurodeputati europei sono riusciti ad arrivare dopo anni di contrattazioni.

La normativa prevede nello specifico la possibilità di far aggiustare i propri prodotti anche al di fuori della garanzia prevista, ricevendo non soltanto informazioni da parte dell’azienda produttrice ma anche tutti i pezzi di ricambio necessari per la riparazione. Grazie a queste nuove disposizioni della Comunità Europea, i produttori saranno obbligati non solo a rendere possibile la riparazione dei loro prodotti, ma dovranno al contempo garantire che essa avvenga a prezzi ragionevoli e con delle tempistiche non troppo lunghe.

I dettagli della normativa UE

Nel mese di aprile 2022, il Parlamento Europeo aveva sollecitato la Commissione a elaborare una proposta legislativa riguardante il diritto alla riparazione dei prodotti durevoli e riparabili. La Commissione ha, infine, presentato la sua proposta definitiva’ nel marzo 2023. Ecco tutto quello che prevede ad oggi:

  • I venditori saranno tenuti a privilegiare la riparazione durante il periodo di garanzia legale, a condizione che risulti più vantaggiosa o equivalente in termini di costo rispetto alla sostituzione del prodotto;
  • La garanzia legale sarà estesa a un anno dopo la riparazione del prodotto
  • I consumatori avranno il diritto di richiedere la riparazione di dispositivi come lavatrici, aspirapolveri e smartphone anche dopo la scadenza della garanzia. Si ricordi che l’elenco completo delle categorie di prodotti che possono essere riparati potrà essere ampliato nel tempo;
  • Durante il processo di riparazione, sarà offerta la possibilità di noleggiare un dispositivo sostitutivo:
  • Nel caso in cui un dispositivo fosse considerato irreparabile, ai consumatori verrà proposta in ogni caso l’opzione di acquistare un’unità ricondizionata come alternativa;
  • Per agevolare la ricerca dei centri di riparazione più vicini, sarà lanciata una piattaforma europea con sezioni specifiche per ogni Paese;
  • I consumatori riceveranno incentivi per scegliere di riparare i prodotti anziché sostituirli con nuovi. Si cercherà sempre di puntare sulla riparazione piuttosto che sulla sostituzione.
  • Sarà assicurata la durabilità dei prodotti, la loro facilità di riparazione e la presenza di parti rimovibili e sostituibili.

L’entrata in vigore della direttiva

Dopo l’approvazione formale del Consiglio dell’Unione Europea, ogni Stato membro avrà un periodo di 24 mesi dalla pubblicazione per recepire la direttiva nel proprio sistema giuridico. Ciò implica che per la sua effettiva applicazione bisognerà avere ancora un po’ di pazienza; le norme attuative potrebbero differire notevolmente da un Paese all’altro, poiché ciascun Paese (ovviamente compresa l’Italia) ha la possibilità di adattare la direttiva europea alle caratteristiche del proprio mercato locale.

Perché è un diritto importante per l’ambiente

Ecco perché il diritto alla riparazione è così importante, non sono per i consumatori ma anche dal punto di vista ambientale.
Un tecnico che monta un chip

Da diverso tempo il consumo di materiali nell’Unione Europea (UE), soprattutto nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (anche chiamate EEE), è particolarmente alto ed è inoltre in crescita.

Ciò è causa di significativi impatti ambientali e sociali lungo l’intera catena del valore, dall’estrazione delle materie prime fino al trattamento dei rifiuti elettronici, sia dentro che fuori l’UE. Pensiamo ad esempio che secondo l’International Resource Panel del 2019 metà delle emissioni totali di gas serra (GHG) e il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico sono collegati all’estrazione e alla lavorazione delle risorse legate al consumo di apparecchiature elettroniche. Inoltre, le attività minerarie, che si svolgono per la maggior parte al di fuori dell’UE (secondo un report di Eurometaux del 2022), generano anche impatti negativi sulle comunità locali, spesso sotto forma di violazioni dei diritti umani (si parla per esempio di sfollamento forzato delle persone e di accesso limitato a terreni e acqua pulita). Purtroppo non finisce qui: la mancanza di una raccolta e di un riciclaggio adeguati dei rifiuti elettronici, insieme al commercio illegale dei cosiddetti e-waste nell’UE, porta all’accumulo di rifiuti elettronici nelle discariche in condizioni inadeguate. L’accumulo di tali rifiuti e lo smaltimento inadeguato di questi materiali causano contaminazione del suolo e dell’acqua e importanti emissioni di gas serra.

L’introduzione di una simile direttiva svolge, in definitiva, un ruolo cruciale nella riduzione di questo flusso di materiali, contribuendo così a mitigare le sue conseguenze ambientali e sociali. Va tra l’altro ricordato che tutte le politiche relative all’economia circolare possono avere importanti effetti collaterali, sia ambientali che sociali, e per questo richiedono un’analisi attenta durante la loro progettazione.

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Alberto Muraro

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