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Decreto aree idonee per le rinnovabili: cosa cambia con la nuova normativa

Un parco eolico
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Il Governo italiano ha stabilito lo scorso 21 giugno 2024 una serie di nuove linee guida per identificare le aree adatte all’installazione di impianti eolici e fotovoltaici nel nostro Paese. L’obiettivo è accelerare la transizione energetica e raggiungere i traguardi previsti entro il 2030, in linea con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e il Green Deal europeo.

Indice contenuti

Cosa dice la nuova normativa

'Scopri tutti i dettagli sul Decreto aree idonee per le rinnovabili, lanciato nell'estate 2024: ecco cosa prevede e che cambiamenti sono in arrivo.
Impianto di produzione di energia rinnovabile

La direttiva europea 2018/2001/UE e il regolamento (UE) 2021/1119 hanno stabilito un quadro per la promozione delle energie rinnovabili e per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. L’Italia, adeguandosi a queste direttive, ha introdotto normative che mirano a semplificare le procedure autorizzative per gli impianti di energia rinnovabile, con l’obiettivo di favorire la loro diffusione su scala nazionale.

La nuova normativa prevede criteri uniformi per l’identificazione delle superfici e delle aree idonee, con particolare attenzione alla tutela del paesaggio, del patrimonio culturale e delle aree agricole. Si tratta di un equilibrio complesso tra l’esigenza di espandere le energie rinnovabili e la necessità di salvaguardare il territorio e le sue peculiarità.

Criteri di idoneità: innovazione e sostenibilità

Il decreto introduce nuovi criteri chiari per determinare l’idoneità delle aree, privilegiando:

  1. Superfici artificiali e dismesse: Aree industriali dismesse, capannoni, parcheggi e altre superfici già antropizzate sono al centro della strategia. Questa scelta mira a ridurre il consumo di suolo e a minimizzare l’impatto ambientale;
  2. Aree agricole marginali: le superfici agricole non utilizzabili per la coltivazione vengono incluse nel piano, in linea con un approccio che intende coniugare agricoltura e produzione energetica;
  3. Infrastrutture esistenti: Il decreto incoraggia l’uso di tetti e superfici di edifici per impianti fotovoltaici, una misura che potrà avere un impatto positivo anche su contesti urbani;
  4. Minimizzazione dell’impatto ambientale: è previsto un attento monitoraggio per garantire che i nuovi impianti rispettino criteri di sostenibilità, qualità dell’aria e protezione dei corpi idrici.

Ruolo delle Regioni e delle province autonome

Un aspetto cruciale della normativa è il coinvolgimento delle Regioni e delle province autonome. Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto, le regioni sono chiamate a identificare con legge le aree idonee: tale processo sarà supportato da una piattaforma tecnologica dedicata, che faciliterà la raccolta di dati e la pianificazione strategica.

In caso di inadempienza, il decreto prevede l’applicazione di misure sostitutive, con il coinvolgimento del Governo centrale. Questo meccanismo garantisce che il processo di individuazione delle aree non subisca ritardi e che gli obiettivi del Piano Energia e Clima Nazionale vengano rispettati.

Ripartizione della potenza installata

Per assicurare una distribuzione equa della produzione energetica, la normativa stabilisce una ripartizione della potenza installata tra le Regioni. Questa misura tiene conto delle caratteristiche geografiche, della domanda energetica e delle infrastrutture esistenti. Inoltre, è previsto un sistema di monitoraggio che permetterà di verificare il rispetto degli impegni assunti e di attuare eventuali trasferimenti statistici tra le Regioni.

L’Integrazione del Decreto con il PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gioca un ruolo centrale nella strategia italiana per le energie rinnovabili. La normativa sulle aree idonee si inserisce all’interno della Missione 2 del PNRR, che prevede semplificazioni normative e l’introduzione di nuovi incentivi per accelerare la transizione energetica. Questo approccio sinergico consente di sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea.

Sfide e opportunità

La nuova normativa affronta sfide importanti, tra cui:

  • Coinvolgimento attivo della società: il coinvolgimento delle comunità locali sarà essenziale per superare eventuali opposizioni legate a progetti ritenuti invasivi;
  • Equilibrio tra ambiente e sviluppo: la tutela del paesaggio e della biodiversità resta una priorità, ma richiede una pianificazione attenta per evitare conflitti tra gli obiettivi ambientali ed energetici.

D’altro canto, le opportunità sono altrettanto rilevanti:

  • Crescita economica e occupazionale: l’espansione delle rinnovabili potrebbe creare nuovi posti di lavoro e stimolare l’innovazione tecnologica;
  • Riduzione della dipendenza energetica: incrementare la produzione nazionale di energia rinnovabile contribuirà a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili importate da Paesi esteri, su tutti la Russia.

Principi guida

Esplora tutti gli aspetti del Decreto sulle aree idonee per le energie rinnovabili, introdotto nell'estate del 2024: scopri cosa include e e le sue novità.
Impianto eolico sul mare

Le Regioni individueranno le aree più adatte considerando le seguenti linee guida:

  • La massimizzazione delle superfici disponibili per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica, tutelando ambiente, territorio, paesaggio, biodiversità, ecosistemi, patrimonio culturale e produzione agroalimentare;
  • La classificazione delle aree per tipologia, fonte e dimensione degli impianti;
  • Le aree già classificate idonee dal D.Lgs. 199/2021.

Ecco invece tutto quello che c’è da sapere rispetto alle categorie di superfici.

  1. Iter accelerato: sarà concesso ad aree con procedura agevolata per impianti rinnovabili (secondo l’art. 22, D.Lgs. 199/2021).
  2. Incompatibili: zone inadatte a specifici impianti;
  3. Iter Ordinario: superfici non incluse nelle categorie sopra, soggette a regimi autorizzativi ordinari (D.Lgs. 28/2011).
  4. Vietate: terreni agricoli protetti dal D.L. Agricoltura per impianti fotovoltaici a terra.
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Alberto Muraro

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