Un breve viaggio tra territori e comunità che si candidano per ospitare gli hub nazionali dell’idrogeno in risposta all’avviso pubblico del MiTE
Le candidature di Regioni e Province autonome per ospitare sul proprio territorio una delle hydrogen valleys nazionali finanziate col mezzo miliardo del Pnrr devono essere presentate entro l’11 di questo mese. È la scadenza prevista dall’avviso pubblico reso noto dal Ministero della Transizione Ecologica lo scorso 27 gennaio. Enti locali e sistemi produttivi sono al lavoro. E su molti territori alcune iniziative già in corso sono potenzialmente candidabili. Ecco una rapida carrellata di quanto si muove e si dice a livello locale, partendo dal meridione, destinatario del 50% dei fondi disponibili.
Puglia
In Puglia il Consorzio per lo sviluppo industriale e servizi reali alle imprese di Brindisi (consorzio ASI) ritiene una buona opportunità l’avviso pubblico del MiTE. Vittorio Rina, presidente del consorzio, ha proposto la candidatura di Brindisi al competente dipartimento regionale. I sindacati fanno il tifo. Carlo Perrucci, segretario Generale Uiltec Brindisi: “Brindisi sembra essere la candidata ideale dell’avviso pubblico. Si pensi all’intera area di Cerano, quale area dismessa, o quella del Petrolchimico, con molte aree vuote e inutilizzate”.
Basilicata e Sicilia
Anche in Basilicata e in Sicilia i sindacati fanno sentire la propria voce. “Non possiamo perdere l’opportunità di candidare ufficialmente la Basilicata ad ospitare centri di trasformazione energetica per la produzione di energie alternative, incluso l’idrogeno” ha affermato Vincenzo Tortorelli, segretario UIL Basilicata. “Determinanti saranno qualità del progetto e caratteristiche del sito, che in Basilicata deve rappresentare un nuovo distretto energetico, che guarda al superamento di quello Eni Val d’Agri”. E proprio ieri, il presidente della Giunta lucana, Vito Bardi, ha annunciato che la Regione “ha inviato la manifestazione di interesse al Bando”. “L’avviso pubblico del Ministero per la Transizione ecologica rappresenta un’opportunità unica e imperdibile in un territorio come il nostro”, hanno dichiarato i segretari generali di Uil e Uiltec Sicilia, Luisella Lionti e Peppe Di Natale. “La nostra Isola ha tutte le caratteristiche per ospitare un grande hub per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno verde. La campanella suona l’11 febbraio. Saremo presenti?”
Marche
Quando ancora l’avviso del MiTE doveva essere pubblicato, il vice presidente della Regione Marche Mirco Carloni, si è rivolto al tessuto imprenditoriale marchigiano esortando gli imprenditori a non farsi trovare impreparati. “Ho fatto pubblicare un avviso rivolto alle imprese – affermava alla fine del mese scorso – con lo scopo di individuare i progetti che potrebbero candidarsi, per la Regione Marche, al finanziamento del bando ministeriale nell’ambito delle tecnologie e sistemi ad idrogeno”. E ancora: “a dicembre abbiamo incontrato le associazioni di categoria e il Comitato regionale per le politiche energetiche, al fine di preparare il territorio regionale alla formulazione di proposte progettuali sull’idrogeno”.
Piemonte e Veneto
Anche il Piemonte, precorrendo i tempi dell’avviso pubblico, si è candidato a territorio leader nella filiera dell’idrogeno. Anzi, secondo chi lo governa, proprio l’idrogeno, con automotive, aerospazio e intelligenza artificiale saranno asset strategici del futuro economico e industriale dalla Regione. E infatti anche di questo, riferiscono le cronache, hanno parlato il presidente della Regione Alberto Cirio, e l’assessore alle Infrastrutture e trasporti Marco Gabusi, a novembre, durante gli incontri al ministero della Transizione ecologica e a quello delle Infrastrutture. In Veneto, Marghera punta sull’idrogeno con il consorzio di aziende Hydrogen Park, nato nel 2003 con lo scopo di integrare transizione ecologica e investimenti industriali e in cui da gennaio è entrata anche Edison. La Regione si candida al bando del MiTE e sarà il consorzio a sviluppare le proposte progettuali. Secondo l’assessore regionale allo Sviluppo economico e all’Energia, Roberto Marcato “Venezia e il Veneto rappresentano un soggetto ideale per sviluppare un polo dell’idrogeno”. Nello specifico, ha spiegato in una nota, “a partire da Venezia si potrebbero individuare altri distretti/filiere su tutto il territorio regionale, ove realizzare le applicazioni in argomento fino alla creazione di una vera e propria filiera regionale dell’idrogeno”.
Le altre potenziali hydrogen valleys
Iniziative papabili ce ne sono molte. Il porto di Civitavecchia ha l’ambizione di diventare la prima “hydrogen valley” portuale italiana, sviluppando il collegamento con l’entroterra e, in particolare, con le acciaierie di Terni. Poi c’è il progetto Agnes al largo della costa romagnola, firmato da Eni: sarà interamente offshore e utilizzerà le piattaforme di estrazione del gas dismesse per ospitare due parchi eolici, un parco fotovoltaico e un elettrolizzatore da 4.000 tonnellate l’anno. Sempre Eni, nella Bioraffineria di Gela, ha già realizzato un impianto per la produzione di idrogeno con processo di steam reforming di fossili (quindi idrogeno grigio), ma sta lavorando con Enel alla realizzazione di un elettrolizzatore da alimentare con elettricità da fonti rinnovabili che produrrebbe quindi idrogeno verde.