Siamo sempre stati abituati a consumare prodotti e servizi non appena ci vengono serviti, senza porre (quasi) mai la giusta attenzione a tutti i processi che sottendono al consumismo. Il capitalismo ci ha sempre portato a pensare ad un unico modello, quello del paga-ricevi-consuma-butta. Evidentemente, la realtà è molto più complessa: in un periodo storico in cui è sempre maggiore l’attenzione verso le tematiche dell’ecologia e della sostenibilità è necessario più che mai conoscere il ciclo di vita dei prodotti. Un atteggiamento sostenibile emergerà proprio dalla presa di coscienza della complessità che si cela dietro tutto quello che quotidianamente ci finisce in mano.
Non è un caso, d’altra parte, se sempre più aziende stanno cercando di attivarsi per informare la loro clientela riguardo al ciclo di vita (sostenibile) di ciò che offrono ai loro clienti. Vediamo dunque quali sono tutte le fasi di questo affascinante processo.
Come funziona e cos’è il life cycle assessment
Per riuscire a valutare quanto i business si stiano effettivamente impegnando in maniera attiva nella creazione di prodotti sostenibili (o comunque con un impatto ambientale ridotto) è necessario utilizzate il cosiddetto life cycle assessment, uno strumento molto utile che ci permette di misurare le prestazioni ambientali di un servizio o di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita.
Questo metodo di valutazione prende in considerazione ogni singola fase del processo di produzione e analizza dunque le modalità di estrazione delle materie prime, quante risorse sono state utilizzate nella pianificazione e nella progettazione del prodotto, quanta energia è stata utilizzata per la produzione, l‘imballaggio e la distribuzione, qual è stato l’impatto dall’uso effettivo del prodotto e infine quali quantità di rifiuti e inquinamento che esso ha generato.
Attraverso questo importante strumento, messo anche a disposizione delle stesse aziende, è dunque possibile effettuare delle scelte di consumo consapevoli. Avendo a disposizione i dati forniti dal life cycle assessment potremo dunque selezionare un prodotto piuttosto che un altro a seconda dell’impatto ambientale legato al suo consumo (ma anche, per l’appunto, a seconda dell’impatto di tutto il suo ciclo di vita). Vediamo ora insieme quali sono tutte e 5 le fasi del ciclo di vita di un prodotto e in che modo possono essere sostenibili.
1 . La selezione delle materie prime
Evidentemente, la primissima fase che porta alla creazione di un qualunque prodotto è la selezione e l’estrazione delle materie prime o delle risorse di cui la relativa azienda avrà bisogno per dare il via alla produzione.
Affinché questa fase possa essere definita sostenibile è prima di tutto necessario selezionare materiali riciclabili o biodegradabili. Pensando in prospettiva, inoltre, sarebbe importante preferire materiali durevoli e/o riparabili, in modo tale da ridurre il rischio di sprechi futuri.
2. Il trasporto delle materie prime
Per trasportare le materie prime selezionate fino alla fabbrica dove verranno processate spesso si fa affidamento a mezzi di trasporto inquinanti, tra i quali ovviamente spiccano tutti i mezzi pesanti come i camion su strada, le navi e gli aerei. Ognuno di questi produce una notevole quantità di emissioni di CO2, con un impatto complessivo sul pianeta Terra devastante.
Ecco perché in quest’ottica sarebbe meglio puntare su una produzione a chilometro zero, dove le risorse da processare si trovano molto vicine alle industrie dove andranno assemblate. In prospettiva, i business potrebbero anche iniziare ad investire su forme di trasporto alternativo o green, come sono ad esempio le auto elettriche.
3. La produzione
Generalmente la fase di produzione quella più intensa e dispendiosa a livello di energia e risorse, tra queste cinque. In questa fase sarà necessario fabbricare e assemblare le varie componenti del prodotto adottando processi eco-compatibili che riducano al minimo inquinamento e consumi energetici; in fase di produzione sarebbe inoltre meglio affidarsi a fonti di energia rinnovabili (per esempio l’energia eolica, o quella solare); infine, in fase di produzione è importante avere un occhio di riguardo nei confronti degli scarti prodotti, che se possibile andrebbero sempre conservati per essere eventualmente riutilizzati in futuro.
4. La distribuzione sul mercato
Per quanto riguarda il trasporto delle merci vale lo stesso principio già approfondito in precedenza: tanto più le aziende riusciranno a smarcarsi dai mezzi che utilizzano combustibili fossili tanto meglio sarà per l’ambiente.
Inoltre, nel momento in cui il prodotto finirà, per esempio, sugli scaffali dei supermercati sarà necessario evitare l’utilizzo di packaging usa e getta e in generale delle materie plastiche, una delle principali cause dell’inquinamento dei nostri mari.
5. Il riciclo e lo smaltimento
La fine della vita utile di un prodotto è un momento critico nel ciclo di vita sostenibile. Come il prodotto viene smaltito e gestito alla fine della sua vita utile può avere infatti un impatto significativo sull’ambiente. Alcuni aspetti da considerare in questa fase includono:
- Il riciclo: Il riciclo dei materiali del prodotto ridurrà la necessità di estrarre nuove risorse e porterà al minimo gli sprechi.
- Lo smaltimento sicuro: Se il prodotto contiene materiali pericolosi, il suo smaltimento dovrà essere gestito in modo sicuro per prevenire l’inquinamento dell’ambiente.
- Il recupero di materiali: Il recupero di materiali da prodotti in disuso potrà contribuire a ridurre la domanda di nuove risorse naturali.
Come anticipato, scegliendo materiali già riciclabili in partenza, creando prodotti che possono essere riassemblati/riutilizzati e vendendoli con un packaging eco-friendly le aziende renderanno sostenibile anche questa delicata parte del ciclo di vita del prodotto.