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Dal MASE le istruzioni per il rispetto del principio DNSH nella bonifica dei siti orfani

Bonificare un terreno inquinato per ripristinarlo allo stato di salute
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Il principio Do No Significant Harm (DNSH) è il prerequisito per accedere ai fondi del PNRR. Il MASE ha stilato un documento di supporto nelle attività di verifica e attestazione del rispetto del principio

Anche gli interventi di bonifica dei siti orfani (quei siti contaminati per i quali non c’è bonifica perché il responsabile dell’inquinamento non è individuabile o non provvede alla messa in sicurezza) devono, ovviamente, rispettare il principio Do No Significant Harm (DNSH). Introdotto nel 2020 con la Tassonomia europea (Regolamento (UE) 2020/852) il principio DNSH stabilisce che un’iniziativa è sostenibile solo se “non arreca un danno significativo” all’ambiente. Principio diventato poi prerequisito essenziale per tutti gli interventi dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR). E quindi anche per i progetti che ottengono finanziamenti del PNRR per risanare aree contaminate.

Allo scopo di fornire un’assistenza nelle attività di raccolta delle informazioni e di verifica degli elementi utili per documentare il rispetto di requisiti DNSH, il Ministero dell’economia e delle finanze ha predisposto nel 2021 una “Guida operativa per il rispetto del principio del DNSH”: ad ogni misura del PNRR sono associate schede tecniche DNSH pertinenti, una sintesi dei vincoli DNSH applicabili ad una determinata attività economica, i riferimenti normativi ed una serie di check-list di verifica e controllo. Partendo da qui, a metà febbraio, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ha pubblicato le “Istruzioni operative per il rispetto del principio DNSH” proprio per le bonifiche del suolo dei siti orfani (per gli appassionati della nomenclatura del PNRR, M2C4 investimento 3.4). Istruzioni che, si legge, “forniscono alcuni suggerimenti e indicazioni operative al fine di supportare i Soggetti attuatori (chi deve garantire la realizzazione dei progetti, ndr) nelle attività di verifica e attestazione del rispetto del principio DNSH relativamente alle attività di bonifica”.

Cos’è il principio DNSH

Introdotto dal Regolamento UE 2020/852 (il cosiddetto “Regolamento Tassonomia“), il DNSH impone che ogni investimento non rechi danno significativo a nessuno dei sei obiettivi ambientali fondamentali dell’Unione:

  1. Mitigazione dei cambiamenti climatici;
  2. Adattamento ai cambiamenti climatici;
  3. Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  4. Economia circolare, inclusa la gestione dei rifiuti;
  5. Prevenzione e riduzione dell’inquinamento;
  6. Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Ogni intervento finanziato dal PNRR deve quindi dimostrare di non compromettere questi obiettivi.

Come viene certificato il rispetto del DNSH

Il documento ministeriale è una sorta di vademecum per la verifica e l’attestazione del rispetto del DNSH.

La procedura per la verifica, nelle indicazioni del ministero, viene suddivise in due fasi principali:

Fase Ex Ante

Durante la progettazione, i soggetti attuatori devono produrre documentazione tecnica che dimostri l’assenza di impatti negativi sugli obiettivi ambientali: ad esempio le modalità di rispetto dell’obiettivo sulla mitigazione dei cambiamenti climatici potranno essere indicate all’interno della documentazione approvata nella Conferenza di Servizi. La valutazione ex ante riguarda ovviamente tutti e sei gli obiettivi indicati dalla Tassonomia, dalla riduzione delle emissioni di gas serra alla tutela della biodiversità;

Fase Ex Post

A conclusione degli interventi, i soggetti attuatori devono fornire prove documentali, come relazioni tecniche dell’ARPA o certificazioni delle autorità competenti, attestanti la conformità al principio DNSH. Per agevolare i soggetti attuatori, il documento ministeriale include una serie di check-list che consentono di verificare più agevolmente il rispetto del principio. Anche le check-list sono pensate sia per la fase progettuale ex ante che per la fase ex post

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