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Come affrontare le imminenti crisi idriche? Analisi e previsioni

Acqua versata in un bicchiere
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Gli ultimi dati UNESCO riferiti all’accesso all’acqua potabile in giro per il mondo fanno rabbrividire, a dir poco: ad oggi, infatti, oltre 2,2 miliardi di persone in giro per il mondo non riescono a bere a causa delle crisi idriche tuttora in corso, una problematica di gravità inaudita che non sta colpendo solo il Terzo Mondo, tutt’altro. Sempre più spesso, infatti, anche nei Paesi occidentali industrializzati (Italia compresa) assistiamo a gravi periodi di siccità che non andrebbero in alcun modo sottovalutati.

A causare la scarsità delle precipitazioni e i periodi di secca è il cambiamento climatico e il relativo innalzarsi delle temperature, che stanno in parallelo contribuendo al prosciugamento di un numero crescente di corsi d’acqua e di laghi oltre ovviamente allo scioglimento dei ghiacciai d’alta quota. Lo scenario futuro è inquietante più che mai (e lo sconvolgente caso del lago d’Aral dovrebbe insegnarci più di qualche lezione a riguardo) ma non tutto è ancora perduto. Con le giuste mosse da parte delle istituzioni nazionali e internazionali e con il contributo di tutti gli abitanti del pianeta Terra possiamo sperare di invertire questa pericolosa tendenza. Vediamo insieme come e quali sono le prospettive imminenti in questo senso.

Indice

Situazione attuale e prospettive

Le crisi idriche sono un pericolo serio per l'umanità che dobbiamo iniziare ad affrontare fin da subito: ecco tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo.
Un piccolo lago di montagna

Le informazioni raccolte di recente dall’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di cooperazione internazionale in materia di educazione, scienze, cultura, comunicazione e informazione sono preoccupanti, a dir poco. Sappiamo infatti che sono state ben 1,4 miliardi le persone colpite dalla siccità tra il 2021 e il 2022. Nel suo più recente rapporto in materia l’UNESCO ha inoltre evidenziato che “a partire dal 2022, circa la metà della popolazione mondiale ha sperimentato una grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno, mentre un quarto è stata costretta ad affrontare livelli estremamente elevati di stress idrico, usando oltre l’80% della fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile”.

Purtroppo però le brutte notizie non finiscono qui. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, infatti, l’ONU ha precisato che, se continueremo di questo passo, entro il 2025 ben “1,8 miliardi di persone dovranno probabilmente affrontare quella che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) chiama scarsità assoluta di acqua”.

Risulta dunque evidente quanto siano urgenti azioni concrete per arginare il fenomeno, riuscendo così garantire salute e un futuro agli individui che più stanno soffrendo in giro per il mondo. Per raggiungere un simile (ambizioso) risultato, le Nazioni Unite hanno proposto una serie di importanti linee guida che vedremo qui di seguito.

Proteggere gli spazi naturali

Spaventa, e non poco la rapidità con cui stanno scomparendo gli ecosistemi che forniscono acqua potabile all’umanità: stiamo parlando non solo delle falde acquifere, di fiumi e laghi, ma anche delle zone umide e delle torbiere. L’eccessivo inquinamento e sfruttamento delle risorse idriche hanno compromesso seriamente la capacità di queste aree di fornire acqua alle comunità che vivono nei dintorni.

Tutti i Paesi del mondo sono dunque chiamati a stabilire obiettivi specifici e misurabili per il raggiungimento di questo scopo. L’ideale sarebbe integrare tali obiettivi nei piani nazionali per contrastare il cambiamento climatico, proteggere la biodiversità e prevenire la siccità e la desertificazione.

Gestire gli sprechi

Se davvero vogliamo dirci sostenibili dobbiamo riuscire la quantità di acqua che viene dispersa a causa delle perdite nelle infrastrutture comunali e nelle tubature degli edifici. Sebbene non ci siano dati globali sulla quantità d’acqua che viene persa in questo modo, sappiamo che il totale è considerevole. Basti pensare, a proposito, che solo negli Stati Uniti le perdite domestiche ammontano a quasi 1.000 miliardi di galloni d’acqua ogni anno.

Il ruolo delle politiche sul cambiamento climatico

Come anticipato, il cambiamento climatico sta alterando i modelli delle precipitazioni, gli habitat acquatici e la disponibilità di acqua potabile di buona qualità. Contemporaneamente, le torbiere e altri serbatoi naturali di carbonio vengono deteriorati, il che conduce ad un aumento delle emissioni di gas serra e aggrava ulteriormente il fenomeno del riscaldamento globale. Per affrontare questo circolo vizioso, è essenziale che i Paesi si concentrino sulla protezione e il recupero di questi serbatoi di carbonio. Inoltre, dovrebbero allineare le loro strategie di gestione delle risorse idriche con le politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Un uso dell’acqua più efficiente

In che modo possiamo provare ad arginare il fenomeno delle crisi idriche future? Ecco come dovremmo muoverci per evitare il disastro.
Una bottiglietta d’acqua in spiaggia

Ben il 70% dell’acqua dolce che consumiamo nel mondo è destinata all’agricoltura: ecco per quale motivo è così importante integrare nelle aziende agricole nuovi metodi di produzione alimentare che riducano il consumo idrico, come la coltivazione idroponica, l’irrigazione a goccia e l’agroforestazione.

In generale, dovremmo anche iniziare a diminuire il nostro consumo di carne, promuovendo diete a base vegetale, che generalmente necessitano di meno acqua. Forse non tutti sanno, per esempio, che la carne bovina vanta una delle impronte idriche più elevate: è infatti necessario utilizzare fino a 15.000 litri d’acqua per produrre un chilogrammo di carne.

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Alberto Muraro

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