Ci sono poche cose più rilassanti del passare una giornata d’estate in riva al mare, facendoci il bagno in acqua (meglio ancora se cristallina!) per un po’ di sollievo dall’afa. La situazione ottimale è quella in cui il mare è calmo e soprattutto pulito, una condizione della quale però non sempre è così facile godere. Chiedersi se l’acqua dove ci stiamo immergendo è limpida e priva di sostanze pericolose è, ovviamente, un dubbio lecito: spesso però ci convinciamo che la presenza della classica schiuma sia un campanello d’allarme rispetto alla sua pulizia, ma la verità è diversa e molto meno preoccupante di quello che potremmo pensare.
Vediamo dunque più nel dettagli che cos’è la schiuma del mare e come si forma da un punto di vista scientifico.
Indice
Come si forma la schiuma nel mare
La formazione della schiuma in mare, contrariamente ad una credenza popolare piuttosto diffusa, non è necessariamente e strettamente legata all’inquinamento. Se vediamo che in superficie si formano delle bolle “sospette”, insomma, non ci dovremmo preoccupare poi più di tanto.
D’altra parte, a ben pensarci, possiamo assistere alla formazione di bolle anche soltanto agitando un normalissimo bicchiere di acqua del nostro rubinetto, che sappiamo essere pulita. Qualcosa di molto simile avviene anche in mare aperto, dove il vento è in grado di rompere gli strati più superficiali dell’acqua creando così delle bollicine che tendono poi a salire in superficie: il fatto che risalgano dipende dalla loro differente densità rispetto al liquido che le circonda.
Molto spesso la schiuma è la diretta conseguenza di molecole di natura biologica, come per esempio certi tipi di proteine: tali molecole organiche agiscono come agenti tensioattivi, cioè sostanze che riducono la tensione superficiale di un liquido, rendendo più flessibile la membrana delle bolle. Le molecole d’acqua in superficie sono attratte dalle teste idrofile di questi tensioattivi, che hanno una preferenza per l’ambiente acquoso, mentre le code idrofobe si dispiegano verso l’esterno. Queste code, che evitano il contatto con l’acqua, sono respinte dalla parte acquosa. I tensioattivi permettono alle bolle di aggregarsi più facilmente e di non scoppiare immediatamente: ecco perché si forma la schiuma, che ad alcune condizioni può anche risultare molto densa e spumosa.
Le fioriture algali sono una fonte comune di spesse schiume marine. Quando grandi fioriture di alghe marciscono al largo, enormi quantità di materia algale in decomposizione tendono a riversarsi sulla riva. La schiuma andrà dunque a formarsi mentre questa materia organica viene agitata dalla risacca.
La schiuma marina si forma per l’appunto quando l’oceano è agitato dal vento e dalle onde: ogni regione costiera, ad ogni modo, presenta condizioni diverse che regolano la formazione delle schiume marine.
La schiuma marina fa male?
Veniamo a questo punto ad un’altra questione considerata piuttosto spinosa: la schiuma del mare fa male al nostro organismo?
La risposta a questa domanda è no, almeno nella maggior parte dei casi. Al contrario, la schiuma è spesso un’indicazione di un ecosistema oceanico produttivo. C’è però un altro fattore da non dimenticare: quando grandi fioriture algali nocive marciscono vicino alla costa, ci sono potenziali impatti sulla salute umana e sull’ambiente. Lungo le spiagge della costa del Golfo durante le fioriture di Karenia Brevis, giusto per fare un esempio, le bolle di schiuma marina che scoppiano possono emettere tossine che saranno così trasportate nell’aria. L’aerosol risultante potrebbe irritare gli occhi dei bagnanti e rappresenta un rischio per la salute di coloro che soffrono di asma o altre condizioni respiratorie gravi. Gli scienziati che hanno studiato la causa della morte di uccelli marini al largo della California nel 2007 e nel Nordovest del Pacifico nel 2009 hanno anche scoperto che una schiuma simile a sapone proveniente da una fioritura di alghe Akashiwo sanguinea in decomposizione aveva rimosso l’impermeabilizzazione sulle piume, rendendo più difficile per gli uccelli volare. Il risultato? Molti esemplari sono morti vittime di ipotermia.
Conoscere le zone di balneazione
Ovviamente, in base alle diverse condizioni esistenti (per esempio la vicinanza con impianti industriali) resta comunque il rischio che, schiuma o meno, in una determinata zona non sia possibile fare un bagno in mare. Da questo punto di vista il ministero della Sanità italiano ha messo a disposizione di tutti i cittadini un utile strumento, il Portale Acque.
Nella sezione dedicata alle acque destinate alla balneazione sul Portale gli utenti avranno accesso immediato a tutti i dati riguardanti la qualità delle acque marine italiane in tempo reale. Attraverso un’interfaccia intuitiva e utilizzando immagini satellitari fornite da Google Maps, i visitatori potranno verificare la balneabilità delle diverse zone costiere, individuare eventuali divieti, e consultare i rapporti di monitoraggio relativi alla stagione estiva in corso. Inoltre, avranno la possibilità di accedere a ulteriori dettagli ambientali riguardanti l’area, come la classificazione delle acque, la conformazione della costa e eventuali problematiche specifiche.
Particolare attenzione sarà dedicata al coinvolgimento attivo dei cittadini, che potranno segnalare informazioni sulle zone di balneazione e accedere alla documentazione sia nazionale che internazionale riguardante questo settore.