L’inquinamento atmosferico, pesante e diffuso, ha reso la presenza di polveri sottili nell’aria un problema ambientale attuale. L’Italia è tra i Paesi più colpiti. Le polveri sottili, definite anche, più propriamente, come particolato atmosferico, sono un pulviscolo molto fine. Questo può comprendere sostanze nocive per la salute: metalli pesanti, solfati e nitrati. Tali polveri sono talmente leggere (PM10 e 2,5) che possono restare sospese in aria. Quando ciò accade, inevitabilmente le si respira. Quel che è peggio, è che possono assorbire gas inquinanti e vapori tossici. Ambedue questi elementi, finiscono nei polmoni.
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Definiamo le polveri sottili
Spesso ne sentiamo parlare, ma sappiamo davvero cosa sono le polveri sottili? Ci chiediamo mai da dove arrivano? E soprattutto, abbiamo una pur vaga idea di quali siano i pericoli per la salute da loro causati? Facciamo luce su queste questioni. Le polveri sottili, o particolato atmosferico come abbiamo scritto, sono un pulviscolo estremamente fine, invisibile all’occhio umano e talmente leggero da rimanere facilmente sospeso in aria. In genere, lo si suddivide in due categorie, a seconda delle dimensioni medie delle particelle, le quali possono essere più o meno grandi:
- particolato grossolano, anche chiamato con la sigla PM10, si costituisce di particelle, polveri, spore o pollini con diametro pari o superiore a 10 micron. Questa unità di misura è infinitamente piccola. Parliamo infatti di un milionesimo di metro o, per specificare ancora meglio, della millesima parte di un millimetro;
- particolato fine o sottile. Questo pulviscolo è 4 volte più piccolo di quello appena visto. Parliamo di particelle le cui dimensioni sono attorno ai 2,5 micron e, per questo motivo, sono state ribattezzate PM2,5.
Esiste poi una terza categoria, che non appartiene propriamente a quella delle polveri sottili poiché è troppo piccola per essere descritta dall’aggettivo sottile. Parliamo di pulviscolo dal diametro compreso tra 0,1 e 1 micron. Secondo gli esperti, sebbene non tutti siano d’accordo, questa dimensione sarebbe la minima per poter parlare di polveri sottili. Tutto quello che sta al di sotto di questa soglia, e presenta dunque un diametro ancor più piccolo, rientra nella categoria delle nanopolveri.
Come si compone il particolato
Le fonti da cui derivano le polveri sottili sono di origine naturale o, più frequentemente, antropica. Al solito, è l’uomo il principale nemico di questo pianeta. Il pulviscolo si compone di rimasugli di fuliggine; residui dei processi di combustione, come quello di un motore a scoppio; incenerimento del legno; attività industriale, agricola e zootecnia. La composizione delle polveri risulta molto varia. Essa dipende infatti dalla fonte che ha prodotto il particolato medio. I responsabili più comuni sono metalli pesanti, solfati, nitrati, ammonio, carbonio organico, idrocarburi aromatici policiclici, diossine e furani.
Una delle maggiori fonti di polveri sottili di origine antropica è il nostro amore, spesso incondizionato, per l’automobile.
I motori a scoppio delle autovetture sono infatti grandi produttori di PM. Per questo, soprattutto d’inverno, quando le precipitazioni sono scarse e le temperature basse favoriscono il ristagno dell’aria a livello del suolo, si verificano accumuli eccessivi di polveri sottili che possono durare anche diversi giorni. Talvolta, come ci informano i media, persino mesi. Per tal motivo, Limitare fortemente lo smog da traffico veicolare, con sistema delle targhe alterne o blocco totale, è una soluzione per contenere l’immissione di particolato in atmosfera e, quindi, contribuire a ridurre il livello di polveri sottili che respiriamo.
Polveri sottili dovute al riscaldamento residenziale
Non incolpiamo però solo le auto. Vi sono infatti altri responsabili cui si deve una buona parte dell’emergenza polveri sottili nelle città italiane: parliamo delle caldaie a gasolio, i caminetti e le stufe a pellet. I processi di combustione del riscaldamento residenziale contribuiscono, almeno per il 50%, alla dispersione di minuscole particelle in aria attraverso fumi, fuliggini ed aerosol. Altra rilevante fonte di immissione in atmosfera di particolati grossolani e fini sono le centrali a carbone. Purtroppo, oggi sono tornate al centro del dibattito pubblico per far fronte alla crisi energetica innescata dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Quali sono i rischi per la salute?
Il particolato aerodisperso assorbe gas e vapori tossici come una spugna. Poi li porta con sè quando il vento lo sposta. In questo modo aumentano le concentrazioni dei gas inquinanti che raggiungono le zone più profonde del polmone, dove le particelle PM10 e PM2,5 non hanno alcun problema a intrufolarsi.
Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra esposizione acuta a particolato aerodisperso e sintomi respiratori, alterazioni della funzionalità respiratoria, ricoveri in ospedale e mortalità. Inoltre, l’esposizione prolungata nel tempo al particolato, anche in basse dosi, è associata all’incremento di mortalità dovuta a malattie respiratorie. Le principali patologie connesse sono bronchiti croniche, asma, riduzione della funzionalità respiratoria e rischio di tumore delle vie respiratorie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato di mantenere la concentrazione di tali inquinanti al livello il più basso possibile. Di fatto, non esiste alcun livello soglia al di sotto del quale non siano dimostrabili effetti sulla salute. La categoria più vulnerabile ai rischi sanitari causati dalla polveri sottili è, naturalmente, quella dei più fragili: neonati e bambini. Il loro organismo e sistema immunitario sono ancora in fase di sviluppo. Ciò li espone a rischi maggiori.
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