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Concerti green: come la musica può essere sostenibile e rispettosa dell’ambiente

Ragazzi ad un concerto
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Una delle più grandi passioni di migliaia di persone in giro per il mondo è sicuramente la musica. Le sette note sono in grado di regalare delle emozioni incredibili, difficili da esprimere a parole, e questo principio vale in modo particolare quando si ha la fortuna di partecipare ad un concerto. Un live show comporta una macchina organizzativa spesso enorme e, inutile che ce lo nascondiamo, dispendiosa da un punto di vista energetico e molto impattante da quello climatico. In un contesto storico in cui anche i fan sono sempre più attenti alle tematiche ambientali, gli artisti iniziano ad assumere anche una responsabilità di tipo sociale e dovrebbero iniziare a dare il buon esempio. Alcuni, sia a livello italiano sia internazionale, hanno per fortuna già iniziato ad organizzare dei concerti green e sostenibili. Vediamo cosa significa e quali sono state le misure messe in campo in questo senso.

Indice contenuti

Il caso dei Coldplay

Alcuni cantanti hanno già iniziato ad attivarsi per rendere i loro concerti più green: ecco tutte le misure che hanno messo in atto di recente.
Il palco di un concerto

A livello mondiale, uno degli esempi più pregevoli di band che si è attivata per ridurre il più possibile la propria impronta di carbonio sono stati i Coldplay di Chris Martin.

Il gruppo britannico, che è stato nel nostro Paese dal vivo sia nel 2023 sia nel 2024, ha deciso di dare una svolta sostenibile alla propria carriera organizzando dei live in giro per il mondo alimentati solo ed esclusivamente da energia pulita. I loro spettacoli, già di per sé incredibili, sono alimentati tra le altre cose dal moto di alcune biciclette installate sul posto e dal movimento dei loro seguaci su alcune piste da ballo capaci di generare elettricità; grazie ai suoi show, inoltre, il gruppo ha promesso di costruire piantagioni di bambù e piantare un albero per ogni biglietto venduto. Rispetto a quest’ultimo punto si ricordi che i Coldplay con un singolo live in uno stadio (come San Siro o l’Olimpico) sono capaci di attirare dai 40 ai 60.000 spettatori circa: se moltiplichiamo questi numeri – già molto alti – per tutte le tappe della tournée possiamo iniziare a comprendere la portata di un’iniziativa simile sul pianeta Terra.

Le informazioni sulì’effettivo impatto del loro ‘Music of the spheres tour’ sono state pubblicate anche sui loro profili social e sono state analizzate da un team di ricerca del Massachusetts Institute of Technology. Le cifre di questo report hanno dimostrato che, fino ad oggi, i Coldplay hanno emesso il 47% in meno di emissioni di carbonio durante il loro tour mondiale, rispetto a quelli del 2016 e 2017. Chris Martin e colleghi hanno così commentato, fieri, questo straordinario risultato: “Questo è un buon inizio. È qualcosa che ci rende orgogliosi ma c’è ancora molto da fare per migliorare”.

Il caso di Elisa

Tornando in Italia, in tempi non sospetti anche la nostra Elisa si è attivata per ridurre l’impatto ambientale dei suoi concerti.

Innanzitutto, l’artista friulana ha tenuto a sottolineare che per i suoi recenti tour tutte le strumentazioni viaggiano in giro per l’Italia su un unico tir. Questa scelta, ovviamente, ha ridotto e di molto l’impatto climatico a livello di scarico di combustibile nell’atmosfera, che com’è noto è una delle principali cause dietro al cambiamento climatico in corso. Ma non finisce qui.

Il concetto di innovazione si riflette anche nei biglietti dei concerti, che grazie alla tecnologia A-Live di Alex Braga sono diventati NFT (Non Fungible Tokens). Questi biglietti, insieme a tutte le attività del tour, contribuiscono a Music for the Planet, una raccolta fondi promossa da Music Innovation Hub e AWorld con il supporto di ASviS e dell’Unione Buddhista Italiana per Legambiente. L’obiettivo di questa importante iniziativa è piantare 500 milioni di alberi in aree urbane italiane nel giro di cinque anni.

Il Jova Beach Party

I cantanti dovrebbero fare sempre più attenzione alle tematiche ambientali: ecco tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.
Giovani ballano ad un concerto

Un caso indubbiamente interessante, seppur molto particolare (e secondo alcuni controverso) è stato il Jova Beach Party, organizzato da Lorenzo Cherubini Jovanotti in due edizioni (2019 e 2023). Il concept sviluppato dall’artista di Cortona era davvero ambizioso e innovativo: imbastire un grande show su alcune spiagge italiane, con la promessa di riportare il litorale a dei livelli di pulizia persino migliori di come era stata trovata dagli organizzatori.

Per arrivare a questo obiettivo, Jovanotti si è impegnato a fornire ai suoi partecipanti packaging per bibite e alimenti del tutto sostenibili, promuovendo ad ogni momento possibile la raccolta differenziata e chiedendo ai partecipanti di non lasciare nulla per terra e collaborando con diverse realtà e associazioni (è il caso di A2A Energia, ma anche il gruppo Intesa e il WWF) che sono attivamente presenti sul territorio e che lavorano strenuamente sui temi della sostenibilità ambientale.

Non tutto però è andato come previsto! I live di Jovanotti hanno scatenato feroci polemiche da parte di associazioni animaliste, preoccupate in modo particolare dal fatto che l’enorme massa di persone giunte sul territorio avrebbe comunque creato danni e inquinamento ambientali. Tra le altre cose nell’occhio del mirino erano finite in modo particolare le zone di nidificazione dell’uccello fratino.

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Alberto Muraro

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