La consapevolezza sulla presenza di pesticidi nei prodotti alimentari è cresciuta molto negli ultimi anni, spingendo sempre più persone a cercare modi per eliminare o ridurre questi pericolosi residui chimici dalla propria dieta. Frutta e verdura, sebbene ricche di nutrienti essenziali, possono contenere tracce di pesticidi utilizzati durante il processo di coltivazione. Quali sono, dunque, le diverse strategie per ridurre l’esposizione ai pesticidi e per godersi di conseguenza una dieta più salutare? Vediamole insieme.
Indice
Quali sono gli ortaggi con più pesticidi
Come eliminare i pesticidi da frutta e verdura
1 Lavare adeguatamente frutta e verdura con acqua corrente
3. Eliminare i residui con bicarbonato
4. Pelare la frutta e la verdura
Quali sono gli ortaggi con più pesticidi
Prima di spiegare in che modo liberarci dai pesticidi scopriamo quali sono i frutti e le verdure che più spesso troviamo inquinati da tali sostanze nocive. Da questo punto di vista ci viene incontro la Environmental Working Group (EWG) che periodicamente stila due liste, da un lato quella dei vegetali che presentano più pesticidi, dall’altro quelli che ne presentano di meno.
Nella prima lista sono dunque inclusi, nell’ordine:
- 1 Fragole
- 2 Spinaci
- 3 Cavolo
- 4 Nocipesche
- 5 Mele
- 6 Uva
- 7 Pesche
- 8 Ciliegie
- 9 Pere
- 10 Pomodori
- 11 Sedano
- 12 Patate
Nella lista dei prodotti vegetali più “sani” da questo punto di vista invece ci sono:
1 Avocado
2 Mais dolce
3 Ananas
4 Piselli
5 Cipolle
6 Papaya
7 Melanzane
8 Asparagi
9 Kiwi
10 Cavolo cappuccio
11 Cavolfiore
12 Melone retato
13 Broccoli
14 Funghi
15 Meloni liscio
Secondo gli ultimi dati riportati da Legambiente, inoltre, il 44,1% della frutta e verdura che mangiamo ogni giorno contiene residui di pesticidi. Per il resto in Italia il 54,8,% degli alimenti analizzati risulta regolare e privo di residui. La frutta è ancora una volta la categoria più colpita: risulta infatti che oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. Tra gli alimenti trasformati, è risultato che il vino e i cereali integrali fossero quelli con maggior percentuali di residui permessi, contando rispettivamente circa il 61,8% e il 77,7% di sostanze chimiche.
Secondo l’associazione le sostanze che più spesso sono emerse da queste analisi sono l’Acetamiprid, il Boscalid, il Fludioxonil, l’Azoxystrobina, il Tubeconazolo e il Fluopyram.
Come eliminare i pesticidi dalla frutta e dalla verdura
La soluzione migliore per evitare di dover acquistare e poi consumare pesticidi sarebbe quella di preferire cibi biologici, che però spesso possono risultare parecchio costosi. In alternativa possiamo sicuramente provare a eliminare i residui di pesticidi dagli alimenti che compriamo in pochi e semplici passaggi.
1 Lavare adeguatamente frutta e verdura con acqua corrente
Un modo efficace per ridurre la presenza di pesticidi sulla frutta e sulla verdura è il lavaggio adeguato. Utilizzate acqua corrente per almeno 30 secondi, sfregando delicatamente la superficie con le mani o una spazzola morbida. Questo semplice gesto può rimuovere gran parte dei residui superficiali, riducendo così l’assunzione di pesticidi.
2 Usare l’aceto di mele
L’aceto di mele è noto per le sue proprietà antibatteriche e antiossidanti, che possono contribuire a rimuovere i residui di pesticidi. Mescolate una parte di aceto di mele con tre parti di acqua in un contenitore e immergete al suo interno la frutta o la verdura per 5-10 minuti. Successivamente, risciacquate abbondantemente sotto acqua corrente. Questo metodo è particolarmente efficace per prodotti come mele, uva e fragole.
3 Eliminare i residui con bicarbonato
Il bicarbonato di sodio è un altro rimedio naturale che può essere utilizzato per eliminare i pesticidi. Mescolate una parte di bicarbonato di sodio con due parti di acqua creando così una soluzione. Immergete la frutta o la verdura per 15-20 minuti e risciacquate accuratamente. Questo metodo può essere efficace per prodotti come pomodori e patate, ma in realtà anche per molti altri vegetali.
4. Pelare la frutta e la verdura
La buccia di molti frutti e di molte verdure è nota per le sue proprietà benefiche, è infatti ricca di antiossidanti e di vitamine preziose per il nostro organismo. Se però non ci si sentisse a proprio agio nel consumarla, proprio per il rischio di pesticidi, nulla ci vieta di eliminarla e di gustarci direttamente la polpa. Di norma anche bollendo i vegetali si riescono ad eliminare gran parte delle sostanze chimiche ancora contenuti in essi.
Cosa sta facendo l’Italia
Risulta evidente come i passi da fare in questo senso siano ancora molti: ridurre quanto più possibile l’utilizzo dei pesticidi è un traguardo fondamentale non soltanto per la salvaguardia della salute dei consumatori, ma anche per la protezione dell’ambiente. Da questo punto di vista, in occasione della presentazione del più recente dossier sull’uso di pesticidi Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, ha dichiarato:
Dall’analisi dei dati chiaramente la necessità di intraprendere la strada dell’agroecologia con ancora più determinazione, mettendo in atto, in maniera convinta e senza tentennamenti, quanto stabilito dalle direttive europee Farm to fork e Biodiversity 2030. Con l’approvazione della legge sul bio – ha spiegato – indubbiamente è stato fatto un importante passo in avanti. Adesso, serve passare dalla teoria alla pratica, affinché quel traguardo non risulti solo una bandierina ma un patrimonio per l’intero settore. Servono, quindi, meccanismi incentivanti attraverso cui dare gambe e fiato alla transizione, a partire dalla messa a disposizione di risorse. Serve, inoltre, che vengano applicate in maniera stringente le norme, stando alla larga da eventuali ipotesi di deroghe all’utilizzo di specifici fitofarmaci, come purtroppo sta avvenendo con il Glifosato.
L’Italia, ad ogni modo, si sta dimostrando sempre di più un esempio da seguire per il resto dell’Europa in materia di riduzione dei pesticidi. A proposito Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha aggiunto:
L’Italia si sta dimostrando esempio virtuoso per l’intera Europa in fatto di riduzione dell’uso dei pesticidi, grazie soprattutto alle sempre più numerose aziende che scelgono l’agricoltura biologica, non di certo a politiche nazionali significative in tal senso. A conferma di ciò basti pensare al raggiungimento della quota del 17,4% di SAU condotta con metodo biologico. È quindi necessario un impegno più incisivo, considerando la richiesta dell’Unione europea di raggiungere un taglio dell’uso del 62% dei pesticidi entro il 2030. Il nuovo governo prosegua nel solco tracciato e permetta davvero, come previsto anche dalla nuova nomenclatura del Ministero, al made in Italy sano e pulito di divenire apripista del cambiamento.