Chiudi
Cerca nel sito:

Clean Industrial Deal: la ricetta dell’UE per aiutare le imprese nella svolta green

Condividi l'articolo

Varato il Clean Industrial Deal, un piano per rafforzare la competitività dell’industria europea a zero emissioni nette e accelerare la transizione verso la neutralità climatica.

A fine febbraio la Commissione Europea ha pubblicato il Clean Industrial Deal, una comunicazione sulle misure che l’Ue intende mettere in campo per rendere operativo il Green Deal lanciato nel 2019. Gli obiettivi di lungo respiro sono di lavorare congiuntamente per l’abbassamento dei prezzi dell’energia, aumentare la domanda di prodotti green, finanziare la transizione pulita, promuovere la circolarità dei materiali e creare posti di lavoro di qualità.

Il cuore dell’iniziativa è di eliminare oneri per l’80% delle imprese impegnate nel Green deal, considerate vere zavorre del cambiamento, stanziando circa 100 miliardi di euro, con una garanzia supplementare di un miliardo di euro da trovare nelle pieghe dell’attuale bilancio comune.

Insieme al Clean Industrial Deal sono stati pubblicati l’Affordable Energy Action Plan (COM(2025) 79 final), che individua le azioni per la riduzione del costo dell’energia a carico di imprese e cittadini europei, e l’Omnibus package, che include due proposte di direttiva e uno schema di regolamento delegato che mirano a razionalizzare gli obblighi in materia di rendicontazione di sostenibilità a carico delle imprese.

Un intervento che mira a creare un quadro più semplice, rapido e prevedibile, garantire la disponibilità di un’adeguata quantità di materie prime, e a fare in modo che gli utenti possano beneficiare di energia rinnovabile a basso costo. Tre iniziative sostengono questo impegno. Una risposta al protagonismo delle maggiori economie del mondo (dagli Stati Uniti all’India, dalla Cina al Giappone), spiega la Commissione, che hanno iniziato a investire in modo massiccio nelle innovazioni verdi. Se da un lato questa è sicuramente una buona notizia per il pianeta, dall’altro mette molta pressione sulla transizione pulita dell’UE.

Semplificare senza deregolamentare, un piano in sei punti

La parola d’ordine è semplificare senza deregolamentare, provando anche per questa via a rilanciare l’economia nello spazio Ue. Il piano, in estrema sintesi, si articola in sei pilastri:

  1. Sicurezza e risparmio energetico
  2. Incentivare la domanda di prodotti green
  3. Sostenere economicamente la transizione ecologica
  4. Favorire la circolarità e l’accesso semplificato alle materie prime critiche
  5. Agire su scala globale
  6. Migliorare le competenze e la qualità dei prodotti

Sicurezza e risparmio energetico

Sotto il primo punto, la Commissione intende accelerare la diffusione dell’energia da fonti rinnovabili, migliorando le interconnessioni fisiche della rete, soprattutto utilizzando l’energia in modo più efficiente e ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.

Incentivare la domanda di prodotti green

Sul secondo punto, la Commissione vuole puntare sul Green Public Procurement, ovvero sulla spesa pubblica sostenibile, assegnando alle stazioni appaltanti il compito di sostenere la domanda di prodotti e materie da riciclo. Nell’ambito della politica della concorrenza, infatti, la Commissione mira a garantire condizioni di parità all’interno del mercato unico, semplificando nel contempo la concessione da parte degli Stati membri degli aiuti necessari per accelerare la transizione verde.

Sostenere economicamente la transizione ecologica

Sul terzo punto, forse quello cruciale, il Clean Industrial Deal promette di mobilitare oltre 100 miliardi di euro per sostenere la transizione ecologica nell’UE. In particolare, si prevede un nuovo piano di aiuti di Stato per sostenere le fonti rinnovabili, la decarbonizzazione dell’industria e la garanzia di una sufficiente capacità produttiva di tecnologie pulite. Previsto anche un bando dedicato nell’ambito di Horizon Europe per stimolare la ricerca e l’innovazione.

A ciò si aggiunga il proposito della Banca europea per gli investimenti (Bei) di affiancare una serie di nuovi strumenti di finanziamento concreti così sintetizzabili:

  • Un “pacchetto per la produzione di reti” per fornire controgaranzie e altri tipi di sostegno al rischio ai produttori di componenti di rete
  • Un programma pilota congiunto Commissione UE-Bei di controgaranzie per i contratti di acquisto di energia (Ppa) stipulati da piccole e medie imprese (Pmi) e industrie ad alta intensità energetica
  • Uno strumento di garanzia per le tecnologie pulite nell’ambito del programma Tech EU promosso da InvestEU

Favorire la circolarità e l’accesso semplificato alle materie prime critiche

In merito al quarto punto, favorire la circolarità e l’accesso semplificato alle materie prime critiche (raw critical materials), il Piano prevede tre step fondamentali:

  • Istituire un meccanismo che consenta alle aziende europee di riunirsi e di aggregare la loro domanda di materie prime critiche
  • Creare un Centro europeo per le materie prime critiche che le acquisti congiuntamente per conto delle aziende interessate, nell’ottica di creare economie di scala e offrire una maggiore leva per negoziare prezzi e condizioni migliori
  • Adottare una legge sull’economia circolare nel 2026 per accelerare la transizione circolare e garantire che i materiali scarsi siano utilizzati – e riutilizzati – in modo efficiente, ridurre le dipendenze globali e creare posti di lavoro di alta qualità. L’obiettivo è di rendere circolare il 24% dei materiali entro il 2030

Agire su scala globale

Sul quinto punto, agire su scala globale, l’obiettivo è rilanciare il commercio e di promuovere partenariati per agevolare l’accesso alle materie prime e alle risorse necessarie per la manifattura, provando, allo stesso tempo, a proteggere le imprese europee dalla concorrenza costituita da produzioni impattanti. Un altro modo per evitare, da una parte di delocalizzare le produzioni più inquinanti all’estero, dall’altra, di importare prodotti ad alto tenore di carbonio.

Migliorare le competenze e la qualità dei prodotti

Infine, sull’ultimo punto, migliorare le competenze e la qualità dei prodotti, la Commissione ha promesso di voler investire sul capitale umano, quindi sulle competenze dei lavoratori, promuovendo innovazione e sviluppo, presupposti necessari, non solo per migliora l’impronta ecologica, ma anche per migliore i luoghi di lavoro e la qualità di vita dei lavoratori stessi. Sono previsti circa 90 milioni di euro provenienti dal fondo Erasmus+  per rafforzare le competenze settoriali nelle industrie ritenute strategiche. La Commissione proporrà anche di istituire accademie dell’industria a zero emissioni nette che aiuteranno ad attuare programmi di miglioramento delle competenze e riqualificazione nelle industrie strategiche

Il commento della Presidente Ursula von der Leyen

“Abbiamo l’opportunità, unica per la nostra generazione – ha precisato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea –, di indicare la strada con rapidità e ambizione, tenendo presente il nostro obiettivo di garantire la leadership industriale dell’UE nel settore in rapida crescita delle tecnologie a zero emissioni nette”.

Ultime Notizie

Cerca nel sito