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I cimiteri delle navi: dove si trovano e il loro impatto sull’ambiente marino

Una grande nave in mare
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Nei nostri mari e nelle nostre spiagge in giro per il mondo non troviamo soltanto sabbia finissima, pesci dai mille colori e grandi formazioni di alghe: purtroppo, nel corso dei decenni, hanno iniziato ad accumularsi nei quattro angoli del globo quelli che alcuni chiamano cimiteri delle navi. Si tratta di luoghi parecchio inquietanti, che hanno – come ci si può facilmente immaginare – un impatto ambientale significativo. Scopriamo dunque insieme dove si trovano e in che modo sono in grado di minare la salute dell’ambiente marino.

Indice contenuti

Cos’è un cimitero delle navi

Ecco tutto quello che è necessario sapere riguardo ai cimiteri delle navi e agli effetti ambientali che sono in grado di causare.
Un cantiere navale

Quando in un luogo specifico vengono abbandonate delle vecchie imbarcazioni, giunte al termine della loro vita utile, si parla di cimitero di navi. Normalmente in questi luoghi ritroviamo navi, barche o anche scafi di imbarcazioni demolite, lasciati a deteriorarsi e arrugginirsi.

Vale la pena sottolineare, a proposito, che l’introduzione di varie normative ambientali e sui rifiuti ha iniziato a rendere difficile lo smaltimento di vecchie imbarcazioni ormai dismesse. Per questo motivo, oggi, anche i luoghi dove le navi vengono smantellate o demolite per riciclare i metalli o rimuovere materiali pericolosi come l’amianto sono a loro volta conosciuti come cimiteri di navi.

Di cimiteri navali ne esistono in realtà di diversi tipi: vengono infatti considerati tali anche i posti dove grandi imbarcazioni sono affondate nel passato, per esempio, dopo uno scontro bellico. In linea generale, si possono trovare dove la navigazione è difficile o i mezzi per spostarle non sono facilmente disponibili o accessibili. Un tempo, anche in considerazione della nostra scarsa consapevolezza ambientale, le navi in disuso venivano smantellate mentre i loro scafi potevano essere abbandonati o fatti affondare in modo intenzionale. L’affondamento volontario è stato a lungo una pratica piuttosto diffusa perché garantiva un vantaggio non da poco: con questa modalità, infatti, i proprietari delle navi riuscivano ad evitare le responsabilità collegate alle loro vecchie imbarcazioni.

I cimiteri più grandi del mondo

In alcuni luoghi del mondo, soprattutto in Paesi in via di sviluppo, si trovano i cimiteri navali più noti in assoluto. Vediamoli qui di seguito più nel dettaglio.

La Baia di Nouadhibou

Si tratta senza ombra di dubbio del cimitero navale più grande al mondo. Situato in Namibia, è un tratto di mare dove sono state abbandonate più di 300 imbarcazioni, sia in acqua che sulla terraferma. Tuttavia, a differenza degli altri cimiteri di navi esistenti, la Baia di Nouadhibou fu utilizzata soprattutto come discarica navale principalmente a causa dell’avidità delle autorità mauritane, che permisero il dumping incontrollato di navi nella baia dopo aver ricevuto tangenti.

Gli anni ’80 in modo particolare furono il decennio in cui centinaia di navi furono portate qui per essere smaltite dopo la nazionalizzazione dell‘industria della pesca del Paese. Il relitto più noto del cimitero navale situato nella baia è una nave frigorifera chiamata United Malika.

Il cantiere di demolizione navale di Alang

Stiamo parlando in questo caso del più imponente cimitero di navi per la demolizione navale nel subcontinente indiano, Alang, situato nel Gujarat, in India, si occupa dello smantellamento di quasi il 50% delle navi del mondo.

Situato nel Golfo di Khambat, lungo oltre cento cantieri sulla spiaggia di Alang vengono smantellate imbarcazioni di vari tipi e dimensioni, tra cui spiccano anche traghetti, navi portacontainer, transatlantici e grandi petroliere.

La laguna di Chuuk

Interamente sott’acqua, è un cimitero navale frutto di un attacco alleato contro la base navale giapponese nel Sud Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale e ospita oltre 60 navi da guerra colate a picco. L’area circostante i relitti è diventata un vero e proprio habitat per la vita marina, grazie alla presenza di centinaia di specie che vivono tra i relitti.

Il lago d’Aral

Il caso del lago d’Aral è particolare perché rappresenta una delle più grandi tragedie idriche causate dalle attività dell’uomo sul pianeta Terra. Un tempo fiorente centro di attività di pesca, il Mar d’Aral è stato ridotto a un cimitero di navi dopo che il governo dell’URSS decise di deviare i due fiumi che alimentavano il mare per irrigare il deserto per la coltivazione, in particolare del cotone, un tipo di materiale che richiede ingenti quantità di acqua. Dopo la secca, tantissime navi furono abbandonate dai loro proprietari, trasformando le città di pesca in cimiteri di navi a cielo aperto.

Gli effetti ambientali

Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere riguardo ai cimiteri delle navi e a quanto possano inquinare i mari e dunque essere pericolosi.
Barche in mare

La presenza di navi i cui materiali si degradano rappresenta un grave problema a livello ambientale. La comunità scientifica è già riuscita a dimostrare che vicino ai diversi cantieri di demolizione navale sono presenti grandi quantità di materie plastiche, con una media di 81 mg di piccoli frammenti di plastica per kg di sedimento. Purtroppo però non finisce certo qui.

Come evidenziato anche da Tony Puthucherril nel suo libro ‘Towards Sustainable Coastal Development”:

Questi cantieri assomigliano a enormi campi di battaglia con pezzi di metallo, fogli di amianto, thermocol, frammenti di vetro, attrezzature della nave, petrolio e altre sostanze sparse ovunque.

Tutti i materiali che finiscono in mare a causa dei cimiteri di navi, ovviamente, contaminano i pesci che mangiamo e le stesse acque che finiamo poi per bere, con effetti potenzialmente devastanti sulla salute umana.

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Alberto Muraro

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