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A Busan la vecchia ferrovia diventa un parco

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Blue Line Park è un parco lineare di 5 km che collega Mipo Station con la località balneare di Songjeong. Nato dalla riqualificazione della vecchia linea ferroviaria.

“Un percorso che intreccia le suggestioni naturali con la storia, passata e presente” così i progettisti Ico Migliore e Mara Servetto raccontano l’idea alla base del progetto di riqualificazione della vecchia ferrovia di Busan, Corea del Sud, che hanno curato. I binari della ferrovia scorrevano a due passi dagli alti grattacieli di Busan, città da 3,6 milioni di abitanti, affacciati sul Mar del Giappone. La linea partiva da Mipo Station e percorreva la costa fino al villaggio di pescatori di Cheongsapo e alla stazione storica di Songjeong, località balneare di Busan. Dopo la dismissione della ferrovia l’area costiera è caduta in abbandono. Solo alcuni residenti hanno cercato di riappropriarsi di piccole porzioni creando degli orti urbani.

Il Blue Line Park

Blue Line Park oggi è un parco lineare di 5 kilometri, che collega Haeundae, uno dei quartieri più moderni e dinamici della città, con la cittadina di Songjeong. L’intervento di riqualificazione, realizzato dopo la bonifica dei terreni e lo smantellamento dei vecchi binari, ha permesso la rinaturalizzazione dell’area e la sua restituzione ai cittadini. Gli orti creati spontaneamente dai residenti durante gli anni dell’abbandono sono stati riqualificati; sono stati realizzati percorsi pedonali, viali di accesso e installazioni che richiamano il passato dell’area come gli archi in acciaio o il Rainbow Tunnel, un tunnel di cemento con nicchie ad arco colorate; il vecchio tracciato ferroviario in parte è stato recuperato per farci viaggiare un trenino turistico. Completano il progetto un osservatorio sul mare e, nel primo tratto, una cabinovia panoramica. Ma saranno presto realizzate anche delle isole di ascolto, con installazioni sonore. “Ci siamo occupati di trasformare il nuovo percorso funzionale in un luogo dalla forte connotazione esperienziale, all’insegna dell’accoglienza” concludono gli architetti Migliore e Servetto, che sono riusciti a valorizzare un tratto di costa ricco di bellezze paesaggistiche, poco conosciute dagli stessi abitanti del luogo.

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Redazione

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