Fin dalla fine dell’800 l’amianto è stato un materiale da costruzione utilizzatissimo nel settore dell’edilizia: questo minerale, anche chiamato asbesto, presenta infatti alcune caratteristiche in passato molto apprezzate, come le sue capacità isolanti. Purtroppo però, in anni più recenti, ci si è resi conto che il suo utilizzo rappresenta un enorme rischio per la salute umana: è infatti stato ampiamente dimostrato che l’amianto è di fatto cancerogeno, a causa delle sue polveri sottili che possono avere effetti devastanti in modo particolare sui nostri polmoni.
Il fatto è che il suo ampio utilizzo nel corso degli anni (e fino all’incirca agli anni ’80) oggi comporta la necessità di bonificare i numerosi edifici dove tale materiale da costruzione è stato sfruttato. Vediamo dunque come funziona il processo di bonifica dall’amianto e quali costi comporta.
Indice
- Come va smaltito l’amianto delle abitazioni
- Quanto può costare la bonifica dell’amianto?
- Il piano di lavoro da seguire
Come va smaltito l’amianto delle abitazioni
L’Italia è stata tra i primi Paese al mondo ad aver vietato la produzione, il consumo e la vendita dei prodotti a base di amianto. Il problema è che in giro si trovano ancora tonnellate di questo materiale usato soprattutto per la copertura dei tetti delle case, anche se l’amianto è stato ampiamente usato, in parallelo, per proteggere le tubazioni del riscaldamento, all’interno delle pareti, è stato spruzzato su pilastri e travi di garage come protezione contro gli incendi eccetera.
Il Governo italiano ha stabilito con la circolare ministeriale del 6 settembre 1994 tutte le tecniche di bonifica del materiale, a seconda che le strutture dove era stato installato si possano definire friabili o compatte. Il decreto, nello specifico, prevede che si possano seguire i seguenti lavori:
- Il primo è l’isolamento dell’amianto mediante l’utilizzo di sostanze penetranti che sigillano le porosità del cemento, impedendo in questo modo alle sue pericolosissime fibre di disperdersi nell’aria. Si tratta di una strategia di bonifica consigliata e di norma applicata per coperture in buone condizioni.
- Si passa poi alla copertura delle lastre di cemento contenenti amianto mediante sovrapposizione con un’altra struttura, dopo aver sigillato preventivamente la parte superiore e inferiore delle lastre, creando così un involucro ermetico in cui confinare l’amianto.
- Sarà eventualmente necessaria la rimozione totale delle lastre, invece, nel caso in cui questi elementi presentassero un grave deterioramento che rendesse impossibile qualsiasi altro intervento di bonifica.
La prima tecnica, quella dell‘incapsulamento, è probabilmente quella più semplice da effettuare: tuttavia, con il passare del tempo e con l’azione degli agenti atmosferici, i suoi effetti tendono ad esaurirsi. Può dunque presentarsi come una soluzione piuttosto economica nell’immediato, ma dispendiosa nel lungo termine: ci sarà infatti bisogno di una continua manutenzione nel corso del tempo.
Vediamo dunque cosa c’è da sapere rispetto ai costi di queste operazioni di bonifica.
Quanto può costare la bonifica dall’amianto?
Se già sostituire alcune parti della propria abitazione è di per sé piuttosto dispendioso, l’operazione si complica ulteriormente (e gli oneri aumentano) quando si parla di eliminare componenti contenenti amianto. Queste devono essere gestite con estrema precauzione per evitare il rilascio di particelle nocive nell’aria, dannose per la nostra salute e in particolare per gli addetti che si occuperanno di questa delicata operazione. Inoltre, sarà fondamentale smaltire correttamente i materiali contenenti amianto.
Il costo dell’operazione, da non sottovalutare, dipenderà nello specifico dai seguenti elementi:
- Le dimensioni o il peso dei materiali da rimuovere
- La complessità del progetto
- Eventuali necessità di trasporto dei materiali.
Incapsulamento, confinamento e rimozione sono tutte operazioni facilmente quantificabili per metro quadrato. Leggermente diverso invece è il discorso per quanto riguarda la rimozione dell’amianto floccato o del rivestimento delle condotte dei fluidi (è questo il caso degli impianti termici): qui, i costi per lo smaltimento delle fibre di amianto dipenderanno soprattutto dalle dimensioni dell’area da bonificare e dalle sfide legate alla creazione di un confinamento dinamico efficace.
Riuscire a fornire delle indicazioni precise rispetto ai costi non è possibile: per ottenere una stima sarà per forza di cose necessario condurre un sopralluogo con l’aiuto di tecnici specializzati di aziende qualificate per la bonifica dell’amianto. L’unica certezza matematica in questo senso è il fatto che per esempio smaltire gratuitamente l’eternit (un composto di cemento e amianto) non sarà purtroppo possibile.
Il piano di lavoro da seguire
Trattandosi di un’operazione complessa e che ha a che fare con un materiale potenzialmente pericoloso è necessario attenersi ad una precisa procedura per lo smaltimento dell’amianto bonificato da un edificio.
Il primo step consiste nell’avvisare l’ATS competente almeno 30 giorni prima dell’inizio previsto dei lavori di bonifica. La notifica dovrà includere il Piano di Lavoro elaborato in conformità alle disposizioni stabilite dal D.Lgs 81/08 e tutte le sue successive modifiche: questo piano sarà successivametne valutato e approvato dall’ufficio competente. Il piano di lavoro dedicato alla bonifica dell’amianto dovrà inoltre contenere il nome del committente, la localizzazione del cantiere e le modalità operative per eseguire i lavori di bonifica. Questo tipo di misure sono di importanza fondamentale per garantire che i lavori si svolgano in sicurezza e per minimizzare il rischio che vengano rilasciate fibre di amianto nell’ambiente