Dalla produzione di sigari e sigarette al terziario digitale: l’ex Manifattura Tabacchi di Bologna ritorna a nuova vita, dopo un passato insalubre
Sarà l’ex Manifattura Tabacchi di Bologna il cuore della data valley emiliana. Nei 120mila metri quadri dello stabilimento dove si producevano sigari e sigarette, capolavoro di architettura industriale progettato dell’ingegnere Pier Luigi Nervi tra fine anni ’40 e inizio anni ’50, saranno trasferiti il data center del Centro Meteo Europeo, quelli del Consorzio interuniversitario specializzato nel calcolo scientifico e dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare. Il tecnopolo ospiterà, tra le altre, anche la sede dell’Agenzia nazionale Italia Meteo, di ENEA, del Comune e dell’Università di Bologna.
Dai veleni ai big data
Considerate tra le industrie più insalubri per la salute pubblica, e per questo inserite in uno speciale elenco definito da un Decreto Ministeriale del 1994, le manifatture tabacchi non possono operare nelle vicinanze dei centri abitati, se non con speciali misure di precauzione. Il motivo: le partite di tabacco stoccate nei magazzini venivano sottoposte a trattamenti periodici con insetticidi, fungicidi e fumiganti per la loro conservazione e protezione dai parassiti. Inoltre, negli stabilimenti veniva impiegato amianto per l’isolamento termico delle caldaie e la protezione ignifuga degli ambienti utilizzati nelle varie fasi della lavorazione. La Manifattura Tabacchi di Bologna, chiusa nel 2004, è rimasta abbandonata e inutilizzata fino al 2011. Un bando della Regione Emilia-Romagna segna la svolta. Viene indetto un concorso di progettazione per la riqualificazione e il recupero funzionale della struttura, finalizzato a dare vita a un polo che raccolga imprese e servizi innovativi nell’ex Manifattura Tabacchi. Nel 2015 si passa all’azione, con la demolizione completa degli uffici e la decisione di collocare nel Tecnopolo la sede del Centro Meteo Europeo, in uscita dall’Inghilterra a seguito della Brexit. Con un primo investimento da 62 milioni di euro (43,5 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca e 18,5 milioni dalla Regione Emilia-Romagna) è stata riqualificata un’area di oltre 17mila metri quadri: il primo tassello del futuro Tecnopolo. Con la seconda fase degli interventi iniziata nel settembre 2020, per altri 60 milioni di euro, l’infrastruttura presso l’ex Manifattura Tabacchi si appresta a diventare il nuovo punto di riferimento della Rete regionale dei tecnopoli, 10 strutture dislocate in Emilia Romagna che ospitano e organizzano attività e servizi a supporto delle imprese e del territorio.