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Black friday: l’impatto ambientale del consumo sfrenato

Un ragazzo che cerca un vestito
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Il 29 novembre 2024 si celebrerà in tutto il mondo il Black Friday, una tradizione di origine statunitense che segna il primo venerdì successivo alla Festa del Ringraziamento. Nata per l’appunto oltreoceano, si tratta storicamente di un’occasione in cui le persone si recano nei negozi e nei centri commerciali alla ricerca di sconti e offerte imperdibili con i quali, eventualmente, acquistare anche i regali di Natale. Negli ultimi anni questa ricorrenza è arrivata anche nel nostro Paese: spinto dalla diffusione dei siti di e-commerce come Amazon, il Black Friday si è trasformato in un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di shopping. Ma a che prezzo?

Indice contenuti

Cos’è il Black Friday

Ecco tutto quello che è necessario sapere riguardo all'impatto ambientale e sociale di grande evento di shopping come il Black Friday.
Una ragazza che sta facendo shopping

Anche se teoricamente il Black Friday nei negozi fisici dovrebbe limitarsi ad un’unica giornata, in realtà quando si parla di acquisti online la situazione è ben diversa. Spesso infatti molti siti concedono un weekend intero per effettuare acquisti a prezzi di favore, spalmando l’evento, di fatto, su tre giorni (venerdì, sabato e domenica). Tra l’altro, solitamente il Black Friday è seguito anche dal Cyber Monday, cioè dal lunedì immediatamente successivo in occasione del quale le aziende propongono sconti soprattutto su prodotti tecnologici.

Il Black Friday è senza dubbio uno dei simboli più celebri del fenomeno del consumismo sfrenato, e certe scene virali girate in alcuni punti vendita americani raccontano molto bene quella che a tutti gli effetti è una frenesia della quale sarebbe meglio liberarsi, per il bene del proprio portafoglio e del pianeta Terra.

L’impatto climatico del Black Friday

Non c’è dubbio che una ricorrenza simile presenti vantaggi per migliaia di acquirenti in tutto il mondo alla ricerca di prezzi scontati per il loro shopping, che comunque potrebbe essere effettuato anche per acquistare cose che effettivamente servono e che, dunque, non verranno sprecate.

Purtroppo però è necessario ricordare quanto sia impattante l’impronta di carbonio di una giornata simile, vale a dire la misura dell’impatto che essa ha sull’ambiente in termini di quantità di gas serra prodotti, (espressa in equivalente di anidride carbonica).

Quando una persona decide di effettuare un acquisto dal vivo spesso deve raggiungere il punto vendita di suo interesse con un mezzo inquinante, come la propria automobile. Quando invece si parla di acquisti online si attiva una macchina ancor più complessa che comporta lo spostamento di aerei e camion in giro per il mondo che spesso, per completare la consegna, devono percorrere migliaia di chilometri, consumando ingenti quantità di carburante.

Secondo i dati di 2023 Builders, a proposito, la produzione e il trasporto di merci per questo grande evento rilasciano ben 420.000 tonnellate metriche di gas serra ogni anno – paragonabili all’invio di 435 voli di andata e ritorno da Londra a New York.

C’è purtroppo un altro elemento da non sottovalutare, vale a dire gli imballaggi: sovente, infatti, i nostri acquisti vengono venduti in confezioni di plastica che, una volta utilizzate, non sempre vengono smaltite nella maniera corretta e – soprattutto se usa e getta – finiscono per accumularsi nelle discariche o ancora peggio nei nostri oceani.

Esiste infine anche un ulteriore tipo di impatto negativo legato al Black Friday, quello di natura sociale: i profitti extra derivanti dalle vendite del Black Friday di merce a prezzi ancora più bassi raramente vanno a beneficio dei lavoratori. I dipendenti che sono coinvolti nel confezionamento, nella spedizione e nella consegna dei prodotti affrontano in effetti in questi periodi lunghe ed estenuanti giornate di lavoro, fino a 12-16 ore al giorno.

Come limitare i danni

Scopriamo insieme quanto impatta da un punto di vista climatico il Black Friday e quali sono i comportamenti virtuosi che dovremmo seguire.
Tanti regali di Natale

Demonizzare lo shopping online sarebbe sbagliato e anche esagerato. Ad ogni modo, è importante ricordare come alcuni dei nostri comportamenti di consumo, anche quelli che ci sembrano banali, possano fare la differenza a livello ambientale.

Piuttosto che effettuare degli acquisti di impulso, spinti dalla scadenza ravvicinata di una promozione lampo, pensiamo a comprare solo quello di cui effettivamente abbiamo bisogno. Preparare delle liste da questo punto di vista può rivelarsi una strategia davvero molto utile.

Meglio selezionare inoltre prodotti firmati da marchi che danno la priorità alla sostenibilità. Si pensi, giusto per fare un esempio tra tanti, al brand di abbigliamento Patagonia. Quest’azienda, infatti, ha già adottato il 100% di energia rinnovabile per tutti i suoi negozi, uffici e centri di distribuzione; inoltre, a partire dal 1996, ha scelto di utilizzare cotone biologico per tutti i suoi prodotti in cotone vergine e ha continuato ad ampliare l’uso di materiali sostenibili, passando dal 43% dell’intera linea di prodotti nel 2016 all’88% nel 2022.

Sosteniamo infine l’economia second-hand, cioè il mercato dell’usato. Oggi sono a nostra disposizione tante app e piattaforme che ci permettono di fare acquisti comprando prodotti di alta qualità che sono stati usati in precedenza e messi in vendita su questo mercato secondario.

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Alberto Muraro

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