Negli ultimi anni, ma anche semplicemente negli ultimi mesi, numerosi eventi alluvionali hanno interessato il nostro Paese. Secondo i più recenti dati di Legambiente che riguardano i fenomeni atmosferici transitati sull’Italia, dal 2010 al 2022 contiamo 510 episodi di questo tipo. Le aree a rischio alluvione sono tutte quelle nelle quali si può verificare un allagamento di quadranti normalmente non coperti d’acqua. A originare queste evenienze sono generalmente le esondazioni di fiumi, ruscelli o mare. Alluvioni, frane e valanghe costituiscono i più diffusi elementi di rischio idrogeologico. Anche processi naturali, come ad esempio l’erosione delle coste, contribuiscono a originare alluvioni.
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L’effetto dell’attività antropica sulle alluvioni
Sebbene possano verificarsi alluvioni anche semplicemente a causa dell’azione degli elementi naturali, gran parte degli eventi alluvionali trae origine dall’attività antropica. Lo stile di vita impattante degli esseri umani contribuisce notevolmente all’aumento della frequenza e dell’intensità di tali episodi. È il caso, ad esempio, del consumo di suolo, che rende il terreno impermeabile e, quindi, meno capace di assorbire l’acqua in eccesso. O anche degli eventi climatici estremi come le piogge intense, causate dal surriscaldamento globale. O ancora dell’innalzamento del livello dei mari, causato dal riscaldamento dell’atmosfera.
Gli allagamenti nelle aree a rischio alluvione sono estremamente dannosi, non solo per gli ecosistemi ma anche per le comunità, dal momento che danneggiano le infrastrutture e le abitazioni, con effetti considerevoli sulle economie locali. La geologia e la morfologia del nostro Paese ci rendono particolarmente vulnerabili a fenomeni di questo tipo. Le montagne da una parte e il mare dall’altro, infatti, limitano fortemente lo spazio a nostra disposizione per contenere le esondazioni. Come afferma la Protezione Civile:
“Le alluvioni sono fenomeni naturali. Tuttavia, tra le cause dell’aumento della loro frequenza ci sono, senza dubbio, l’elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio. Queste, impedendo l’infiltrazione della pioggia nel terreno aumentano i quantitativi e la velocità dell’acqua che defluisce verso i fiumi.”
Prevenire i danni nelle aree a rischio alluvione
Spostandoci sul lato pratico, vediamo che cosa sia bene fare per tutelarsi e proteggere i propri cari in caso di fenomeni di questa violenza. Innanzitutto, informiamoci su quali siano i fenomeni atmosferici tipici della zona in cui viviamo. Sapere se ci troviamo in un area a rischio ci permetterà di affrontare ogni pioggia con una maggiore preparazione. Se vi sono stati allagamenti importanti in passato, è possibile che ve ne saranno anche in futuro. Teniamo sempre a mente che potrebbe non esserci tempo per mettere in salvo cose e persone: in caso di alluvione l’acqua può salire di livello anche di due metri, nel giro di pochi minuti. Quando ciò succede, non è possibile dare l’allerta generale in tempo.
I luoghi più in basso, naturalmente, sono i primi ad allagarsi. In un’abitazione, gli spazi più a rischio sono cantine, seminterrati e piani terra. All’aperto, lo stesso discorso vale per i sottopassaggi e le zone prossime agli argini dei fiumi. Facciamo attenzione anche se percorriamo strade in pendenza o luoghi in depressione, ovvero più bassi rispetto ai circostanti. La forza dell’acqua danneggia edifici e infrastrutture. Può causarne il crollo per cui facciamo molta più attenzione del solito se non possiamo fare a meno di spostarci, specie nei paraggi di infrastrutture vulnerabili.
Che cosa può fare il privato cittadino?
Ciascuno di noi, portando a termine semplici azioni e facendo attenzione, può contribuire a ridurre il rischio alluvionale. Rispettiamo sempre l’ambiente e segnaliamo prontamente, al nostro comune, i tombini intasati e i rifiuti ingombranti abbandonati da qualche incivile lungo il greto di fiumi o ruscelli. Aggiorniamoci sul Piano di Emergenza comunale in caso di disastro ambientale: si tratta di un documento, tipicamente accessibile a tutti, che evidenzia le aree a rischio alluvione, quelle sicure e le vie di fuga per mettersi in salvo. Qualora non ne esistesse nessuno (e sarebbe grave), pretendiamo che sia redatto al più presto, attivandoci presso il Consiglio Comunale.
Verifichiamo che ogni luogo pubblico che frequentiamo, dal nostro posto di lavoro alla scuola dei nostri figli fino al centro commerciale dove facciamo la spesa, abbia un piano d’azione valido e aggiornato da mettere in pratica non appena riceve l’allerta alluvione diramata dalla Protezione Civile. Evitiamo di conservare beni di valore in cantina, o nel seminterrato, perché correremo il rischio di perderli e ci metteremmo in pericolo cercando di salvarli dall’allagamento (cosa che, ad ogni modo, non andrebbe mai fatta).
Le soluzioni per prevenire i danni nelle aree a rischio alluvione sono spesso suggerite dal buon senso, che dovremmo sempre impiegare, come buoni padri di famiglia, quando abbiamo a che fare con questo genere di fenomeni atmosferici. Manteniamo sempre agevole l’accesso ai piani superiori, perché potrebbe rappresentare una vera e propria via di fuga verso la salvezza, e teniamo sempre a portata di mano torcia elettrica, radio a pile, cassetta di pronto soccorso e copia dei documenti. Facciamo in modo che tutta la famiglia sappia dove sono e possa accedervi in ogni momento.
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