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Come si smaltisce l’amianto in Italia?

Ecco come si smaltisce l’amianto
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Circa 330 mila tonnellate all’anno di amianto, il 27% della quota di rifiuti pericolosi, vengono smaltite in discariche per rifiuti non pericolosi, quantità minori in discariche per rifiuti pericolosi.

Le discariche in cui vengono conferiti i rifiuti contenenti amianto (RCA) nel nostro Paese sono 17, secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ispra sui rifiuti speciali. A Taranto in Puglia, Ferrandina in Basilicata, Casale Monferrato e Collegno in Piemonte abbiamo quattro discariche per rifiuti speciali pericolosi. Mentre le altre 13, per rifiuti speciali non pericolosi, sono a Ortona in Abruzzo, a Cascina, Serravalle Pistoiese e Montignoso in Toscana, a Mirandola in Emilia-Romagna, a Ferrera Erbognone e Montichiari in Lombardia, a Cordenons e Porcia in Friuli Venezia Giulia e a Sassari, Bolotana, Serdiana e Carbonia in Sardegna.

I dati del rapporto (2023) sono aggiornati al 2021, anno in cui sono state smaltite circa 331 mila tonnellate di RCA, di cui circa 300mila tonnellate nei 13 impianti per rifiuti non pericolosi e 30mila nei 4 impianti per pericolosi. Ma che differenze ci sono tra queste due tipologie di discariche per rifiuti speciali e come viene gestito l’amianto? Per fare chiarezza, ci siamo rivolti ad Andrea Massimiliano Lanz, responsabile del Centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare di Ispra.

L’amianto è sempre pericoloso?

Lanz, un rifiuto contenente amianto è sempre pericoloso?

“I rifiuti sono classificati con dei codici. I rifiuti contenenti amianto si possono, concettualmente, distinguere in due tipologie: quelli i cui codici fanno espressamente riferimento all’amianto e quelli i cui codici non fanno espressamente riferimento all’amianto ma che ne contengono. In base alle Linee guida approvate con il Decreto ministeriale 47 del 2021, tutti i rifiuti in cui si fa riferimento alla presenza di amianto sono automaticamente classificati come rifiuti pericolosi. Nel secondo caso la normativa europea di riferimento, che regolamenta la classificazione delle sostanze pericolose, stabilisce per l’amianto un limite di concentrazione dello 0,1% e la sua gestione secondo modalità specifiche. Per esempio, il rifiuto classificato come materiale da costruzione contenente amianto è pericoloso, a prescindere dalla concentrazione di amianto. Le precauzioni vogliono che ci si ponga sempre nelle condizioni più cautelative possibili”.

Come si smaltisce l’amianto

Se tutti i RCA sono pericolosi perché alcuni vanno nelle discariche per rifiuti pericolosi e altri no?

“La normativa prevede diverse tipologie di discariche; esclusa la discarica per inerti, abbiamo discariche per rifiuti non pericolosi e discariche per rifiuti pericolosi con requisiti costruttivi più stringenti. Entrambe possono ricevere l’amianto, ma a determinate condizioni. Nelle discariche per rifiuti non pericolosi che ricevono amianto, questo può essere smaltito solo in celle dedicate: all’interno dell’impianto deve essere creata un’area specificatamente destinata a riceverlo, che va poi gestita con tutte le precauzioni previste per lo smaltimento dell’amianto. Ci sono condizioni da rispettare, indicate dal Decreto legislativo 36 del 2003 che disciplina lo smaltimento in discarica.

Per esempio: deve essere garantita la copertura con materiale appropriato quotidianamente per evitare la dispersione di fibre, ci devono essere delle trincee per il passaggio dei mezzi per evitare la possibilità che il materiale venga frantumato e disperso nell’ambiente. Non si possono fare attività di perforazione in queste aree, che devono essere delimitate e chiaramente individuate. Se l’amianto viene smaltito in big bags, sacchi appositi, devono essere bagnati. C’è una serie di disposizioni per la gestione dei RCA, a prescindere dal fatto che la discarica sia per rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi”.

In discarica, quindi, l’amianto non viene mai compattato, esatto?

“No, assolutamente; è proprio previsto che non ci sia compattazione per evitare la rottura del materiale. Per questo va in celle specifiche, gestite in modo diverso da quelle dove tipicamente si fa la compattazione”.

Come viene trasportato l’amianto

Come vengono trasportati i rifiuti contenenti amianto?

“La movimentazione dell’amianto deve essere fatta in modo che non ci sia dispersione di fibre. È previsto che tutte le fasi avvengano in un certo modo. Prima di tutto va applicata la normativa della sicurezza sul lavoro e chi opera deve avere tutti i dispositivi di protezione individuale. Prima della rimozione, l’area dove c’è l’amianto da portare via va delimitata; per il trasporto il materiale va messo in big bags o essere trattato in modo da evitare la dispersione di fibre”.

Come vengono conferiti i RCA, tal quali o trattati?

“La norma prevede che siano ricoperti ogni giorno con materiale appropriato, terreno o altro materiale che eviti la dispersione. E a fine vita della discarica, quando si fa la copertura finale, deve essere completamente coperto e monitorato per 30 anni. Nel tombare queste discariche quando finiscono, l’amianto deve essere localizzato in maniera certa”.

Le discariche per rifiuti pericolosi in Italia

Quelle di cui parliamo sono le uniche discariche per rifiuti pericolosi fatte in Italia o ce ne sono state altre in precedenza, oggi tombate?

“Le discariche si esauriscono; ci sono state discariche precedenti che hanno smaltito amianto: si conoscono. I dati sulle tipologie di rifiuti smaltiti in discarica vengono comunicati. C’è un modello unico di dichiarazione ambientale (MUD) che ogni anno deve essere presentato dai soggetti coinvolti nella produzione e gestione dei rifiuti”

Chi custodisce questi dati?

“La comunicazione viene fatta alle Camere di Commercio, poi riceviamo le informazioni dichiarate. Abbiamo banche dati di informazioni sui rifiuti smaltiti ogni anno, i quantitativi, da chi sono smaltiti, etc.”

Nell’ultimo rapporto Ispra c’è una discarica per rifiuti speciali in meno rispetto all’anno precedente, significa che è esaurita?

“Non è detto; le discariche devono essere autorizzate a ricevere certi rifiuti, tra cui l’amianto, non è una scelta che può fare il gestore autonomamente. Non è detto che in un certo anno la discarica abbia ricevuto quei codici. Lo smaltimento dell’amianto è collegato alle attività di bonifica o di messa in sicurezza di edifici. Se queste attività non ci sono l’amianto rimane dov’è e le discariche non lo ricevono, è un dato che oscilla”.

Come si smaltisce l’amianto da costruzione

Il 99% dei rifiuti contenenti amianto deriva da materiale da costruzione. E’ questo il vero problema?

“Sì, nelle attività di costruzione l’amianto è stato utilizzato come materiale isolante in quantità molto importanti. In Italia la produzione di prodotti contenenti amianto è vietata dal 1992, ma prima c’è stato un momento in cui veniva considerato un materiale eccezionale ed è stato utilizzato per moltissime cose: nelle pastiglie dei freni delle automobili, nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nelle lavastoviglie, nei ferri da stiro, nei tostapane… Tutti gli edifici costruiti negli anni ’60 – ’70 – ’80 sono pieni di amianto, che va gestito. A volte viene incapsulato sul posto, ma l’obiettivo è rimuoverlo. Una norma nazionale prevede che le amministrazioni competenti censiscano i siti contenenti amianto: nel 2022 erano 135mila. Amianto che dovrebbe essere progressivamente tolto e smaltito”.

Fondamentalmente l’amianto viene spostato e tombato, è così?

“C’è un decreto ministeriale che prevede diverse opzioni: oltre alle modalità di smaltimento di cui abbiamo parlato si possono sviluppare processi che portano a un cambiamento della composizione cristallo chimica dell’amianto. Sono progetti su cui ha lavorato il CNR per esempio; attualmente l’amianto va a smaltimento in discarica”.

L’esportazione di RCA

Abbiamo mandato all’estero 17mila tonnellate di RCA nel 2021, per mancanza di spazio o altro?

“Sicuramente nelle nostre discariche le capacità per l’amianto sono contenute ed è un rifiuto il cui flusso è molto legato all’avvio di bonifiche. Se non si fanno attività di bonifica non si produce amianto. Sulle 17mila tonnellate, quasi 12mila sono state mandate in Germania, il resto in Spagna e in Francia, tutto a smaltimento in discarica”.

In Italia si può pensare di fare nuovi impianti di discarica per rifiuti pericolosi, che cosa dice la normativa?

“La normativa non prevede divieti. Le discariche per queste tipologie di rifiuti sono private, messe in piedi seguendo un iter autorizzativo. In linea di principio nessuno vieta di fare una discarica ma arrivare a farla è un altro discorso”.

Chi autorizza?

“La Regione. Attraverso la Conferenza dei servizi, che prevede anche tutti gli altri soggetti che sono in qualche modo coinvolti, come i rappresentanti del Comune.

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