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Amazon Haul, il nuovo market online: il rischio di un alto impatto ambientale

Amazon Haul: un cliente ordina un prodotto online dal suo cellulare
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Amazon Haul è il nuovo rivale di Temu e SHEIN. Il brand di Jeff Bezos non ha alcuna intenzione di cedere quote di mercato online alla concorrenza asiatica ed è passato alle contromisure, aprendo il suo store che, purtroppo, ha le stesse caratteristiche e lo stesso impatto ambientale dei due giganti del low cost. I prezzi dei prodotti posti in vendita sono stracciati, il consumo usa e getta è stimolato e la sfida all’ambiente rilanciata. Una volta in più, ci troviamo di fronte a una vetrina che mette il suo business davanti alla salute della nostra casa comune, senza considerazione né rispetto per l’ambiente.

Nel segno del fast fashion

I prodotti di Amazon Haul si contraddistinguono per una caratteristica, che salta subito all’occhio: non costano mai oltre 20 dollari. I prezzi appaiono stracciati, talvolta anche rispetto alla concorrenza, già piuttosto economica di suo. Evidentemente, non bastavano i due rivenditori cinesi SHEIN e Temu, che stanno intasando il settore globale del trasporto aereo di merci. Ora c’è un altro colosso che punta sul low-cost. Haul, almeno per ora, sarà attivo soltanto negli Stati Uniti. Sullo store online si potranno trovare vestiti, prodotti di elettronica e per la casa. I prezzi saranno particolarmente convenienti, esattamente come avviene sui portali delle controparti cinesi, in continua ascesa di popolarità.

L’obiettivo è quello di portare, gradualmente ma rapidamente, la nuova piattaforma anche nel resto del mondo. Il test statunitense ha lo scopo principale di verificare la risposta da parte del pubblico. Francamente, si fatica davvero a capire che bisogno ci fosse di questo nuovo store, che nulla aggiunge all’offerta dei due concorrenti principali. Mentre il dibattito sull’impatto ambientale del fast fashion si fa sempre più acceso e i beni di consumo a basso costo, e di bassa qualità, sembrano essere parte di un mercato saturo, Amazon dimostra di non volerne sapere di distinguersi. Bezos è evidentemente molto più interessato ad arginare il fenomeno SHEIN-Temu che a proteggere il pianeta.

Amazon Haul: una donna di fronte al computer sorridente e colma di pacchi appena acquistati
La moda del fast fashion è deleteria per il pianeta

L’idea alla base di Amazon Haul

I due colossi cinesi hanno monopolizzato sia il segmento dell’elettronica sia quello della moda low-cost. Amazon Haul desidera arginare questa posizione di leadership, proponendo un servizio che da una parte replica il modello, mentre, dall’altra, afferma di poter garantire una qualità più elevata. Il nuovo portale punta soprattutto sui giovani, proprio come Temu e SHEIN. A detta di Dharmesh Mehta, vicepresidente della branca di worlwide selling per Amazon, la logica è la seguente:

Trovare ottimi prodotti, a prezzi molto bassi, è importante per i clienti. Continuiamo perciò a esplorare modi in cui possiamo collaborare con i nostri partner, in modo da riuscire a offrire prodotti a prezzi ultra bassi. Haul mira a rendere lo shopping di moda, casa, lifestyle, elettronica e altri prodotti ancora più divertente, facile e conveniente. Ovviamente, continueremo ad ascoltare i clienti mentre perfezioniamo ed espandiamo il servizio, come faremo nelle settimane e nei mesi a venire.

Cosa si nasconde dietro costi così bassi

Le due rivali di Amazon Haul sono più volte finite sotto i riflettori, tanto per la messa in atto di pratiche lavorative discutibili quanto per i loro numeri, non confortanti in termini di impatto ambientale. Una verifica portata avanti, qualche mese fa, dalla rivista tedesca ÖkoTest, di cui abbiamo già scritto, ha confermato la presenza di sostanze nocive (piombo, cadmio e ftalati) in numerosi capi di abbigliamento venduti su SHEIN. Tali elementi sono proibiti dall’UE, dal momento che mettono a rischio la salute di chi indossi l’abito in questione.

La prima denuncia di Greenpeace

Ben prima dell’inchiesta tedesca, risalente all’anno scorso, già nel 2022 l’organizzazione ambientalista Greenpeace aveva trovato sostanze chimiche pericolose nei prodotti venduti su SHEIN. Secondo il rapporto dedicato, Taking the Shine off SHEIN: A business model based on hazardous chemicals and environmental destruction, analizzando 47 prodotti Shein acquistati tra Italia, Austria, Germania, Spagna e Svizzera, il 15% aveva fatto registrare, nelle analisi di laboratorio, quantità di sostanze chimiche pericolose superiori ai livelli consentiti dalle leggi europee. In altri quindici prodotti (32%) le concentrazioni di queste sostanze si sono attestate a livelli preoccupanti, a dimostrazione del disinteresse di Shein nei confronti dei rischi ambientali e per la salute umana. Questi prodotti, stando ai dati emersi, sono da considerarsi illegali a tutti gli effetti.

All’interno dello stesso ambito, l’organizzazione non governativa svizzera, Public Eye, durante la scorsa estate, ha intervistato 13 dipendenti presso 6 differenti fabbriche che riforniscono SHEIN. Le condizioni di lavoro emerse possono definirsi disumane, nei plessi fornitori. Vi sono operai che cuciono vestiti anche per più di dodici ore al giorno, per sei o sette giorni a settimana. A questi schiavi del fast fashion è concesso un solo giorno libero al mese.

Non si pensi che Temu sia da meno. La concorrente di SHEIN e Amazon Haul finì al centro di un polverone dopo un’analisi condotta dall’organizzazione di consumatori Altroconsumo. Su 28 prodotti acquistati tra giocattoli, gadget, caschi e cosmetici, si riscontrarono una o più non conformità rispetto alle norme vigenti.

L’impatto ambientale di Amazon Haul

È presto per dire se Amazon Haul incapperà nelle stesse contraddizioni degli altri due servizi. Se dovessimo sbilanciarci, però, saremmo propensi a pensare che finirà esattamente così. Per poter tenere i prezzi così bassi è necessario tagliare qualche spesa e le prime due voci all’ordine del giorno, in questo ambito, sono naturalmente costo del lavoro e qualità del prodotto. Subito dopo, giunge la tematica dell’impatto ambientale. Per garantire la consegna in tempi brevi, ovunque nel mondo, non c’è altra via se non quella di oberare il trasporto di merce per via aerea.

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Mattia Mezzetti

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