La concentrazione di pesticidi nelle acque italiane supera in molti casi le soglie d’allarme. L’Italia è tra i Paesi meno virtuosi dell’Unione Europea
Il 49% dei campionamenti che riguardano le acque superficiali italiane presenta una concentrazione di pesticidi superiore ai livelli d’allerta. Con la conseguenza di causare detrimento per la qualità di mari, fiumi e laghi e pericoli per la salute degli esseri viventi. È una delle conclusioni alla quale arriva un report dell’Agenzia europea per l’ambiente, che pone l’accento sulla distanza tra gli obiettivi del legislatore comunitario e lo stato dell’arte nella lotta all’inquinamento.
Dimezzare l’impiego di pesticidi entro il 2050
Nell’Unione europea l’utilizzo di pesticidi è soggetto a limiti ben definiti, che tuttavia vengono troppo spesso superati confidando nella difficoltà di effettuare monitoraggi frequenti e capillari. Il Green Deal europeo punta a rafforzare i presidi in tal senso, fissando l’obiettivo di dimezzare l’impiego di pesticidi chimici entro il 2050, anche se l’Agenzia ricorda che molto è demandato all’azione dei singoli Stati aderenti, per cui si rischia un’adozione a macchia di leopardo dei precetti comunitari.
Lontani dagli obiettivi europei
Lo studio offre uno spaccato sull’utilizzo dei pesticidi in Europa, sia per tipologia delle acque esaminate (sono state analizzate anche quelle del sottosuolo), sia per Paesi. I pesticidi fuori legge, banditi dalla normativa europea o presenti in quantità superiori ai limiti di soglia consentiti, sono soprattutto l’imidacloprid (principio attivo utilizzato nel confezionamento di prodotti per la disinfestazione, può contaminare in modo irreversibile le acque) e il malathion (vietato nell’Unione europea perchè in acqua non trattata si converte in malaossone, con un grado di tossicità 60 volte superiore), oltre agli erbicidi Mcpa (utilizzato in agricoltura per controllare le erbacce a foglia larga come regolatore della crescita, soprattutto nei campi di pascoli e colture di cereali, potrebbe risultare tossico e persino cancerogeno, anche se non c’è una presa di posizione ufficiale in merito) e metolachlor (usato per il controllo delle erbe infestanti, può essere tossico per le cellule animali e umane) nel sottosuolo. La situazione dell’Italia è da allarme rosso per i fiumi di medie dimensione, con il 55% dei campionamenti che superano le soglie di sostenibilità, mentre migliora sensibilmente per le acque di falda (solo il 15% dei campionamenti risulta oltre i limiti). La Penisola è messa peggio della media europea, che per i fiumi riporta sforamenti nel 19% dei casi, mentre per le acque sotterranee nel 7%.