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Alla riscoperta di Sampierdarena

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L’associazione i Cercamemoria della Biblioteca Gallino di Genova promuove visite guidate e percorsi alla riscoperta dello storico quartiere di Sampierdarena. Anticipando il percorso di rigenerazione urbana dell’amministrazione comunale

“Sei certo di conoscere bene San Pier d’Arena? Vieni a scoprirlo con noi”. L’appuntamento è per venerdì 27 maggio alle ore 17 al Centro civico Buranello-Auditorium. Lo pubblica sulla sua pagina Facebook l’organizzazione no profit i Cercamemoria della Biblioteca Gallino – Genova Sampierdarena. “Il tema saranno le famose trattorie, i ritrovi, i circoli della San Pier d’Arena del passato. Mostreremo e commenteremo foto d’epoca, vedremo brevi interviste [..] e concluderemo in musica con gli amici del Circolo mandolinistico Risveglio”, spiega il post. Un appuntamento popolare e colto allo stesso tempo, per chi è curioso e ha a cuore il quartiere. Sampierdarena (o San Pier d’Arena come i Carcamemoria preferiscono chiamarlo, perchè questo era il suo nome in origine), infatti, ha molto da raccontare, ma tanti dei suoi abitanti non lo sanno. Molto nasconde in mezzo alla sua fittissima urbanizzazione e al suo parziale degrado da quartiere periferico post-industriale di una grande città portuale qual è Genova. Una convivenza tra mondi, passati e presenti. E realtà profondamente diverse, spesso fuse tra loro attraverso un susseguirsi di radicali trasformazioni in cui ciò che è venuto dopo ha inglobato quello che c’era prima. A cominciare dalle ville, con i monumentali giardini, delle famiglie aristocratiche genovesi dell’antica Repubblica; per proseguire con la collina di San Benigno, demolita a colpi di mina tra gli anni ‘20 e ‘30 del Novecento per collegare Genova con il litorale di ponente; la spiaggia di due chilometri (l’arena che dà il nome al luogo) sopravvissuta alla pesante industrializzazione ottocentesca dell’area e cancellata del tutto tra gli anni ‘30 e ‘50 del secolo scorso, dopo un breve ma importante fiorire di architetture liberty: stabilimenti balneari, teatri e locali. Per non parlare della campagna: della terra fertile e dell’aria pura da cui tutto ebbe inizio nel Quattrocento, quando i nobili genovesi cominciarono a interessarsi al piccolo borgo di pescatori di San Pier d’Arena e al suo entroterra collinare. Qualche traccia, anche importante, rimane. Alcune ville storiche, per esempio. E di questa storia i Cercamemoria si fanno portavoce, organizzando itinerari pedonali e incontri per promuovere la socializzazione, la fruizione e la riscoperta del territorio. Come i tour guidati alla riscoperta delle torri che nel ‘500 venivano usate dai nobili per sfuggire ai pirati; torri di ville e di avvistamento, alcune andate perdute, altre nascoste tra i palazzi di Sampierdarena e Cornigliano. Gloria Mignone, vicepresidente dell’associazione, racconta che chi ha partecipato alle visite guidate di maggio era molto stupito: “tutti increduli all’idea che ci sia un tesoro così, veramente nascosto – commenta – Il progetto per il futuro è cercare di incrementare la periodicità delle visite, poi di rendere visitabili le torri, e infine magari anche di restaurare quelle che non sono fruibili”.

Percorsi di inclusione sociale, a partire dalla rigenerazione urbana

L’associazione culturale che si occupa di valorizzare la bellissima storia di Sampierdarena non è l’unica a fare progetti. Il quartiere è, infatti, al centro di un piano strategico di rigenerazione presentato alla stampa il 27 aprile dall’amministrazione comunale: interventi per oltre 160 milioni di euro, in parte finanziati dal PNRR (misura 5C2), a cui vanno sommati 58,5 milioni di euro per la Bassa Val Polcevera tra il quartiere del Campasso, Cerchio Rosso e Parco del Polcevera. “Da periferie a nuove centralità urbane: inclusione sociale nella città metropolitana di Genova” il titolo del piano integrato di cui il sindaco di Genova Marco Bucci ha annunciato il via libera. “Da tempo – ha dichiarato Bucci – stiamo studiando progetti specifici per la riqualificazione del Ponente della nostra città. In particolare, su Sampierdarena siamo pronti a intervenire con fondi e progetti specifici per andare incontro alla richiesta di maggiore vivibilità degli spazi avanzata dai cittadini”. Alcuni lavori potranno essere portati avanti in uno o due anni, altri in cinque o sei, stima il Sindaco. Si tratta di interventi volti a rilanciare aree che “dopo i fasti dell’era industriale, quando rappresentavano la Manchester d’Italia, hanno visto un progressivo degrado” ha spiegato Pietro Piciocchi, assessore ai Lavori pubblici del Comune. “In questo piano, che va a intercettare circa 140 milioni dal PNRR – ha precisato Piciocchi – abbiamo puntato sulla qualità della vita dei quartieri interessati, sui servizi, ma anche sul recupero di giardini, parchi storici come quello di villa Imperiale Scassi, palazzi come la Fortezza e palazzo Carpaneto, ripristino di percorsi storici di collegamento con i forti, realizzazione di nuovi parcheggi a servizio della città e aree verdi e per lo sport”. “Su Sampierdarena abbiamo 14 progetti” spiega Simonetta Cenci, assessore all’Urbanistica del Comune di Genova, “che mirano a trasformare quelli che oggi sono territori fragili in un quartiere innovativo, con un’elevata qualità della vita e ambientalmente sostenibile, con nuovo verde e ricucendo storiche fratture urbane”. Gli interventi comprendono la creazione di un parco diffuso, fatto di aree verdi disseminate sul territorio e la riqualificazione del tessuto stradale tra via Sampierdarena e via Cantore, con pedonalizzazioni in prossimità di alcuni edifici storici e la realizzazione di un tracciato ciclo – pedonale. I voltini ferroviari saranno trasformati in spazi per la cittadinanza e sede di servizi. “Alcuni di questi progetti sicuramente potrebbero dare una grossa mano a Sampierdarena per rialzare la testa” ha commentato Michele Colnaghi, presidente del Municipio Centro Ovest.

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