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Agroecologia: i 3 principi per la sostenibilità

Verdure su un tagliere in legno
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Quando produciamo alimenti (ma anche farmaci, carburanti, fibre e altri prodotti) dovremmo sempre tenere bene a menta l’importanza di farlo seguendo dei principi ecologici, in modo da limitare al massimo il nostro impatto sul pianeta Terra e sui suoi ecosistemi. Ecco dunque di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo al termine agroecologia, una pratica certamente complessa e sfaccettata che comprende una vasta gamma di approcci diversi e rispetto ai quali dovremmo sempre rimanere aggiornati. Scopriamo dunque insieme più nel dettaglio quali sono i principi che regolano questa materia

Indice

Perché è importante l’agroecologia

L'agroecologia è un approccio pieno di sfaccettature che vale la pena studiare per comprendere in che modo si può coltivare in maniera sostenibile.
Un contadino sorridente

L’agroecologia è prima di tutto un metodo che non solo mira a produrre cibo in modo più sostenibile rispetto al passato, ma anche a promuovere la biodiversità, migliorare la qualità del suolo e ridurre l’impatto ambientale. In un’epoca in cui i cambiamenti climatici e l’esaurimento delle risorse naturali sono preoccupazioni crescenti, l’agroecologia rappresenta in definitiva una strada promettente per un futuro agricolo più sostenibile.

Si tratta di un principio banale solo in apparenza, visto che troppo spesso viene dato per scontato e non ci rendiamo conto di quanto sia importante. Come ricorda anche il WWF, d’altra parte, l’agricoltura e la natura sono intrinsecamente connesse: l’agricoltura fa infatti affidamento sulla natura e sui servizi ecosistemici che supportano il reddito degli agricoltori e il benessere delle persone. Purtroppo, le pratiche agricole non sostenibili rappresentano in Europa la principale causa di perdita di biodiversità e degrado ambientale (questo secondo il Rapporto sullo “Stato della natura nell’Unione Europea“), una situazione alla quale è necessario trovare una soluzione il più rapidamente possibile.

Come rendere sostenibile l’agricoltura

Lo stesso World Wide Fund for Nature, consapevole della necessità di un cambio di rotta immediato, ha cercato di delineare tutte le soluzioni possibili che possano portare ad una produzione agricola più green e dunque rispettosa dell’ambiente. Vediamoli insieme.

Dare più spazio alla natura nelle aziende agricole

Il primo step cruciale è garantire che all’interno delle aziende agricole venga riservata una superficie minima per mantenere le infrastrutture verdi, vale a dire le siepi, i filari di alberi, gli alberi secolari isolati o parte di piccoli boschi, stagni e zone umide, fasce inerbite, e prati stabili, tra gli altri. Queste infrastrutture sono vitali per sostenere la biodiversità negli agroecosistemi. L’obiettivo dovrebbe essere quello di destinare almeno il 10% della Superficie Agricola Totale (SAT) a queste aree naturali: queste, tra l’altro, sono le linee guida proposte all’interno della Strategia europea per la Biodiversità 2030.

Limitare l’uso di sostanze chimiche

A lungo gli agricoltori hanno utilizzato prodotti chimici convinti di fare il bene dei loro raccolti, senza essere purtroppo consapevoli degli ingenti danni ambientali che essi avrebbero provocato. Per gli esperti di agroecologia servono oggi più che mai politiche che favoriscano modelli di produzione agricola che minimizzino l’impiego di sostanze chimiche di sintesi, promuovendo al contrario pratiche agricole che prescindano dall’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti artificiali, potenziando così le difese naturali degli agroecosistemi. È importante ricordare proprio da questo punto di vista l’esistenza della Strategia UE “Farm to Fork”, che si propone di ridurre del 50% l’uso di pesticidi in Europa entro il 2030.

Il monitoraggio sui cicli di azoto, fosforo, carbonio e acqua

La biosfera è basata su alcuni di questi importanti processi biogeochimici, che vanno tenuti debitamente sotto controllo perché possono influenzare direttamente le produzioni agricole, ma possono a loro volta essere alterati dalle pratiche agricole stesse. È cruciale adottare misure correttive promuovendo pratiche agricole sostenibili che ripristinino l’equilibrio di tali cicli, riducendo l’uso di fertilizzanti minerali e chimici e favorendo la conservazione della sostanza organica e della biodiversità nei suoli, ad esempio attraverso la rotazione delle colture.

Le strategie europee

Ecco tutto quello che è necessario sapere riguardo all'agroecologia e all'impatto positivo sul nostro pianeta Terra di questa pratica sostenibile.
Un allevatore al lavoro

Come già anticipato, l’Unione Europea è al lavoro da tempo per promuovere buone pratiche che permettano a tutta la filiera alimentare di operare in maniera sostenibile, con un occhio di riguardo nei confronti dell’ambiente.

In particolare, la strategia per la biodiversità dell’UE per il 2030 è un piano completo, ambizioso e a lungo termine che mira a proteggere la natura e invertire il processo di degrado degli ecosistemi naturali: l’obiettivo della strategia è mettere la biodiversità europea su un percorso di ripresa entro il 2030 e contiene azioni e impegni specifici. Si tratta di una strategia che punta a rendere più resiliente la nostra società alle future minacce come:

  • gli impatti dei cambiamenti climatici;
  • gli incendi boschivi;
  • la scarsità alimentare;
  • le epidemie: questo obiettivo può essere raggiunto proteggendo la fauna selvatica e combattendo il commercio illegale di specie selvatiche.

In parallelo, la strategia Farm to work cerca di accelerare la nostra transizione verso un sistema alimentare sostenibile che dovrebbe teoricamente:

  • avere un impatto ambientale neutro o positivo;
  • contribuire a mitigare il cambiamento climatico;
  • garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica, assicurando che tutti abbiano accesso a cibo sufficiente, sicuro, nutriente e sostenibile;
  • impedire la perdita di biodiversità;
  • mantenere l’accessibilità economica del cibo generando ritorni economici più equi, promuovendo la competitività del settore di approvvigionamento dell’UE e sostenendo il commercio equo.

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Alberto Muraro

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