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Agrivoltaico, ricerca Enea: a Scalea parleranno i limoni

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In Calabria al via un progetto di ricerca di Enea e Ef Solare Italia per studiare le potenzialità dell’agrivoltaico e dimostrare l’opportunità del connubio tra agricoltura e produzione di energia rinnovabile, per ridurre le nostre emissioni di anidride carbonica.

A Scalea, in provincia di Cosenza, saranno i limoni a rivelare le potenzialità o i limiti dell’agrivoltaico, con pannelli disposti secondo diverse configurazioni, grazie a un progetto di ricerca che Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sta portando avanti insieme all’azienda Ef Solare Italia. Le parole chiave sono “utilizzo duale del terreno” e “connubio tra agricoltura e produzione da energia rinnovabile”.

Con lo scopo finale di conquistare e consolidare la fiducia delle comunità e degli stakeholder eventuali, a partire dagli agricoltori e dai proprietari dei terreni, per potenziare la diffusione del solare fotovoltaico in Italia e avvicinarci all’obiettivo di triplicare entro il 2030 la capacità si generazione di energia rinnovabile, come da impegni sottoscritti alla COP28 e poi nell’ambito del G7 a presidenza italiana.

Il progetto “Fotovoltaico ad alta efficienza”

La sperimentazione in corso a Scalea rientra nel progetto di ricerca “Fotovoltaico ad alta efficienza” del piano triennale di realizzazione 2022-2024 della Ricerca di Sistema Elettrico nazionale – Accordo di Programma MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica)-ENEA e si concretizza in un polo agrivoltaico dove vengono coltivati degli alberi di limoni sotto a “impianti con diverse configurazioni tecnologiche, dotati di pannelli fotovoltaici bifacciali ad alta efficienza”, spiega Enea in una nota, per poter confrontare e valutare i risultati prodotti dai diversi approcci tecnologici. Gli impianti sono dotati anche da “sistemi di sensoristica avanzata, dove l’energia elettrica prodotta viene accumulata oppure utilizzata per dissalare l’acqua salmastra per l’irrigazione”.

Doppio confronto tra le colture di limoni e monitoraggio della componente energetica

La ricerca prevede un doppio confronto tra le colture di limoni. Prima tra quelle cresciute sotto le due diverse tipologie di impianti fotovoltaici, di tipo fisso e ad inseguimento, con il monitoraggio anche delle prestazioni energetiche delle due soluzioni. Poi con le piante e i frutti cresciuti in campo aperto. Per verificare produttività e qualità, ma anche le proprietà del suolo e altri parametri utili, con sistemi di controllo applicati sia alla componente agricola che a quella energetica.

Questo hub sperimentale “ha l’obiettivo di analizzare i risultati tra produzione agricola, produzione fotovoltaica e i rapporti differenti secondo le figurazioni impiantistiche e il confronto con l’attività agricola in campo aperto”, spiega in un video Andrea Ghiselli, amministratore delegato di EF Solare Italia, che è tra i principali operatori fotovoltaici in Europa (partecipato al 70% dai fondi di F2i – Fondi Italiani per le Infrastrutture e al 30% da Crédit Agricole Assurances). “Questo confronto nello stesso territorio consentirà ai ricercatori dell’Enea di elaborare dati da mettere a disposizione della collettività, per lavorare in sinergia con istituzioni ed enti con l’obiettivo di fornire energia pulita e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030”, prosegue Ghiselli.

Agrivoltaico: positivi i primi dati sull’ombreggiamento prodotto dai moduli fotovoltaici

Fa un primo punto sui risultati Alessandra Scognamiglio, ricercatrice del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili e presidente di AIAS (Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile). “Questo nuovo impianto – dichiara – si affianca a quello già esistente di Ef Solare sul quale Enea sta già realizzando un monitoraggio. I primi dati che abbiamo a disposizione ci dicono che le colture riescono a beneficiare dell’ombreggiamento prodotto dai moduli fotovoltaici, in termini sia di migliore idratazione delle foglie, quindi maggiore capacità di adattamento al cambiamento climatico, sia di sequestro di anidride carbonica e quindi possibilità di produrre frutti migliori e poi anche migliore forma e dimensione del fogliame.

Questi dati già raccolti sull’impianto esistente, che è a inseguimento su singolo asse, saranno confrontati con quelli che verranno raccolti sull’impianto fisso. Questo consentirà di fare delle comparazioni fra due approcci simili per configurazione spaziale ma diversi per tecnologia e quindi di valutare anche la sostenibilità complessiva dell’investimento”. Con l’obiettivo, conclude Scognamiglio, di “sostenere una versione dell’agrivoltaico che effettivamente sia una sinergia e sia soprattutto utile alla diffusione e penetrazione del fotovoltaico per il conseguimento degli obiettivi e

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