Nei prossimi decenni le attività produttive tenderanno a diventare più water intensive. Secondo i ricercatori di Ref l’introduzione di un meccanismo di mercato basato sul principio “chi usa in modo non efficiente paga” avrebbe molti vantaggi.
Senza acqua non ci sarebbe vita sulla terra. Tutti lo sanno, ma non sempre le nostre azioni sono dettate da questa consapevolezza. L’acqua è una risorsa scarsa e indispensabile; perciò è importante comprendere chi ne fa maggior uso. Secondo il Global Risks Report del 2022, ancora oggi il settore che richiede la maggior quantità d’acqua dolce è l’agricoltura, alla quale è riconducibile il 70% dei consumi, seguita dall’industria con il 19% e dall’uso domestico – bere, cucinare, lavare – con l’11%. Ma le previsioni per i prossimi decenni dicono che le percentuali si modificheranno, portando le attività produttive a diventare sempre più water intensive. Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, il prelievo complessivo di acqua in Italia si è ridotto nel corso degli ultimi trent’anni, passando dai 43,5 miliardi di metri cubi del 1990 ai 33 miliardi circa del 2017 (al lordo delle perdite di rete). Un cambiamento ascrivibile principalmente al settore agricolo, sia per iniziative di efficienza che per il calo di produzione complessiva, e in minor misura al settore manifatturiero e delle costruzioni, che hanno registrato una contrazione dei consumi, rispettivamente, del 35% e del 45% rispetto i livelli del 1990.
La proposta dei Certificati Blu per il risparmio idrico
Secondo il Laboratorio Ref Ricerche, tre settori manifatturieri rappresentano, da soli, più del 40% dei consumi totali dell’industria: quello dei prodotti petroliferi e chimici, quello dei prodotti in metallo e quello della gomma e delle materie plastiche. Invece tessili e alimentari esprimono una domanda che si aggira tra l’8% e il 9% del totale: la maggior parte dell’acqua che utilizzano (84%) proviene da fonte autonoma; solo il 16% dal Sistema idrico integrato. I settori di estrazione dei minerali, la siderurgia e l’automotive si approvvigionano unicamente da fonti proprie. Secondo gli analisti di Ref, il modo più efficace per rendere più efficiente l’uso dell’acqua sarebbe quello di introdurre misure di mercato per gli usi produttivi: tasse, incentivi o sussidi basati sul principio che chi utilizza in modo inefficiente una risorsa scarsa come l’acqua debba pagare. Un cambio di approccio di tutto il sistema produttivo, con il ricorso a un meccanismo di permessi negoziabili, dove il regolatore definisce l’obiettivo ambientale e gli operatori sono chiamati a scambiare titoli di risparmio idrico in un mercato organizzato, sulla scia dei Certificati Bianchi per l’efficientamento energetico. In questo caso si tratterebbe di una sorta di Certificato Blu, che andrebbe a riconoscere il risparmio nell’uso finale di acqua, premiando le imprese con un certificato per ogni litro di acqua non usata. Questo risparmio potrebbe essere correlato a innovazioni di prodotto o di processo che permettano di ridurre il consumo di acqua.
Chi dovrebbe essere incluso nel meccanismo dei Certificati Blu
Il perimetro dei soggetti obbligati a ricorrere ai certificati potrebbe essere individuato facendo riferimento a due grandezze: l’intensità idrica di settore e l’incidenza del consumo di acqua del settore sul totale di acqua utilizzata a fini produttivi. Alle imprese obbligate dovrebbe essere attribuito un obiettivo di risparmio annuale, che potrebbe essere raggiunto attraverso interventi di efficientamento, ovvero – in mancanza di interventi – acquistando i Certificati Blu sul mercato. Gli obiettivi assegnati potrebbero essere correlati al settore industriale di appartenenza, stabilendo valori-obiettivo sia per la singola impresa sia per il settore nel suo complesso. Infine, le imprese non facenti parte dei settori obbligati perché meno impattanti, potrebbero comunque aderire volontariamente al meccanismo, laddove rinvengano un vantaggio economico nel vedere riconosciuti dal mercato gli investimenti effettuati per ridurre il proprio consumo idrico.