Paolo Fanciulli, pescatore e attivista, porta avanti da anni una guerra privata contro la pesca illegale. Per promuovere questa sua iniziativa e agire in maniera concreta, ha creato un vero e proprio museo subacqueo con sculture utilizzate come dissuasori. Il suo obiettivo è favorire il ripopolamento subacqueo della costa toscana. L’installazione è stata denominata, in maniera piuttosto evocativa, la Casa dei Pesci, e si trova tra Talamone e Punta Ala. L’esposizione sottomarina conta 44 enormi sculture, dal peso di qualche tonnellata l’una, collocate a circa 7 metri di profondità. Per visitarla, naturalmente, occorrono maschera e pinne, ma non si tratta di un’immersione particolarmente complicata.
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Paolo Fanciulli e il suo rapporto con la pesca
Le sculture di Fanciulli sono volti di donne, sirene, mega conchiglie, stelle marine, colonne che rimandano all’antica Grecia, figure umane e altre sagome ricoperte di alghe, posizionate appositamente perché presiedano la zona, evitando che si faccia pesca a strascico troppo vicino alla riva. Il 61enne, pescatore e attivista, ha preso a cuore la causa. Non perde occasione di ricordare che la pesca a strascico entro tre miglia dalla riva è un’attività illegale. Come tale, va combattuta.
L’impegno di Fanciulli si deve all’amore per la sua terra, e a una delle sue peculiarità indigene, le praterie sottomarine di posidonia.
Proteggere la posidonia
“Forse non si sa che la posidonia è una pianta preziosa. Come la foresta amazzonica, svolge un ruolo fondamentale nella produzione di ossigeno. E noi la stiamo distruggendo. Siamo complici e colpevoli di questo disastroso cambiamento climatico. L’impatto che ha la pesca a strascico sull’ecosistema è più grande del traffico aereo e distrugge habitat iperpopolati. Porta via ricciole, orate, saraghi, occhiate, tutte le specie su cui conta la piccola pesca artigianale. Spesso queste barche operano di notte, quando le motovedette non escono, spegnendo illegalmente l’AIS (Automatic Identification System, un radar localizzatore posto sulle navi) per non farsi intercettare.”
Paolo Fanciulli si infervora quando tocca questi temi che gli stanno a cuore. La sua dedizione lo ha portato a interrompere trasmissioni televisive, denunciare una guardia costiera, mettere striscioni e, naturalmente, posizionare dissuasori subacquei come le sue statue. L’idea delle opere d’arte e della galleria in mare, a suo dire, è stata la svolta che ha dato senso al suo intero operato.
La potenza dell’arte
L’idea di dare un senso di bello ai suoi dissuasori, creandoli ad arte, è figlia dell’ispirazione giunta dalla conoscenza con Franco Barattini, proprietario delle Cave Michelangelo. L’amico gli ha fornito il primo blocco di marmo, che Fanciulli ha portato da alcuni scultori locali perché ne creassero statue massicce, capaci di arginare l’azione delle reti a strascico sui fondali. L’iniziativa è piaciuta molto agli artisti, che l’hanno accolta a braccia aperte e hanno prodotto sculture di qualità elevata, visitabili da ogni subacqueo. La gente si è incuriosita e, tra il 2012 e 2013 la galleria d’arte in mare è stata aperta al pubblico. Di tanto in tanto, si aggiungono nuovi pezzi e anche Fanciulli ne ha prodotti di suoi, con l’aiuto di maestri scultori.
La notizia ha raggiunto prima i social, poi la stampa e, nel 2021, una casa editrice. In quell’anno è uscito La Casa dei Pesci, storia di Paolo il pescatore. Il libro è firmato da Ilaria De Bernardis e Marco Santarelli. L’intero introito delle vendite spettante ai due autori è stato devoluto alla causa.
La battaglia di Paolo Fanciulli e il futuro del Mediterraneo
Negli ultimi 12 anni, il progetto di Paolo Fanciulli non ha fatto che ingrandirsi. Diventando via via più incisivo e strutturato, ha visto l’adesione di numerose personalità. L’ultima a salire a bordo è stata Letizia Marsili, che insegna Biologia Marina all’Università di Siena. La professoressa si occupa della protezione di tartarughe marine e delfini. Fanciulli, da parte sua, dice di non aver mai smesso di fare il pescatore ma, naturalmente, sa bene di aver fatto moltissimo per il suo mare. Giustamente, ne va orgoglioso e accompagna chiunque glielo chieda a visitare il suo museo.
“Porto i turisti sulla mia barca, offro da mangiare quel che pesco e spiego a tutti l’importanza di alimentarsi in modo consapevole. L’ambiente si salva anche a tavola. Noi cittadini dobbiamo essere i primi ad agire e non possiamo aspettare che lo facciano i politici.”
Le ultime opere posizionate sul fondale sono le cinque aggiunte nel 2023. Si tratta di lavori di Anna Torre e Claudia Zanaga, scultrici italiane, così come del turco Ege Kolcu, della serba Masha Paunovic e dell’olandese Wimar Van Ommen. Perché la salvaguardia dell’ecosistema marino non riguarda soltanto chi si affaccia su quel mare.
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