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Neonicotinoidi: ecco gli effetti sull’ambiente di questi pesticidi

Un'ape che si posa su un fiore
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Se n’è iniziato a parlare per la prima volta relativamente di recente, negli anni ’90, ma i neonicotinoidi sono diventati in men che non si dica tra i pesticidi di più utilizzati in assoluto a livello mondiale. E questo è un male. Stiamo parlando di sostanze davvero molto impattanti a livello ambientale, che dovrebbero essere utilizzate il meno possibile proprio per gli effetti deleteri che hanno sul nostro preziosissimo pianeta Terra. Scopriamo dunque insieme perché sono così pericolosi e quali sono le conseguenze legate al loro utilizzo.

Indice contenuti

Cosa sono i Neonicotinoidi

I neonicotinoidi sono delle sostanze che possono avere effetti devastanti soprattutto sulle api: ecco cosa devi sapere a riguardo.
Campi coltivati

Partiamo innanzitutto dal concetto di pesticidi, che in termine tecnico vengono anche chiamati prodotti fitosanitari. In realtà, “pesticidi” è un termine più ampio che include anche prodotti come i biocidi, i quali non sono esclusivamente destinati all’uso sulle piante, ma servono a eliminare organismi nocivi e portatori di malattie pericolose capaci di distruggere raccolti: ne sono un esempio gli insetti, i ratti e i topi. Per la precisione, i neonici sono una classe di insetticidi sintetici e neurotossici utilizzati spesso su colture agricole, prati, giardini, campi da golf e nei trattamenti antipulci e antizecche per animali domestici.

Le caratteristiche

Gli esperti chiamano questo tipo di pesticidi “sistemici”, questo perché tali prodotti possono essere applicati direttamente al suolo – attorno alle radici di una pianta – ma anche come rivestimento su un seme, che la pianta poi andrà ad assorbire crescendo. Quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare, perché nel concreto fa sì che la pianta stessa nella sua interezza (compresi il nettare, i pollini, le foglie, gli steli e i frutti) diventerà tossica.

Purtroppo però non finisce qui: una delle problematiche principali è il fatto che solo una piccola parte dei neonici entra effettivamente nella pianta bersaglio – circa il 2-5 %, per la maggior parte nei semi – lasciando così circa il 95 % di prodotto nel suolo. E questo è un grosso problema a livello ambientale.

Gli effetti negativi

Gli effetti negativi dei neonicotinoidi sono ormai stati ampiamente dimostrati dalla scienza, e questo discorso vale in modo particolare per tutti gli impollinatori, vale a dire quegli insetti che aiutano a trasportare il polline da una pianta all’altra contribuendo così alla crescita delle piante. I neonicotinoidi sono dunque particolarmente deleteri per bombi e le api, che quando entrano in contatto con questi pesticidi vengono interessati da gravi problemi al sistema nervoso che li disorientano.

Gli insetti esposti a questi pesticidi, dunque, spesso mostrano tremori e spasmi incontrollabili, seguiti da paralisi e infine dalla morte. Anche a dosi non letali, i neonici possono indebolire funzioni critiche come il sistema immunitario, la resistenza, la memoria e la fertilità degli insetti.

Un prodotto terribile

Gli effetti negativi dei pesticidi sono, invero, noti da tempo, ma non c’è dubbio che i neonicotinoidi siano particolarmente problematici a vari livelli. Il problema principale è che si tratta di prodotti che uccidono organismi in maniera indiscriminata, senza riuscite a targetizzare solo gli animali infestanti. Tra le tante vittime innocenti di questi prodotti chimici, oltre alle api, ci sono per esempio anche le farfalle.

Come anticipato, questo tipo di sostanze tendono a finire nel sottosuolo, venendo poi trascinati dalle acque di irrigazione o dalle piogge, andando a contaminare (a lungo termine!) altri terreni anche a diversi chilometri di distanza. Non c’è dunque da stupirsi se diversi studi recenti abbiano messo in luce i gravi danni che i neonicotinoidi generano per la fauna selvatica con cui entrano in contatto. Sembra infatti che l’uso di tali pesticidi possa essere collegato alla diminuzione degli uccelli, al collasso delle riserve ittiche e a difetti congeniti nei cervi dalla coda bianca, giusto per fare qualche esempio.

Le misure dell’UE

I neonicotinoidi sono dei pesticidi in grado di generare dei danni enormi per l'ambiente: ecco tutto quello che devi sapere a proposito.
Una spina di grano

Consapevole dei suoi effetti pericolosi, anche sulla salute umana, le istituzioni europee negli ultimi anni si sono messe al lavoro per limitarne al massimo la diffusione in agricoltura. Nel gennaio 2020, la Commissione Europea ha per esempio deciso di non rinnovare la licenza per la commercializzazione in Europa di un insetticida di questo tipo, il thiacloprid, a seguito della proposta e del divieto emanati il 22 ottobre 2019. Si tratta, per essere precisi, del quarto dei cinque neonicotinoidi autorizzati nell’UE a essere soggetto a restrizioni o divieti da parte dell’Unione dal 2013.

Purtroppo però, per quanto nell’UE l’uso di tre neonicotinoidi (il imidaclopridil tiametossam e il clothianidin) sia stato completamente vietato a partire dal 2018 – e nonostante la recente decisione riguardante il thiacloprid – a volte il loro utilizzo viene comunque concesso ad alcune realtà agricole in via emergenziale, per esempio per alcuni trattamenti sulle coltivazioni di barbabietola da zucchero. La speranza, ovviamente, è che in futuro pesticidi simili saranno completamente banditi e non verranno sfruttati nemmeno eccezionalmente, anche in considerazione dei pericoli che possono comportare per gli esseri umani.

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Alberto Muraro

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