Fare la spesa a chilometro zero è come tornare nel passato. Una volta, i prodotti alimentari venivano acquistati direttamente dalle imprese locali. Era qui che agricoltori e allevatori aprivano le porte delle proprie aziende ai consumatori, senza i costi odierni legati al trasporto e alla grande distribuzione, garantendo una maggior freschezza degli alimenti. In questo modo, si valorizzavano anche i prodotti stagionali. Questo modo di fare la spesa oggi è tornato di moda. Piace infatti tanto al settore della ristorazione quanto al singolo cittadino. È sia una possibilità di aiutare l’economia locale, sia un’opportunità di mettere cibi genuini, freschi e sicuri sulla propria tavola. Come funziona? Come possiamo fare la spesa nel modo giusto?
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I vantaggi ambientali della spesa a chilometro zero
La spesa a chilometro zero non comporta soltanto una riduzione dei costi relativi a tutti i passaggi intermedi tra chi produce, acquista e consuma il prodotto, ma anche numerosi benefici per l’ambiente. Questa pratica abbassa infatti le emissioni di CO2, liberate nell’aria da fertilizzanti e trasporti. In aggiunta, elimina gli imballaggi di plastica o cartone ed evita lo spreco di acqua ed energia per la lavorazione, il confezionamento e/o la conservazione dei prodotti. Gli alimenti a chilometro zero, detti anche a filiera corta, si vendono nelle vicinanze dei luoghi di produzione.
La normativa vigente definisce prodotti a chilometro zero quelli che vengono venduti e consumati nel raggio di 70 km dal luogo di coltivazione. Non di più. L’insieme comprende ortaggi, frutta, verdura, uova, legumi, latte, formaggi, cereali e carne. Questi cibi possiedono diversi aspetti positivi, che abbiamo elencato in un pratico specchietto posto di seguito.
Consumare frutta e verdura di stagione apporta non solo più sapore, ma anche tutte le proprietà nutritive dell’alimento. I prodotti stagionali, infatti, garantiscono il meglio del loro potenziale nutritivo ed è per questo che consumarli nel loro periodo di maturazione vuol dire anche mangiare salutare e in equilibrio con i ritmi della natura. Nel loro momento di massima forma, se così vogliamo definirlo, quando sono germogliati al meglio, gli alimenti liberano il meglio del loro potenziale nutritivo.
Alimentarsi consumando frutta e verdura secondo il ciclo delle stagioni significa anche diversificare automaticamente l’apporto di vitamine e sali minerali di cui abbiamo bisogno, permettendo quindi una maggiore copertura per tutti i micronutrienti. Di fatto, la spesa a chilometro zero ci permette di introdurre nell’organismo alimenti di qualità elevata e amici dell’ambiente.
I benefici dei prodotti a filiera corta
Evidenziamo in maniera chiara tutti i vantaggi della spesa a chilometro zero, elencando i principali benefici legati ai prodotti che propone:
- si tratta di cibi freschi e di qualità elevata, superiore rispetto a quella dei prodotti industriali;
- la stagionalità di questi alimenti garantisce che non siano necessari trasporti impegnativi per collocarli sugli scaffali, magari da serre lontane o zone poste in una differente fascia climatica;
- sono prodotti genuini e nostrani nel vero senso delle parole, perché legati alla tradizione del territorio e alla conoscenza diretta dei produttori;
- abbattono i costi legati allo spreco e all’inquinamento;
- sono alimenti non rilavorati e non hanno subito un processo di trasformazione industriale;
- vantano maggiori proprietà nutrizionali e un migliore sapore, tendenzialmente molto più pieno di quello dei prodotti da scaffali.
È chiaro dunque che questi cibi non sono soltanto più sani, bensì anche più buoni.
Accertiamoci sempre di fare spesa a chilometri zero
Optare per una spesa a chilometri zero significa privilegiare, di volta in volta, quanto la natura abbia da offrirci. Si fa attenzione alla stagionalità dei prodotti che caratterizzano la zona in cui viviamo e se ne riscoprono sapori e profumi. Si sceglie di consumare alimenti sempre freschi, più salutari poiché non sono stati alterati in alcun modo da conservanti e altre sostanze chimiche. Trattandosi di prodotti del territorio, non necessitano di trasporto e stoccaggio e, per tal motivo, mantengono intatto il contenuto dei loro principi nutritivi, a partire da quello vitaminico.
Un’accortezza da prestare, quando si acquista un prodotto a chilometro zero, è leggere sulla confezione, se presente, l’indicazione della zona, regione o Paese di origine, per assicurarsi che il prodotto sia realmente locale e non sfrutti semplicemente la moda del chilometro zero come veicolo di marketing. Ancor meglio sarebbe andare a comprare questi prodotti direttamente dai produttori, dando così sostegno alle piccole imprese legate al territorio e alimentando l’economia locale, senza intermediari di sorta.
Frutta e verdura varieranno in base al periodo dell’anno, quando si predilige una scelta di alimenti stagionali. Non pensiamo però che questi due cibi siano gli unici prodotti a chilometro zero esistenti. Sulle nostre tavole, infatti, non possono mancare uova, legumi, pasta, olio, carne e pesce. La reperibilità di alimenti varierà anche in base alla posizione geografica e alle tipicità della zona. Nel nostro Paese, comunque, è difficile non trovare una buona gamma di alimenti a chilometro zero con cui nutrirsi.
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