Dove si buttano i capelli? La domanda non ha una risposta facile come si potrebbe credere. Molti sono abituati a gettarli nel WC. Si tratta però di una delle peggiori scelte che possiamo fare. Questa decisione, infatti, potrebbe finire con l’intasare pericolosamente le tubature di casa. La scelta di gettarli nel gabinetto è poco ecosostenibile e potenzialmente dannosa. Questo discorso vale, naturalmente, anche per i capelli che restano nella doccia. Questi devono essere bloccati prima che raggiungano lo scarico. Anche qui, infatti, potrebbero intasare, oltre a creare un ingorgo o provocare odori poco gradevoli.
Può interessarti anche: “Inquinamento da plastica: ripartono i lavori per un trattato globale“
Una buona manutenzione degli scarichi
Gli scarichi del bagno vanno puliti regolarmente, magari adeguando il tappo con un apposito dispositivo a retina. Questo pratico filtro è in grado di trattenere i capelli e raccoglierli al nostro posto, così che dovremmo soltanto ripulire il suo perimetro. Al termine di ogni doccia, o bagno, potremmo così rapidamente raccogliere tutti i capelli depositati ed evitare che finiscano nelle tubature, adagiandosi in corrispondenza dei loro colli di bottiglia e creando ingorghi difficilmente rimovibili. Quando raccogliamo i capelli rimasti intorno alla ghiera a rete o, comunque, nella vasca, curiamoci di eliminare eventuali residui di sapone o shampoo restati tra loro, così da renderli pronti per essere smaltiti in maniera corretta.
Dove si buttano i capelli caduti
La soluzione migliore e più corretta per disporre dei capelli da gettare è quella di collocarli nel bidone dell’umido. Si tratta infatti di rifiuti organici, biodegradabili e assolutamente naturali. Molte persone sono abituate a gettarli nell’indifferenziato ma, facendolo, commettono un errore. La giusta raccolta per questi scarti è quella dell’organico.
Data la loro natura, è possibile utilizzare i capelli anche per ottenere compost. Chi possieda una compostiera può dunque arricchire il proprio terriccio inserendovi i rimasugli che ha perso dalla testa. Attenzione però alle quantità. I capelli gettati nel trasformatore devono essere quelli caduti e raccolti, dunque non troppi, perché altrimenti non si amalgamano bene con il restante scarto organico che, attraverso l’azione degli appositi enzimi, diventerà poi il letto di gustose colture. Dimentichiamo dunque di gettare i resti di un taglio completo nella compostiera, sarebbero decisamente troppi e non riuscirebbero a decomporsi per diventare parte del prezioso terriccio.
La degradabilità del capello
Soltanto la base del capello, ovvero quella piccola porzione che resta costantemente all’interno della cavità follicolare, è viva. È da lì che passano le sostanze vitali, tramite la capillarità del flusso sanguigno. Lo stelo, ovvero la parte che rimane all’infuori del follicolo ed è quella che vediamo e tocchiamo, è, in realtà, materia morta. Potremmo paragonarla alle unghie. Anche queste, infatti, sono composte da cheratina fino al 95%. Questa coriacea proteina serve a dare robustezza e mantiene l’unghia (o il capello) sana e forte. Ha però una seconda faccia della medaglia: la rende meno degradabile. È proprio per la presenza di questa proteina che sconsigliamo di abusare di questo scarto all’interno della compostiera.
Le proprietà plastiche di questa proteina rendono il capello così resistente da mantenerlo insolubile in acqua e difficilmente attaccabile dal calore. Si pensi alle mummie conservate nei musei, molto spesso hanno ancora un grande numero di capelli attaccati alla testa. Nella vita di tutti i giorni siamo piuttosto lieti di questa composizione; se non fosse per la proteina non potremmo piastrarci o chiedere una messa in piega al parrucchiere. Quando però si tratta di smaltimento, ecco che questa non fa il nostro gioco e ci complica l’operazione. La forza dello stelo è tale che esso non si spezza quasi mai da solo, bensì tende ad aggrovigliarsi e creare agglomerati con altri capelli e rifiuti.
Informiamoci dove si buttano i capelli nel nostro comune
Alla luce di tutte le considerazioni fatte qualche paragrafo fa, relativamente alla composizione organica al 100% del capello, occorre tenere presente come non tutti i comuni siano d’accordo con la gestione nell’umido di questo rifiuto. Esistono infatti due differenti scuole di pensiero.
La prima ritiene che questo scarto sia una risorsa che si può valorizzare in compostiera e diventare parte integrante di fertilizzanti e additivi naturali per le colture. L’azione di lombrichi, funghi e batteri che disintegrano la frazione organica di quanto gettiamo via, avviene senza alcun problema anche sulla chimica dei capelli, secondo chi sostiene questa soluzione. Per cui non vi è nessuna differenza nel compostare anche questi rifiuti.
Ci sono però municipi che non sono d’accordo con questa posizione e ritengono che la composizione particolare del capello lo rendono troppo difficile da degradare rispetto agli altri scarti che finiscono in compostiera. In questi comuni, i capelli non sono visti come rifiuti compostabili e vanno gettati nell’indifferenziato, assieme agli scarti non riutilizzabili. Se vogliamo dunque sapere dove si buttano i capelli presso la nostra località di residenza, dobbiamo informarci con la locale agenzia di gestione della spazzatura.
Può interessarti anche: “Comuni rifiuti free: quali sono i più virtuosi d’Italia?“