Prosegue il percorso per realizzare il Deposito nazionale, seguendo il filo rosso della partecipazione pubblica. Con centinaia di soggetti interessati al progetto che hanno fatto sentire la loro voce.
Dove sarà costruito il nostro deposito nazionale di scorie nucleari? La mappa dei siti idonei alla sua realizzazione non è ancora consultabile online, ma presto dovrebbe poter essere accessibile a tutti. La Società gestione impianti nucleari (Sogin) ha infatti comunicato di avere trasmesso al Ministero della Transizione ecologica, nel rispetto dei tempi previsti, la proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) ad ospitare il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e il relativo parco tecnologico. La norma prevede ora che il Mite, acquisito il parere tecnico dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), approvi la Carta con decreto proprio, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture. Poi la palla passerà di nuovo a Regioni ed enti locali.
La più grande consultazione pubblica su un’infrastruttura strategica
La società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari sottolinea di aver elaborato la Cnai “sulla base degli esiti della più grande consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese, avviata il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) e conclusasi il 14 gennaio scorso”. Una consultazione a cui hanno partecipato centinaia di soggetti, direttamente interessati al progetto. Sogin ne ripercorre le tappe. “Nella prima – spiega la nota – durata sei mesi, fino al 5 luglio 2021, Sogin ha raccolto oltre 300 osservazioni e proposte tecniche pervenute sulla Cnapi e sul progetto del Deposito nazionale, da parte dei diversi soggetti interessati. A questa fase è seguito il Seminario nazionale, svoltosi dal 7 settembre al 24 novembre 2021 e concluso il 15 dicembre 2021 con la pubblicazione degli atti conclusivi. I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, tutti trasmessi in diretta streaming. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono tenute sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le Regioni coinvolte dalla Cnapi: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna. Oltre 160 i partecipanti al seminario, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di istituzioni ed enti nazionali e locali, associazioni, comitati e singoli cittadini. Nei 30 giorni successivi, come previsto dal D. Lgs. 31/2010, si è tenuta una seconda fase di consultazione pubblica, durante la quale i soggetti portatori di interesse hanno potuto presentare ulteriori osservazioni e proposte tecniche”.
Le prossime tappe
La proposta di Carta nazionale delle aree idonee trasmessa al Mite “è stata dunque predisposta – prosegue Sogin – sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25.000 pagine costituite da atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie, complessivamente presentate nel corso di un anno a seguito della pubblicazione della Cnapi”. Dopo l’approvazione ministeriale, la pubblicazione della mappa sui siti di Sogin, dei due ministeri e dell’Isin “si avvierà – conclude la nota – la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, a proseguire il percorso partecipato da parte delle Regioni e degli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito nazionale”.