Il primo marzo una sentenza del Tribunale di Napoli ha stabilito che il Comune debba pagare 100 milioni di euro a Fintecna per i suoli dell’ex sito industriale. Il sindaco Manfredi annuncia il ricorso.
Non c’è pace per Bagnoli. Nuovo colpo di scena per questo Sito di interesse nazionale (SIN) di quasi due milioni di metri quadri che, a trent’anni dalla dismissione dello stabilimento siderurgico ex Ilva poi Italsider, non vede ancora l’ombra di una bonifica, nonostante un concorso internazionale di idee. Una sintesi efficace è quella del sindaco di Napoli. “Il Comune – ha commentato Gaetano Manfredi, dalla fine dell’anno scorso anche commissario per la bonifica del SIN – per una serie di questioni che derivano da un passato non recente, non solo non ha la disponibilità dei suoli, ma addirittura dovrebbe pagare 100 milioni di euro per suoli che non sono più suoi”.
La sentenza
Con sentenza del 1° marzo scorso, il Tribunale di Napoli ha stabilito che il Comune paghi 100 milioni di euro a Fintecna. Pronunciamento che è l’ultimo anello di una vicenda che parte nel 2000, quando il Comune entra in campo per la bonifica acquistando i suoli dell’ex sito industriale dai proprietari Medelil e Cimimontubi. Viene costituita BagnoliFutura, in perdita fin dai primi anni, cui vengono ceduti i terreni e il debito da pagare per il loro acquisto. Tra il Comune e i proprietari non c’è accordo sul prezzo: un perito stabilirà in 100 milioni il valore dei terreni. BagnoliFutura inizia a pagare, ma si ferma presto: nel 2014 fallisce. A quel punto Fintecna – azienda di Stato del gruppo CDP (Cassa depositi e prestiti) che ha incorporato Medelil e Cimimontubi – in assenza di BagnoliFutura, pretende dal Comune il pagamento della cifra restante. Volano le carte bollate, e un primo punto fisso arriva con la sentenza di pochi giorni fa: “manca qualsiasi espressa esternazione della volontà di Mededil e Cimimontubi di liberare il debitore originario, il Comune”. Il Comune, insomma, secondo la giudice Paola Bonavita, deve pagare per intero il valore dei terreni (100 milioni di euro appunto, di cui 80 milioni ancora da saldare), più spese legali e interessi.
In arrivo il ricorso
“Noi ci opporremo in appello a questa sentenza – ha sottolineato il sindaco ed ex ministro – ma è chiaro che è anche un problema politico che va gestito a livello nazionale. Alla fine pagano sempre i cittadini napoletani, vittime di gestioni che non hanno portato a nessun risultato”.