I progetti dovranno essere coerenti coi principi che regolano il PNRR e rispettare il principio di non arrecare danno significativo all’ambiente. I lavori si dovranno concludere entro il 31 marzo 2026.
A fine febbraio, il Ministero della Transizione ecologica (MiTE) ha definito i criteri per gli interventi di bonifica dei cosiddetti siti orfani coi fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). I siti orfani sono aree contaminate “che non siano state bonificate dai responsabili o dai proprietari dei terreni, perché sconosciuti o inadempienti”. In questo caso l’onere degli interventi di bonifica, messa in sicurezza e ripristino ambientale spetta alla pubblica amministrazione. In base ai criteri fissati dal MiTE, verranno selezionate le proposte progettuali di bonifica presentate dalle Regioni che potranno accedere ai fondi del PNRR.
I siti orfani e il PNRR
Per la bonifica dei siti orfani nel PNRR sono stati messi a disposizione 500 milioni di euro (misura M2C4, investimento 3.4). L’elenco dei siti orfani è già stato approvato nel novembre dell’anno scorso con un decreto dell’allora Direzione Risanamento ambientale del MiTE (decreto direttoriale n. 222 del 22 novembre 2021). Alla fine del mese scorso, la Direzione generale Uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche, con decreto direttoriale n.15 del 23 febbraio 2022, ha definito i criteri di ammissibilità degli interventi nei siti orfani da realizzare con le risorse del PNRR. Criteri chesaranno utilizzati per valutare le proposte progettuali presentate dalle Regioni.
I criteri e il Piano d’azione
Tra i criteri fissati dal decreto ci sono il rispetto degli obiettivi fissati dal PNRR e la coerenza coi principi dello stesso documento; prescrizioni per la gestione dei progetti, per i controlli e le verifiche; il rispetto del principio di “non arrecare un danno significativo all’ambiente” (Do No Significant Harm); l’attuazione da parte di un soggetto pubblico in possesso di specifici requisiti; la conclusione degli interventi entro il 31 marzo 2026.
Il prossimo passo, previsto dallo stesso PNRR, è l’adozione (con decreto del MiTE, d’intesa con la Conferenza unificata) di un Piano d’azione che, sulla base delle informazioni fornite dalle amministrazioni interessate, individui i siti orfani di tutte le Regioni e le Province autonome e gli interventi specifici da intraprendere. Con l’obiettivo di riqualificare almeno il 70 % della superficie dei siti, entro il primo trimestre del 2026.