I Comuni di Padova, Vicenza, Treviso, Venezia e del medio Brenta insieme allo Iuav di Venezia per mappare le fragilità del territorio e sviluppare una strategia di risposta ai problemi posti dal cambiamento climatico
Una delle strade scelte dal Comune di Padova e dalla rete di Comuni messa in piedi per non farsi trovare impreparati dai cambiamenti climatici è il progetto Life Adapt, nome che racchiude in sé il senso dell’intera iniziativa. A livello territoriale, da tempo si stanno cercando strade originali e risposte concrete ai nuovi e spesso imprevedibili scenari climatici. In attesa di soluzioni strutturali, tali da rimettere in discussione il paradigma economico lineare e trovare un nuovo e più giusto equilibrio con le fragilità del nostro pianeta. Scopo del progetto Adpat è stato quello di sviluppare e testare, a livello regionale, un approccio coerente per fronteggiare i cambiamenti climatici, con un focus sui rischi idrogeologici. Le iniziative si sono sviluppate nell’area del Veneto centrale, coinvolgendo le città di Padova, Vicenza, Treviso, l’area Metropolitana di Venezia e l’Unione dei Comuni del Medio Brenta. Un’area popolata da circa 3,5 milioni di abitanti. “Con questa esperienza – ha spiegato Daniela Luise, responsabile del progetto – si è provato a costruire una governance multilivello, coinvolgendo più soggetti all’interno delle stesse amministrazioni comunali, insieme ad altri enti e stakeholder, per coordinare i Piani comunali e regionali e le diverse strategie in campo ambientale. L’aspetto più innovativo – continua ancora Luise – è comunque la metodologia realizzata con la collaborazione dell’Università Iuav di Venezia, per mappare le principali vulnerabilità. Le linee guida elaborate sono facilmente replicabili e possono rappresentare una base di partenza per ogni strategia di resilienza ai cambiamenti climatici”.
Gli obiettivi di Adapt
Lo studio per l’individuazione delle criticità realizzato nell’ambito di Adapt è servito a fare il punto della situazione e rimarcare la necessità di un approccio organico per affrontare i problemi complessi posti dal cambiamento climatico. Che richiedono, necessariamente, processi aperti e partecipati. Come risultato conclusivo del percorso, oltre all’inventario delle vulnerabilità, sono stati elaborati degli obiettivi specifici che si possono così sintetizzare:
- sviluppo di una serie di misure di adattamento e loro integrazione nel Piano d’azione per l’energia ed il clima (Paesc) e nei Piani Urbanistici relativamente ai temi della gestione delle aree verdi e della gestione delle acque;
- individuazione di un sistema di monitoraggio che permetta di misurare realmente le azioni previste nei piani;
- elaborazione di linee guida regionali per gestire l’adattamento ai cambiamenti climatici nei piani e nei programmi;
- promozione e sviluppo di infrastrutture verdi nel processo di conurbazione del Veneto centrale, area coinvolta nel progetto;
- individuazione di misure di adattamento che utilizzino nuove tecnologie, per creare un sistema di implementazione e valutazione dei risultati nelle 5 aree pilota del progetto;
- agevolare l’utilizzo dell’approccio Veneto Adapt in altre Regioni e città dell’Europa;
“Fondamentale per la riuscita del progetto – sottolinea Luise – l’avvio di un percorso concreto di partecipazione, sia con le comunità di riferimento che con tutti gli stakeholder coinvolti, che ha arricchito di contenuti e spunti, toccando sensibilità condivise, nonostante la pandemia abbia costretto a incontri on line”. L’utilizzo stesso delle infrastrutture telematiche e delle nuove modalità di partecipazione da remoto hanno finito per far parte, in qualche modo, del progetto e delle sue dinamiche. Mostrando una forma di risposta resiliente all’emergenza sanitaria in atto, anch’essa figlia degli stravolgimenti ambientali che stiamo vivendo.