L’orto biodinamico deriva dalla peculiare filosofia della coltura ideata da Rudolf Steiner. Essa va applicata integralmente, con metodo, alle piante che ci forniscono sostegno e nutrimento. La particolarità di questo modo di curare l’orto è che esso prende in considerazione numerosi elementi che non sono ritenuti rilevanti nell’agricoltura tradizionale. Lavorazioni del terreno, semine e concimazioni tengono infatti conto anche degli astri (luna,stelle e pianeti) e della forza dei minerali terrestri reperibili nell’acqua e nella terra.
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Che cos’è un orto biodinamico
Quel che distingue l’agricoltura biodinamica dagli altri tipi di coltura (tradizionale, biologica…) è che essa non si contraddistingue per le sue tecniche o per i prodotti utilizzati, bensì è una vera e propria filosofia. Sarebbe dunque sbagliato pensare a essa soltanto come a una coltura alternative alle altre. Qui ci troviamo di fronte a un modo di pensare alla coltivazione profondamente diverso dagli altri di cui siamo a conoscenza. I principi base della agricoltura biodinamica sono tre:
- mantenere il terreno sempre fertile, in maniera naturale;
- fare nascere meno vegetali, ma tutti di ottima qualità;
- assicurarsi che le piante siano sempre sane e resistenti a parassiti e malattie, senza che vi sia alcuna necessità di intervenire con fertilizzanti e altri prodotti chimici.
La coltivazione biodinamica ha l’obiettivo di rendere il suolo ricettivo alla combinazione delle forze in atto sotto e sopra la sua superficie (azione dinamica, da cui il nome). Per riuscirvi tratta il terreno con dei preparati biodinamici appositi e segue un rigido calendario di seminazione, in sintonia con i cicli astronomici. Il vegetale può essere trattato soltanto con concimi naturali. La filosofia biodinamica non prevede infatti l’utilizzo di prodotti chimici e concepisce il nutrimento della pianta soltanto se condotto in maniera sana e armoniosa. Le tecniche colturali biodinamiche sono portate avanti in sintonia con le forze cosmiche liberate da luna, stelle e pianeti.
Cenni storici relativi all’agricoltura biodinamica
Come si anticipava, l’agricoltura biodinamica deve la sua filosofia – e il suo nome – a Steiner. Il noto filosofo, pedagogista ed esoterista, elaborò nel 1924 un sistema agricolo alternativo a quello tradizionale, già ampiamente diffuso all’epoca. Lo stimolo gli venne suscitato da una conversazione con alcuni agricoltori. Questi ultimi, preoccupati dall’osservazione dei loro terreni, i quali mostravano impenitenti evidenti segnali di degenerazione e debolezza, dovuti alle moderne tecniche di coltivazione, avevano esternato tutto il loro malessere all’intellettuale austriaco. Egli rispose loro in un ciclo di lezioni berlinesi che, di fatto, segnarono la nascita dell’agricoltura biodinamica.
Steiner aveva una visione dell’uomo e dell’umanità molto personale. Lui e i suoi seguaci la chiamavano antroposofia. Il suo pensiero è contraddistinto ancora oggi da questa denominazione. La medicina antroposofica, alla quale può essere in parte ascritta l’agricoltura biodinamica, e la pedagogia waldorf, sulla quale si basano le scuole Waldorf, o steineriane, sono figlie della sua concezione della vita e dell’uomo. L’antroposofia rifugge il metodo scientifico e la comunità degli scienziati la ritiene una pseudoscienza.
Un orto più fertile
Per realizzare un perfetto orto biodinamico è indispensabile conoscere l’origine e le specifiche necessità delle piante e assecondarle. Questa coltura richiede molto studio. Non basta sapere che il pomodoro, originario dell’America del centro-sud, ha bisogno di medie quantità di acqua, mentre la cipolla ne richiede meno, diversamente dai porri, altro vegetale che ama essere idratato. Queste sono conoscenze diffuse anche tra coltivatori non biodinamici.
Per impostare un orto di questa concezione, occorre saper associare le piante tra loro. Ognuna emette infatti secrezioni acide e gas dalle radici, dalle foglie e dai frutti. Queste possono avere influenze positive o negative sulle specie che si trovino loro accanto. Due o più piante provenienti da una stessa famiglia, non andrebbero mai messe vicino. Altre specie, invece, se coltivate l’una accanto all’altra, si difendono vicendevolmente dalle aggressioni. Le radici del pomodoro producono sostanze che aiutano il sedano a crescere. Le carote tengono lontana la mosca delle cipolle. L’ortica è una manna per la terra, in quanto porta in dote minerali e sostanze nutritive importanti: azoto, ferro, proteine, fosfati, acido formico e silicio.
Non sottovalutiamo poi la grande mano che ci possono dare piante aromatiche quali erba cipollina, salvia, rosmarino, origano e timo nella realizzazione di un orto biodinamico. Di notevole importanza sono anche i fiori. Garofano, gerbera, rosa e tagete sono tutti vegetali profumati, e gradevoli all’occhio. Possono arricchire e fortificare l’orto.
La rotazione nell’orto biodinamico
Ciò che si pianta va alternato seguendo la celebre regola della rotazione delle culture. In tal maniera si possono evitare le malattie che colpiscono le stesse famiglie di vegetali. Qualora un legume sia stato coltivato in un certo punto dell’orto, non dovrà tornarci prima che siano trascorsi 4 anni. La cronologia dell’orto biodinamico si basa sul mese siderale, un intervallo di tempo lungo 27,32 giorni. Si tratta del periodo che occorre alla luna per fare un giro completo intorno all’asse terrestre. Nel suo moto, il nostro satellite attraversa tutte le 12 costellazioni zodiacali. La filosofia biodinamica sostiene che ognuna di esse possegga caratteristiche che influenzano e toccano anche la Terra.
Da ultimo, durante la lavorazione il terreno non va rigirato spesso. Occorre infatti evitare di distruggere i microrganismi aerobici e anaerobici presenti nello spazio tra terra e radici, poiché fanno molto bene alla pianta.
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