Il Governo ha pubblicato l’elenco delle iniziative da realizzare attraverso i fondi del Pnrr, creando scontenti tra gli esclusi.
È arrivato il momento delle scelte e l’inevitabile scontento tra gli esclusi. Sul sito del Ministero dell’Interno è stato pubblicato un approfondimento sulle decisioni governative relative al finanziamento dei progetti di rigenerazione urbana, con le indicazioni della documentazione legale necessaria per accedere agli elenchi dei Comuni beneficiari dei contributi. Si tratta di una delle misure inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l’obiettivo di ridurre fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale.
3,4 miliardi di euro al 2026
Da qui al 2026 verranno assegnati contributi per 3,4 miliardi di euro, distribuiti tra le 2.325 opere ammesse, riferite a 483 enti locali. Le richieste erano state avanzate nel primo semestre dello scorso anno tramite una piattaforma tecnologica ad hoc, con limiti di importo legati alla popolosità: finanziamenti fino a 5 milioni di euro per i Comuni da 15mila a 49.999 abitanti, tetto di 10 milioni di euro per Comuni fino a 100mila abitanti e di 20 milioni di euro per quelli con popolazione superiore o per i capoluoghi di Provincia. I criteri utilizzati hanno portato a una forte concentrazione geografica delle scelte, a vantaggio dei Comuni del Mezzogiorno, con 510 esclusioni su 551 che hanno riguardato gli enti del Nord Italia. Tanto che l’Anci Veneto ha inviato una lettera di protesta al Presidente del Consiglio Mario Draghi. Anche dalla Lombardia si annunciano iniziative simili, con la richiesta di intervento alla Commissione speciale autonomie regionale, considerato che nessun ente della Regione più popolosa d’Italia è rientrato nell’elenco dei beneficiari. Dal Pirellone si contestano i criteri di selezione adottati, che non avrebbero tenuto conto della validità delle iniziative presentate; quelli proposti dalla Lombardia sono progetti già esecutivi, con opere cantierabili e pronte a partire. A questo punto della procedura, sembra però difficile che le obiezioni siano accolte. Il Decreto, con tutte le specifiche relative all’assegnazione dei fondi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 gennaio.
Normativa in evoluzione
Intanto il Governo si è impegnato a far approvare dal Senato, entro fine gennaio, il Disegno di legge sulla Rigenerazione urbana, che incide soprattutto sul fronte delle competenze, fissando una scala di potere con al vertice lo Stato. Un approccio che ha creato tensioni con Regioni e Comuni, che temono il commissariamento. Ma la capacità di portare a casa le riforme è cruciale per l’accesso ai fondi previsti dal Pnrr: non è escluso che l’esecutivo vada fino in fondo se non riuscirà a trovare una soluzione condivisa.