Il 2023 è stato, purtroppo, un anno a dir poco tragico per quanto riguarda l’Amazzonia, il nostro preziosissimo polmone verde: negli ultimi 12 mesi appena trascorsi, infatti, la giungla locale è stata oggetto di un’infinita serie di roghi che hanno causato danni ingenti. Ecco una panoramica di quello che è accaduto.
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I dati sugli incendi in Amazzonia nel 2023
Da cosa sono provocati gli incendi in Amazzonia
I dati sugli incendi in Amazzonia nel 2023
Nel solo mese di maggio 2023 si è registrato un aumento significativo negli incendi boschivi nella foresta amazzonica, con un impressionante +120% rispetto al mese precedente, aprile. Nel corso dello scorso mese di maggio, l‘Istituto Nazionale per le Ricerche Spaziali brasiliano (l’Inpe) ha registrato un totale di 1.692 segnalazioni di roghi nei confini dell’enorme area boschiva tropicale. Vale comunque la pena precisare, per dovere di informazione, che anche se a maggio la tendenza era in aumento rispetto al mese precedente, l’andamento generale risultava solo leggermente positivo se confrontato con il medesimo periodo del 2022. Rispetto a maggio 2022, in effetti, il numero di incendi nella foresta Amazzonica ha subito una diminuzione del 26%: si tratta insomma di un cambiamento molto importante e, a modo suo, positivo.
La situazione, purtroppo, non è certo migliorata nei mesi successivi. Come riporta anche il WWF, principalmente a causa della grave siccità che ha colpito l’area, nel solo mese di ottobre del 2023 abbiamo registrato in Amazzonia 22.061 incendi: si tratta del peggior dato da ben 15 anni a questa parte. Questi recenti numeri autunnali segnano infatti aumento del 59% rispetto a ottobre 2022, quando furono rilevati 13.911 focolai (questi dati provengono dal Programma Queimadas, in mano a sua volta al già citato Inpe). Rispetto al mese di ottobre 2022, abbiamo osservato un aumento generalizzato degli incendi in tutti gli Stati, con variazioni comprese tra il 50% e il 250%. Inoltre, rispetto alla media storica dal 1998, si sono verificati notevoli incrementi percentuali per quanto riguarda i roghi: +286% nello Stato del Roraima, +194% in quello di Amazonas, +152% nell’Acre, +112% nell’Amapá e +73% nel Pará.
Da cosa sono stati provocati gli incendi in Amazzonia
Ma quali sono state le principali cause dietro alla devastazione portata dalla violenza nel fuoco in queste aree così delicate da un punto di vista naturalistico e così ricche di biodiversità? Vediamolo qui di seguito.
Il ruolo degli allevamenti
È importante sottolineare che gli incendi nella foresta amazzonica sono spesso risultato di azioni deliberate da parte degli allevatori di bestiame. Questi individui, spesso coinvolti in pratiche illegali di occupazione di terreni demaniali, frequentemente destinati a riserve per le popolazioni indigene della regione, provocano gli incendi come mezzo per liberare la terra da vegetazione e utilizzarla per coltivazioni destinate principalmente all’alimentazione degli animali. La terra arsa, in molti casi, viene poi convertita in pascoli.
A provare a fare chiarezza nel merito della questione ci si è messo in tempi non sospetti anche un giornale prestigioso come il Guardian, che a riguardo ha svolto un’interessante inchiesta. Secondo quanto emerso dalle ultime indagini in materia, nei sei anni passati, sono stati abbattuti ben 800 milioni di alberi per rispondere alla crescente richiesta di carne a livello globale. Attorno agli impianti di macellazione, sono stati distrutti ben 1,7 milioni di ettari di foresta, e questo nonostante le promesse di diverse amministrazioni brasiliane. Alcune, come quella guidata dall’ultraconservatore Jair Bolsonaro, si sono espresse a favore della deforestazione. Altre, in parallelo, si sono dichiarate contrarie ma hanno dimostrato poca esperienza nella gestione di un territorio così vasto e frammentato in tanti Stati federati autonomi. I dati, raccolti tramite osservazioni satellitari, indicano che tra le aziende coinvolte con fornitori brasiliani responsabili della deforestazione figurano giganti della grande distribuzione come Nestlé, Lidl e Aldi.
Non è un caso, a proposito, se c’è un numero sempre maggiore di attivisti climatici (e non) che si stanno battendo contro l’allevamento intensivo e in generale contro il consumo di carne, particolarmente deleterio a livello ambientale per quanto riguarda lo spreco di risorse (acqua in modo particolare) e le emissioni di CO2.
L’impatto della siccità
A causare gran parte degli ultimi incendi, come anticipato in precedenza, è stata anche una gravissima siccità che ha di recente interessato la foresta amazzonica. Come precisato anche da Mariana Napolitano, Direttore della Strategia del WWF-Brasile:
“In Amazzonia, gli incendi sono normalmente associati alla deforestazione. Le foreste umide e ben mantenute non bruciano spontaneamente. Tuttavia, nonostante la deforestazione sia in calo per il settimo mese consecutivo, gli incendi nella regione continuano ad aumentare. Questa dinamica può essere spiegata come parte di uno scenario di grave siccità, la più devastante per il bioma amazzonico negli ultimi 120 anni”.
La complessità di questo problema sottolinea la necessità impellente di affrontare non solo le conseguenze immediate degli incendi, ma anche le cause profonde che li alimentano. L’equilibrio tra gli interessi economici e la conservazione ambientale continua a rappresentare una sfida cruciale nella gestione sostenibile della foresta amazzonica. Oggi più che mai abbiamo bisogno di soluzioni rapide ed efficaci, prima che sia troppo tardi.