A chi non è capitato di gustarsi un bel film di fantascienza e restare estasiato di fronte ai veicoli ritratti su schermo? Buona parte del fascino di queste pellicole si deve proprio a questi elementi futuristici inseriti nella sceneggiatura. Ci affascina osservare persone sedute su auto a guida automatica o che viaggiano a una velocità supersonica grazie alle levitazione magnetica. Ebbene, per lontani che possano sembrare, in realtà alcuni di questi trasporti del futuro potrebbero essere più vicini al nostro tempo di quanto pensiamo.
Nelle righe successive approfondiremo alcune tra le più interessanti tipologie di trasporto, vedendo quali saranno probabilmente parte della nostra vita e quali invece sono ancora dei prototipi.
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Hyperloop: la levitazione magnetica secondo Tesla
Da dove partire se non dallo spunto del visionario Elon Musk e della sua compagnia di mobilità alternativa? Che lo si ami oppure lo si odi, non si può certo dire che il sudafricano non abbia il coraggio di sperimentare. L’idea di Hyperloop risale ormai al 2013 e consiste in un mezzo avveniristico, alimentato interamente da pannelli fotovoltaici e collocato all’interno di un tubo a vuoto dotato di rotaia a levitazione magnetica, capace di coprire grandi distanze in breve tempo.
La base del mezzo di trasporto è la tecnologia della levitazione magnetica passiva, ideata nel 2000 dal fisico statunitense Richard Freeman Post. Inductrack – questo è il nome del brevetto – prevede una disposizione alternata di magneti e bobine sui binari e sotto la capsula-treno. Ciò elimina ogni tipo di attrito e concentra il campo magnetico su un solo lato, annullandolo completamente su quello opposto. In tal maniera, il pod si muove su binari completamente passivi, massimizzando la propria velocità. Ciò consente ai passeggeri di Hyperloop di spostarsi a una velocità che può raggiungere i 1200 chilometri orari, in condizioni di massima sicurezza. Non a caso, si tratta di uno dei trasporti del futuro su cui si punta con maggior forza.
Martin Jetpack, per imparare a volare
Direttamente dai film di cui si è scritto in apertura, ecco Martin Jetpack. Questo zainetto è in grado di far volare chiunque lo indossi per mezz’ora, a un’altezza che non superi il chilometro da terra.
Tecnicamente, si tratta di un drone. Esso è dotato di un potente motore a benzina che aziona due ampie ventole intubate. Queste ultime incanalano l’aria e la spingono a terra con forza, ciò provoca un innalzamento fino a 1000 metri di altezza con una velocità massima di 74 chilometri orari. I video dei test su YouTube hanno riscosso un successo pazzesco e il produttore ha affermato che pensa di uscire a breve sul mercato, accontentando moltissimi pendolari in tutto il mondo. Chissà che non cambino idea non appena leggeranno i costi. Il jetpack, in realtà, mira principalmente a un utilizzo emergenziale, come veicolo di salvataggio.
La produzione su scala industriale aprirebbe infatti un capitolo amministrativo piuttosto corposo, dal momento che andrebbe interamente normato l’utilizzo di questo nuovo mezzo di trasporto. Allo stato attuale, inoltre, non si produrrebbe alcun vantaggio ambientale, dal momento che la propulsione è fossile. Dalla Martin, però, non hanno escluso un jetpack a spinta elettrica, nel prossimo futuro.
La regina dei trasporti del futuro: l’auto senza conducente
Parlando di trasporti del futuro è impossibile trascurare quella che, con ogni probabilità, sarà la prima soluzione a diventare disponibile, in ordine cronologico. Sulle auto senza conducente stanno investendo tutti gli attori impegnati nel settore dell’automotive. In pole position troviamo Tesla, Mercedes e Google, che non vuole lasciarsi sfuggire la possibilità di entrare in questo lucroso segmento. I vantaggi di questa tecnologia sono numerosi: maggiore sicurezza alla guida, autonomia per disabili e anziani, riduzione della congestione stradale dovuta al traffico… Svariate case automobilistiche potrebbero mettere in strada le proprie vetture a guida autonoma già l’anno prossimo, ma i governi non si fidano troppo.
Molti vogliono vederci chiaro. Ci sono davvero garanzie che un’intelligenza artificiale causi meno incidenti di un essere umano? Le decisioni difficili, che possono comportare la vita o la morte di tutti i coinvolti, e che talvolta devono essere prese in una frazione di secondo dal conducente, possono essere delegate a un software sprovvisto di amigdala e dei suoi rapidissimi sensori di rischio di tragedia?
L’auto a propulsione nucleare tra i trasporti del futuro
Non a molti piacerà l’idea di prendere in considerazione il nucleare come alternativa energetica. Per completezza d’informazione, però, trattiamo anche questo veicolo, spinto proprio dall’energia prodotta attraverso fissione nucleare.
L’auto a energia nucleare sfrutta un carburante chiamato torio. Si tratta di un elemento radioattivo abbondantissimo in Paesi asiatici come l’India e molto apprezzato da un gruppo di eminenti scienziati guidato dal premio Nobel Carlo Rubbia. A livello di consumi, infatti, non esiste paragone con i combustibili fossili utilizzati oggi, e neppure con le auto elettriche di prossima generazione. Il torio consentirebbe infatti di percorrere una distanza pari a 480 chilometri con soli 8 grammi di carburante. Se ciò non bastasse, le stime di vita sul motore sono ancor più da capogiro. L’usura dei componenti tecnici è infatti talmente bassa da poter allungare il ciclo di vita di questo veicolo fino a ben oltre 100 anni.
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