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Dalla rigenerazione urbana 100mila nuovi posti lavoro

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Le città in futuro non potranno più svilupparsi consumando nuovo suolo. La rigenerazione urbana sempre di più alimenterà gli investimenti del mercato immobiliare, che nel nostro Paese potrebbero aggirarsi, da qui al 2050, intorno ai 2.300 miliardi di euro.   

In Europa il recupero delle aree urbane dismesse già da tempo alimenta gli investimenti del mercato immobiliare. Anche in Italia la rigenerazione urbana costituirà, da qui al 2050, un elemento fondamentale per l’economia del Paese, interessando 920 Kmq di suolo rigenerabile e 350 milioni di mq di superfici immobiliari realizzabili, per un fatturato industriale di 2.300 miliardi di euro in 27 anni e la creazione di 100mila nuovi posti di lavoro, non solo nelle costruzioni ma anche nei servizi. Le finanze pubbliche ne avranno un beneficio stimato tra 20 e 25 miliardi di euro di gettito aggiuntivo annuo. È quanto emerge dal primo Rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana, curato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Urban Up – Unipol.

Le città del futuro cresceranno senza nuovo consumo di suolo

“Il futuro del mercato immobiliare è nel suo passato – ha detto il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia – La crescita con consumo di suolo è finita e bisognerà lavorare sempre di più con i tanti vuoti che il passato ha lasciato. Dalle fabbriche dismesse alle aree ferroviarie e poi i complessi ad uffici anni ‘60 non più adatti alle nuove esigenze. Le città del futuro devono recuperare intramoenia le funzioni necessarie. Non solo le normative, ma anche l’etica impongono di non consumare, se non in casi eccezionali, il terreno verde, ma di operare e trasformare per funzioni economiche o sociali le aree urbanizzate non più utilizzate o abbandonate. Un principio fondamentale che va coniugato con i costi di intervento, come ad esempio le bonifiche, e con le prospettive del mercato, che hanno logiche discontinue”. “La cooperazione virtuosa tra pubblico e privato è oggi imprescindibile – ha aggiunto Massimiliano Morrone Amministratore Delegato di UnipolSai Investimenti – per avviare una rigenerazione urbana sostenibile e dare nuove identità e nuovo slancio alle aree dismesse attivando scambi destinati a premiare la collettività”.

I vantaggi economici della rigenerazione urbana

Secondo il Rapporto di Scenari Immobiliari e Urban UP | Unipol, nel caso in cui le dinamiche già in atto sul mercato dovessero confermarsi nel lungo periodo, al 2050 è possibile stimare in quasi 920 kmq la superficie territoriale potenzialmente rigenerabile, pari a quasi il 2% della superficie urbanizzata nazionale. La fetta maggiore, pari al 21%, sarà localizzata in Lombardia, seguita dal Veneto (19%), Emilia-Romagna (17%), Piemonte (14%) e Lazio (7%). Sul fronte dell’edificabilità, saranno le stesse regioni a dividersi la maggior parte dei 350 milioni di mq di superficie edificabile – stimati sulla base della normativa vigente – con funzioni residenziali, terziarie e commerciali, logistiche, ricettive, pubbliche e servizi. In testa Lombardia (23%), seguita da Veneto (22%), Emilia-Romagna (18%), Piemonte (16%) e Lazio (6%).

Gli interventi di rigenerazione urbana sono potenzialmente in grado di generare, da qui al 2050, un fatturato industriale di 2.300 miliardi di euro, di cui 700 miliardi di euro di ricadute dirette sul comparto immobiliare, 850 miliardi di ricadute indirette e 750 miliardi di indotto. I vantaggi per le casse dello Stato originati dalla riattivazione di aree, strutture, edifici e spazi pubblici non utilizzati o sottoutilizzati, sono quantificabili in un gettito fiscale aggiuntivo annuo compreso tra 20 e 25 miliardi di euro. Senza dimenticare l’impatto occupazionale che potrebbe coinvolgere 100 mila nuovi addetti per la filiera immobiliare.

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Redazione

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