È giusto o no collocare i pannelli fotovoltaici a terra occupando campi coltivabili che potrebbero essere utilizzati in altra maniera? Non è meglio piazzarli sui tetti delle case? Ha senso che la necessità di produrre energia rinnovabile e pulita si scontri con normative obsolete che impediscono di installare pannelli nei centri storici? Mentre in Italia la discussione sul fotovoltaico si scontra con tutti i bizantinismi della nostra burocrazia, in Francia hanno realizzato da tempo la prima strada a pannelli solari.
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Pannelli fotovoltaici in sostituzione dell’asfalto
Nei pressi della cittadina di Tourouvre au Perche, in Normandia, si scrisse probabilmente la prima pagina del futuro del fotovoltaico. Tra il 2016 e il 2017 fu rimossa la traccia di asfalto sul fondo e sostituita con una pavimentazione di pannelli solari. Si trattò della prima volta in cui un governo prese una simile decisione. La conversione fu prettamente sperimentale, e, non a caso, la ripavimentazione riguardò un solo chilometro del tracciato dell’importante arteria stradale locale, la RD5. Ciononostante, si trattò di un’innovazione non trascurabile, poiché la superficie coinvolta misurava ben 2.800 chilometri quadrati.
L’installazione ha consentito di coprire l’intero fabbisogno della cittadina per quanto riguarda l’illuminazione stradale. Il centro conta oltre 3mila abitanti ed è stato completamente indipendente relativamente al lighting pubblico per l’intera durata della sperimentazione, che sarà probabilmente riproposta con alcune migliorie.
Non si è trattato di una prima volta assoluta, dal momento che Olanda e Germania hanno già sperimentato il fotovoltaico a terra. Mai prima era però stato posizionato su una strada carrabile, bensì soltanto sul fondo di piste ciclabili. La principale problematica che hanno dovuto affrontare i francesi è stata quella di concepire un fondo che resistesse al traffico veicolare. Sul tratto interessato circolano infatti ogni giorno oltre duemila veicoli motorizzati, mezzi pesanti inclusi.
Tecnologia Wattway per la strada a pannelli solari
La tecnologia sviluppata per rispondere alle esigenze di durata e resistenza è stata denominata Wattway ed è pensata appositamente per resistere alle sollecitazioni di un traffico veicolare continuo e ininterrotto. La strada solare ha generato fino a 767 kilowattora ogni giorno, nei due anni in cui è stata in funzione.
Questo lasso di tempo, designato come periodo di test, è stato sfruttato per studiare la situazione e sviluppare le migliori modalità possibili per adattare la tecnologia del fotovoltaico alla superficie stradale. La Francia è da tempo piuttosto determinata a investire sul fotovoltaico in strada, come indicato dall’allora Ministro all’Ambiente, Ségolène Royal, all’inaugurazione di questo primo, storico, chilometro e sempre ribadito in seguito.
Il desiderio di molti è quello di vedere pannelli solari su ogni autostrada della nazione. Non si tratta di una promessa vuota come quelle tipiche di una certa politica, bensì della volontà di concretizzare il piano – già esistente in quanto redatto da una collaborazione ad hoc tra varie associazioni di ambientalisti francesi – per l’installazione di ben mille chilometri di strada solare entro il 2025. L’ambizioso obiettivo, invidiabile e lungimirante, corre però il rischio di essere troppo costoso, anche per le ricche casse transalpine. Si consideri che, soltanto per la realizzazione del tratto di Tourouvre, l’esborso è stato pari a 5 milioni di euro.
Non tutti gli elettori, poi, sono d’accordo con questa soluzione, specialmente per quanto riguarda la collocazione così a Nord. In effetti era forse consigliabile installare altrove questo primo chilometro più a Sud. Le stime sui giorni di sole ci dicono che Caen, capoluogo della Normandia, può godere dell’irradiamento solare per circa 44 giorni all’anno, mentre Marsiglia, seconda città di Francia molto popolata, è illuminata dal sole per 170 giorni su 365.
Strada a pannelli solari: quale futuro?
“Siamo ancora in fase sperimentale. Costruire un prototipo di questa portata è un’opportunità fantastica per testare la nostra tecnologia. Questo sito di prova ci ha permesso di migliorare il nostro processo di installazione dei pannelli fotovoltaici nonché la loro stessa produzione.”
Nelle parole di Jean-Charles Broizat, direttore di Wattway, si coglieva già al momento dell’inaugurazione il desiderio di pavimentare più strade con questa tecnologia. Al momento si tratta ancora di una delle più avanzate al mondo ed è prodotta su scala semi-industriale soltanto dalla sua azienda, in Europa. Per aumentare la superficie fotovoltaica – e magari avvicinarsi ai mille chilometri auspicati dagli ambientalisti, che tradotti in termini di fabbisogno significherebbero indipendenza energetica per l’8% della popolazione francese – è però indispensabile abbattere i costi.
I pannelli solari di cui si serve Wattway sono prodotti da Colas. La compagnia produttrice non è in grado di tagliare i suoi costi con un numero di ordini bassi come l’attuale. Se però il governo francese, o altri, dovessero effettuare ordini più consistenti, diverrebbe possibile abbassare i prezzi unitari sul singolo modulo. Il produttore si è definito ottimista su questo fronte, dal momento che la tecnologia piace e gli ordini sono in aumento da anni. Il settore poi si fa sempre più competitivo e un pò di sana concorrenza potrebbe abbassare ulteriormente le spese per ogni interessato.
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